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Magia del Gatto

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2018 00:06
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16/12/2010 18:55




MAGIA DEL GATTO
"Un gatto nero! Tocca ferro!" "Un gatto nero: porta sfortuna!" e così via. Quante volte abbiamo sentito frasi del genere? E quante volte ci siamo arrabbiati? Tantissime, immagino. Il mito del gatto nero che porta sfortuna è duro a morire, ed è talmente radicato nella nostra cultura che non ci si chiede neppure più perchè sia così. Ma come mai un normale micio dal mantello color della notte porta con sé questa carica di mistero? Come spesso accade con i gatti anche questa leggenda affonda le proprie radici in un tempo lontano, il tempo dell'antico Egitto. Per gli Egizi molti animali avevano profonde valenze religiose. Il gatto era associato, tra l'altro, al culto di Iside, la dea che aveva il proprio regno nella notte. La notte è il tempo del riposo, della vita animale che si sveglia e agisce di nascosto, dei boschi che vivono di mille movimenti furtivi e silenziosi. Di notte gli uomini sognano e i boschi respirano, le donne raccontano storie ai loro bambini per farli addormentare, la luna sorge e le stelle brillano rendendo il cielo denso di magiche luci. E' un mondo misterioso e segreto, legato al femminile e alle divinità madri. E' il mondo di Iside, come lo sarà poi di Artemide, Diana cacciatrice, per i Greci e i Romani: miti talmente simili da confluire l'uno nell'altro, perché in fondo si tratta di storie senza tempo. Il gatto, e soprattutto quello nero, è l'animale più adatto ad affiancare la dea della notte. Nero, silenzioso e furtivo si muove nell'oscurità, caccia abilmente, ha occhi che brillano e, come la dea notturna, veglia mentre altri dormono. E' sacro, ed è il prediletto di un culto che è sempre più diffuso soprattutto nelle zone rurali, dove le leggi della natura, l'alternanza di veglia e sonno e il ciclo delle stagioni hanno tanta importanza per la vita dell'uomo.
www.idag.it

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Tina
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28/11/2013 17:44


Con l'avvento del cristianesimo, però, qualcosa cambia. I culti pagani devono essere cancellati e se non è possibile estirparli vanno assimilati. Molti antichi dei divengono demoni, creature maligne da combattere, Iside per prima. E il gatto nero suo alleato segue lo stesso destino, non più sacro ma diabolico, maligno, pericoloso. E menagramo! Altrove si ritiene invece che fare del bene a un gatto nero serva a impedire che il demone in lui possa offendersi e a propiziarselo: in questo caso porta fortuna. Nasce così nei paesi anglosassoni l'immagine positiva del gatto nero.
Nel medioevo i gatti neri (tutti i gatti in realtà, ma quello nero ancor di più, viste le sue pericolose "alleanze") venivano bruciati assieme alle streghe. Secondo il mito, però, basta che il micio abbia anche solo pochi peli bianchi per non essere considerato davvero diabolico, insomma per salvarsi. Ma noi che sappiamo che si tratta solo di un mito vediamo nelle nostre panterine creature splendide e cariche di amore. Per noi non porteranno mai sfortuna, ma solo pensieri di cieli stellati sotto i quali sognare!

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Tina



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28/11/2013 17:47




I gatti e le streghe

Se i gatti sono magici, chi meglio di loro si presta ad affiancare una fra le figure più carismatiche del folklore popolare? Nella più classica delle tradizioni ogni strega che si rispetti ha con sé almeno un gatto che figura come famiglio (o animale magico), ed è capace lei stessa, all'occorrenza, di trasformarsi in felino. E se gatti e donne sono sempre stati accomunati per i motivi più disparati, gatti e streghe lo sono ancor di più.
Ma chi è una strega? Generalmente una strega è un donna che ha studiato gli antichi culti o che è erede di un'antica religione che vede un più profondo contatto tra uomo e natura. Natura, quindi animali, quindi gatti... il passo è breve. Nei tempi bui del medioevo erano considerate streghe le antiche guaritrici, quelle che conoscevano i segreti delle erbe curative ed erano in grado di usarle. Le guaritrici vivevano lontano dai centri abitati (cioè vicino ai posti dove era possibile trovare le erbe loro necessarie e lontano dai luoghi di contagio) e i loro simboli erano la scopa e il gatto. A ben guardare si capisce perché: sono entrambi strumenti di pulizia (la scopa per eliminare rifiuti e il gatto per tener lontani i roditori portatori di malattie), condizione indispensabile per chi fa della salute il proprio impegno. Ecco dunque che i vincoli tra gatti e streghe si fanno più stretti.

