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L'EPIFANIA: CHI E' LA BEFANA?

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2019 10:49
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Nevin
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05/01/2019 10:40


Storia
L'origine è certamente connessa a un insieme di riti propiziatori pagani, risalenti al X-VI secolo a.C., in merito ai cicli stagionali legati all'agricoltura, ovvero relativi al raccolto dell'anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo, diffuso nell'Italia settentrionale, Centrale e meridionale attraverso un antico Mitraismo e altri culti affini come quello celtico, legati all'inverno boreale.
Gli antichi Romani ereditarono tali riti, associandoli quindi al calendario romano e celebrando, appunto, l'interregno temporale tra la fine dell'anno solare, fondamentalmente il Solstizio Invernale e la ricorrenza del Sol Invictus. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della Natura attraverso Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti (il cui numero avrebbe rappresentato sia i dodici mesi dell'innovativo calendario romano nel suo passaggio da prettamente lunare a lunisolare, ma probabilmente associati anche ad altri numeri e simboli mitologici) delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti, da cui il mito della figura "volante". Secondo alcuni, tale figura femminile fu dapprima identificata in Diana, la Dea Lunare non solo legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione, mentre secondo altri fu associata a una divinità minore chiamata Sàtia (Dea della sazietà), oppure Abùndia (Dea dell'abbondanza).

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Nevin
Utente Gold
05/01/2019 10:42


La Befana, secondo interpretazioni largamente accettate in centro e nord Europa si richiamerebbe alla figura celtica di Perchta, assimilabile ad alcune figure come ad esempio Frigg in Scandinavia, Holda in nord Europa, Bertha in Gran Bretagna, Berchta in Austria, Svizzera, Francia e Nord Italia; è una personificazione al femminile della Natura invernale, viene rappresentata come una vecchia gobba con naso adunco, capelli bianchi spettinati e piedi abnormi, vestita di stracci e scarpe rotte, che aleggiando sopra campi e terreni di notte ne propizia la fertilità e viene festeggiata nei 12 giorni che seguono il Natale, culminanti in coincidenza con l'epifania.
Già a partire dal IV secolo d.C., l'allora Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni, che sfociarono, a partire dal Basso Medioevo, nell'attuale figura ripulita da contaminazioni favolistiche o pagane, anche se il suo aspetto, benevolo e non negativo, è stato ed è tuttora, per influenza della festa di Halloween, erroneamente associato a quello di una strega. In realtà non è una strega, ma una vecchina affettuosa, rappresentata su una scopa volante, antico simbolo che rappresenta la purificazione delle case e delle anime, in previsione della rinascita della stagione.
Condannata quindi dalla Chiesa, l'antica figura pagana femminile fu accettata gradualmente nel Cattolicesimo come una sorta di dualismo tra il bene e il male. Già nel periodo del teologo Epifanio di Salamina, la stessa ricorrenza dell'Epifania fu proposta alla data della dodicesima notte dopo il Natale, assorbendo così l'antica simbologia numerica pagana.

Un'altra ipotesi collegherebbe la Befana con un'antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine "strenna") e durante la quale ci si scambiavano regali.

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Nevin
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05/01/2019 10:43


La Dea Strenia e i Re Magi
Nella religione degli antichi Romani la dea Strenia era legata al culto della salute: il primo giorno dell’anno i Romani si scambiavano doni per onorare la Dea e per gli auguri di buon anno. È infatti proprio dal nome della Dea che deriva il termine strenna! Un’altra tradizione era legata alla Dea Abundia: 12 giorni dopo il 25 dicembre (festa Romana del Sole Invitto) si festeggiava Abundia, Dea dell’abbondanza, portatrice di fortuna e prosperità per il nuovo anno.

Qualche traccia dei miti pagani sopravvisse all’arrivo del Cristianesimo, fino a creare una nuova figura che contiene influenze di tutte e due le tradizioni. Seconto la leggenda i Re Magi, diretti a Betlemme, si fermarono a bussare alla porta di un’anziana per chiedere indicazioni sulla strada da percorrere. Ottenute le informazioni, i Re Magi ringraziarono la donna e la invitarono a seguirli per rendere con loro omaggio a Gesù. L’anziana rifiutò e tornò in casa. Non appena i tre se ne furono andati, però, la donna si convinse di aver commesso un errore: così si mise in cammino in cerca dei Magi. Non riuscendo a trovarli, bussò a ogni casa, lasciando a tutti i bambini dei regali, non sapendo dove si trovasse Gesù. Così, da quel giorno, la vecchia continua a percorrere le vie del mondo, distribuendo doni ai bambini buoni e carbone ai più scapestrati.