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28/11/2013 18:18


Il gatto porta fortuna



Gli antichi Egizi furono i primi che diedero ai gatti (in particolare a quelli di colore nero) il ruolo di porta fortuna. Essi infatti sperimentarono che le famiglie che tenevano gatti in casa disponevano di una maggiore quantità di cibo, contraevano meno malattie e sopportavano meno decessi rispetto alle famiglie senza gatto. Il modo accurato di pulirsi del gatto era ben visto dagli Egizi e la sua abilità nell'uccidere topi, ratti, scorpioni e serpenti era considerato un autentico colpo di fortuna. Un altro vantaggio dei gatti era che non si cibavano di cereali che, invece, era la dieta pressoché esclusiva degli Egizi.

Gli Egizi e i Celti credevano che il gatto incarnasse la divinità e questi culti sopravvissero anche in pieno Medioevo tra i contadini in Europa, meno toccati dalle persecuzioni. Soprattutto nel folclore del Galles e della Cornovaglia ci sono leggende e proverbi sui gatti e sui gatti neri in particolare visti in senso positivo. I gatti erano inoltre considerati propiziatori di fortuna se venivano, purtroppo, sacrificati. L'origine di questi miti è celtica e il sacrificio serviva per avere un buon raccolto (i gatti simboli di fertilità). In Spagna, Francia e Inghilterra durante il Medioevo venivano murati dei gatti nelle pareti delle case o nei pavimenti, come porta fortuna. Seppellire i gatti sotto i pavimenti era un'antica magia celtica. Si spera non fossero vivi ma non è da escludere, dato l'alto valore attribuito alla vita, in generale, nel corso del Medioevo.

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28/11/2013 18:20


Nell'Islam tenere in casa un gatto è considerato meritorio e soccorrere un gatto bisognoso è un gesto apprezzato da Allah. Fare, invece, soffrire un gatto può portarti all'inferno.

In Turchia si ritiene che il gatto dei desideri, quello cioè capace di realizzare i desideri che gli vengono espressi esista. La leggenda dice che per veder esaudito un proprio desiderio si debba trovare un tale gatto e convincerlo ad accoccolarcisi in grembo. Quindi bisognerebbe sussurrargli all'orecchio il desiderio e poi offrirgli molte leccornie e coccole. A questo punto, se il gatto avrà dimostrato di gradire le nostre offerte il desiderio si realizzerà. Questo può succedere ovviamente solo se il gatto è davvero un gatto dei desideri. Purtroppo è impossibile sapere se un gatto abbia davvero questi poteri poiché è ritenuto un atto foriero di cattiva sorte rivelare che un micio abbia realizzato un desiderio.

La tradizione orale del gatto porta fortuna è diffusa in Russia, Sicilia, Africa, India, Arabia, Spagna, Inghilterra, Francia e America. Troviamo nella Francia meridionale e anche in Inghilterra la leggenda del Matagot e tra le razze attuali abbiamo il Korat, gatto di origine thailandese: il suo nome letteralmente significa buona fortuna. Sembra che l'origine del mito del gatto porta fortuna sia legato alla sua capacità di sopravvivenza e quindi anche alle sue famose sette o nove vite.

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28/11/2013 18:21


Nel Galles ottocentesco si pensava che i gatti fossero dotati di poteri magici e quindi a trattarli bene avrebbero garantito molti privilegi. Non possedere un gatto era considerato fonte di sfortuna.

I gatti guariscono, quale miglior fortuna di questa, e la dea Iside era dotata di poteri di guarigione e di rigenerazione (ridiede addirittura la vita al marito Osiride). Inoltre, sono attualmente sempre più utilizzati nella pet therapy. Gli antichi c'erano già arrivati:

Nell'antica Inghilterra, accarezzare un gatto era un gesto terapeutico, un tocco di classe, un soffio di immortalità.

In Scozia si crede ancora che i gatti possano guarire dalla cecità e la cura tradizionale giapponese per i crampi allo stomaco era un gatto caldo (Hausman)

Naturalmente fare del male a un gatto non porta fortuna. In Calabria affermavano che chi uccideva un gatto sarebbe stato costretto a vagare per il mondo per sette lunghi anni. Analogamente in Sicilia si dice che chi uccide un gatto subirà sventure per sette anni.

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28/11/2013 18:24


Il gatto nero porta fortuna



Fortunatamente la credenza che il gatto nero porti sfortuna non è diffusa in tutto il mondo, come ho già accennato, parlando dell'Inghilterra, nella parte: le superstizioni sui gatti neri. Prima di approfondire l'argomento voglio soffermarmi sul significato del colore nero con le sue molteplici sfaccettature.

Il nero ha una duplice valenza. E' visto nella mentalità occidentale in maniera sostanzialmente negativa in quanto legato al buio delle tenebre, alla morte, all'ignoto. Molti personaggi negativi dei film sono vestiti di nero: i cattivi dei western, Dracula, Dart Fener, ecc... In altre culture, invece, il nero ha valenze positive. E' il colore del vuoto primordiale, del principio, dell'assoluto che racchiude le potenzialità che precedono la creazione del mondo.

Il nero è un non colore in quanto rappresenta l'assenza di ogni colore e l'assenza di luce ma anche la somma di tutti i colori e quindi è molto simile al suo opposto, cioè il bianco.

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28/11/2013 18:26


Per le popolazioni classiche, egizi, greci e romani, il nero era visto positivamente perchè era semplicemente il colore della notte con la Luna e le stelle. Era il colore preferito di Iside e di conseguenza il gatto nero era il più sacro per gli egiziani e per i devoti di Iside. Iside, inoltre, era la dea della buona sorte e della fortuna.

Il colore nero era sacro a Iside, che portava appunto un mantello nero, ed è pertanto probabile che il gatto di quel colore fosse visto come una divina incarnazione di Iside, Artemide o Diana. In tutta l'Europa continentale era considerato il più sacro - e il più demoniaco dalla Chiesa.

Il nero è anche il colore del limo portatore di fertilità e rinnovamento, quindi diventava simbolo di rinascita e rigenerazione. Il nero era collegato alla morte anche per gli egiziani ma in senso positivo infatti era il colore dell'aldilà, dove il defunto subiva le prove e le trasformazioni che gli avrebbero conferito la vita eterna. Osiride signore dell'Oltretomba era chiamato anche "il Nero".

Il nero può essere visto anche da un altro punto di vista. Indossato esso assicura una certa inaccessibilità, una sorta di barriera che protegge l'anima. (Surace). Secondo miti celtici è il colore usato dalle streghe per la sua capacità di ostacolare e annullare il maligno e di assorbire e neutralizzare energie negative (tratto dal sito www.deaisis.com).

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28/11/2013 18:29


Occorre fare poi una distinzione fra il nero opaco che è associato spesso a sensazioni negative (ad esempio il colore del lutto è opaco) e il nero lucido. Quest'ultimo ci trasmette sensazioni positive: è brillante, elegante, sensuale. Possiamo sicuramente affermare che il gatto nero appartiene a quest'ultima categoria, infatti, se in buona salute, ha un pelo lucidissimo che riflette la luce.

Il Galles e la Cornovaglia in Gran Bretagna sono le zone in cui il gatto di colore nero è particolarmente amato. Il gatto nero è considerato fonte di fortuna in generale ed è anche di buon auspicio per i matrimoni. Ci sono tanti detti e credenze, risalenti perlopiù al Galles ottocentesco, che lo testimoniano:

Bacia il gatto nero
E ti farà grasso;
Bacia il gatto bianco
E ti farà magro. (Donald Engels, Storia del gatto, p. 252)
Qui addirittura è il gatto bianco con il suo aspetto spettrale a portare iella. Per una volta...

E' segno di buona fortuna se un gatto nero ed estraneo entra in casa di chicchessia.
Se un gatto nero viene perduto, mille guai capiteranno alla famiglia. (Donald Engels, Storia del gatto, p. 252)
E' buona cosa che un gatto nero entri in casa tua: per nessuna ragione deve essere scacciato. (Donald Engels, Storia del gatto, p. 252)

Quando il gatto di casa è nero
la ragazza senza amore non resterà davvero (Donald Engels, Storia del gatto, p. 249)

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