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05/01/2019 10:44


Epifania e Befana
Il 6 gennaio si festeggia l’Epifania: questa parola di origine greca significa Manifestazione: è il giorno durante il quale si celebra Gesù, visitato dai Re Magi e riconosciuto come figlio di Dio. È proprio dal termine Epifania che deriva la parola Befana! Come? I cambiamenti della lingua italiana sono stati molti e hanno avuto inizio quando dal latino si è passati a parlare prima la lingua volgare e infine l’italiano. I termini latini venivano riportati spesso in modo errato, ed è così che Epifania è diventato Beffania. L’anziana che porta i doni ai bambini, erede della Dea Strenia e di Abundia, è passata dall’essere Strega della Beffania al più semplice Befana.



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Nevin
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05/01/2019 10:46


LE NOSTRE RADICI:
L'ITALIA DELLE CAMPAGNE E LA BEFANA

Ai tempi dei nostri nonni, nelle case si attendeva la Befana attaccando al camino una calza di lana che le nostre mamme e le nonne avevano lavorato ai ferri, con avanzi di lana colorata. I nostri nonni, nella loro semplicità, credevano alla Befana; scrivevano le lettere su una carta ruvida, usando spesse volte quella che i negozietti avvolgevano intorno a formaggio o acciughe. Manifestavano i loro desideri che per la maggior parte non venivano esauditi, perché c’era una grande povertà. Da rilevare che i carboni che trovavano in quelle particolari calze, non era quello di zucchero che è un piacere sgranocchiare, ma era vero carbone che poi si utilizzava per preparare le caldarroste che i bambini avrebbero mangiato dopo la tradizionale tombolata. Bei tempi!
Il mondo contadino credeva anche che la Befana portasse l’augurio per un buon raccolto. I bambini, invece, quando arrivavano i doni erano felici, era l’unica festa dell’anno in cui ricevevano i dolci. I dolci? Ebbene sì, nelle calze che loro aprivano trovavano: qualche mandarino, caramelle, zucchero d’orzo (fatto in casa), delle castagne, delle noci, dei lupini e della marmellata d’arance; era necessario però che fossero buoni almeno due mesi prima della festa, in caso contrario beccavano del carbone, della cenere, delle cipolle, dell’aglio e delle carote. Roba da fare un minestrone, eppure sono cose realmente avvenute. Purtroppo nelle calze non c’erano giocattoli, se non qualche bambola di pezza cucita dalle mamme e dalle nonne.
Il giorno della Befana non si mangiavano piatti particolari, ma con tutta la famiglia riunita, si gustavano castagne cotte, noci e ceci fritti. Alcune famiglie benestanti portavano dei doni ai poveri bisognosi, affinché potessero comprare cose necessarie come il pane.

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05/01/2019 10:47


Come viene raffigurata la Befana
Una vecchia strega bisbetica, col naso bistorto, vola su una scopa e indossa uno scialle sulla testa. I suoi vestiti sono bucati e coperti di carbone, perché per entrare nelle case scende dai camini. Si dice anche che la Befana raffigura l’anno vecchio che dopo le feste natalizie, nel periodo della nascita dell’anno nuovo, passa portando regali. Per rafforzare questa idea, c’è un detto popolare che dice: “L’Epifania tutte le feste porta via”.
La Befana è l’unica festa che ha resistito all’usura degli anni ed è ancora amata dai bambini.

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Nevin
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05/01/2019 10:49


FILASTROCCA
“Zitti zitti presto a letto/la Befana è qui sul tetto,/sta guardando dal camino/ se già dormono i bambini,/ se la calza è già appesa/se la luce è ancora accesa/. – Quando scende è sola, sola/svelti, svelti sotto le lenzuola!/ li chiudete o no quegli occhi!/ Se non fate i buoni niente dolci ne balocchi/ solo cenere e carbone".

Una tradizione che ci piace molto? L’usanza di lasciare alla Befana un bicchiere di vino e un piatto di biscotti! Proprio come per San Nicola o Santa Claus, anche chi fa i regali merita un pensiero speciale da parte dei bambini!



La Ruota dell'Anno

Tina



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