Stretching e allungamento muscolare

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Gabriel-1
00giovedì 27 agosto 2009 18:35

 

 

LO STRETCHING - INTRODUZIONE

    LO STRETCHING

Lo stretching – letteralmente l’”allungarsi” – è una forma di attività fisica finalizzata all’estensibilità muscolare che può essere praticata come una ginnastica o come una tecnica di riscaldamento o allenamento. Adatta per tutte le età e per entrambi i sessi, praticabile ovunque e in qualunque condizione fisica, essa ha un effetto benefico sul sistema nervoso, sul sistema cardiovascolare e su quelli muscolare e articolare. Praticato regolarmente dagli atleti, prima e dopo una prestazione sportiva, lo stretching consente di mantenere la flessibilità dei muscoli e delle articolazioni, prevenendo strappi e stiramenti. La semplicità dell’esecuzione e la sua adattabilità alle differenze individuali di tensione muscolare e di flessibilità, tuttavia, la rendono utile per tutti coloro che vogliono semplicemente ridurre il grado di stress, riequilibrando le naturali tensioni psico-fisiche o per mantenere la propria condizione fisica. Le controindicazioni sono peraltro minime: lo stretching è sconsigliato solo a coloro che hanno subito da poco operazioni chirurgiche o hanno sofferto di problemi legati alle articolazioni e muscoli o a coloro che sono rimasti a lungo inattivi e sedentari. Tutti gli altri dovranno solo assicurarsi di eseguire gli esercizi di allungamento in modo corretto, di praticarlo con un certa regolarità e di non forzare i limiti imposti dalle proprie condizioni fisiche.

I benefici dello stretching

La pratica dell’allungamento, se eseguita correttamente e con regolarità, può produrre i seguenti benefici:

  • Riduzione della tensione muscolare
  • Maggiore facilità di coordinamento dei movimenti del corpo
  • Preparazione psicofisica all’attività sportiva
  • Prevenzione degli strappi muscolari
  • Consapevolezza del proprio corpo, delle sue potenzialità e dei suoi limiti
  • Maggiore circolazione sanguigna
  • Benessere generale, sia nella mente che nel corpo






Poggiato sulle stesse
basi fisiologiche di quelle che governano i sistemi propriocettivi di controllo del movimento, lo stretching richiede particolare attenzione alla respirazione che dovrà essere lenta, controllata e ritmica, adatta alle posizioni che si assumono e mai in contrasto con quella naturale. Esso dovrà inoltre essere preceduto da una fase di riscaldamento e poi eseguito gradualmente, passando da una fase di tensione “facile” ad una di “sviluppo” che consenta di aumentare la flessibilità con piacevolezza e senza traumi. Ogni posizione, sua nella prima fase che nella seconda, dovrà essere mantenuta ferma da un minimo di 10 ad un massimo di 30 secondi. Al termine di ogni posizione, la tensione dovrà essere allentata anch’essa con gradualità, evitando movimenti bruschi che potrebbero compromettere la flessibilità acquisita.

 

Alcuni facili esercizi di stretching

Tensione del polpaccio
Ponendosi in piedi di fronte ad un muro o ad altro supporto, accostare la fronte sui dorsi delle mani incrociate e appoggiate sul muro. Piegare una gamba e portarla in avanti, mentre la gamba mantenuta posteriormente dovrà essere messa in tensione, con il piede a pieno contatto con il suolo. Mantenendo tale posizione, muovere il bacino in avanti fino ad avvertire la tensione del polpaccio, aumentandola gradualmente e passando quindi da una tensione “facile” ad una tensione di “sviluppo”. Ripetere l’esercizio cambiando la posizione delle gambe e allungando l’altro polaccio.

Tensione per l’area inguinale in posizione seduta
Assumere una posizione seduta per terra e accostare le piante dei piedi tenendo le dita degli stessi stretti con le mani senza avvicinare troppo i talloni verso l’interno delle cosce. Flettersi in avanti fino ad avvertire la tensione nell’area inguinale. Stare attenti a guardare di fronte e a non spostare troppo in avanti né la testa né le spalle.

Dopo aver terminato l’esercizio, allungare una gamba e piegare l’altra verso l’interno, facendo sì che il piede della gamba piegata tocchi la parte interna della coscia della gamba tenuta dritta. Quindi flettersi in avanti in direzione di quest’ultima aiutandosi con le braccia, fino ad avvertire la tensione. Anche in questo caso, bisognerà stare attenti a non piegare testa e spalle. L’esercizio andrà quindi ripetuto invertendo la posizione delle gambe.

Tensione per l’area inguinale in posizione supina
Stendersi in posizione supina ed accostare le piante dei piedi fino a congiungerli divaricando le ginocchia. Rilassare il bacino fino ad avvertire una tensione dei muscoli dell’area inguinale.

Al termine dell’esercizio, stendere le gambe e portare le braccia tese sopra la testa. Stendere la mani e gli avampiedi fino ad avvertire la tensione di allungamento che coinvolgerà braccia, spalle, colonna vertebrale, addominali, muscoli intercostali, piedi e caviglie.

Mantenendo la posizione supina, portare le braccia in avanti, flettere una gamba e afferrare con le mani un ginocchio tirandolo dolcemente verso il petto. La tensione, in questa posizione, verrà avvertita nell’area lombare e nella parte posteriore della coscia. L’esercizio dovrà essere ripetuto con l’altra gamba.

LO STRETCHING



www.benessere.com/fitness_e_sport/arg00/stretching.htm












Gabriel-1
00giovedì 27 agosto 2009 18:37

 

 

RILASSAMENTO MUSCOLARE PROGRESSIVO

    RILASSAMENTO MUSCOLARE PROGRESSIVO

Il rilassamento muscolare progressivo è una tecnica basata sull'alternanza contrazione/rilasciamento di alcuni gruppi muscolari. Fu ideata negli anni trenta dal medico e psicofisiologo statunitense Edmund Jacobson e illustrata nel 1959 in "How to relax and Have your baby". Nasce dalla volontà di sciogliere rapidamente stati di tensione, di ansia o di stress ed è indicata anche per le persone che non riescono a praticare il rilassamento autogeno, la meditazione o altre tecniche.

Principi di base

Ecco alcuni principi di base che bisogna conoscere per praticare il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson con i migliori risultati:

  • per raggiungere il massimo rilassamento esercitarsi con regolarità non lasciando più di 4 giorni tra un allenamento e l'altro;
  • la durata va dai 30 ai 45 minuti, durante la pratica è necessario non venire disturbati;
  • indossare indumenti comodi e caldi, ottenebrare l'ambiente circostante e curarsi che la temperatura sia confortevole;
  • respirare inspirando col naso fin nell'addome, espirare e aspettare l'impulso istintivo di inspirare prima di procedere a inspirare di nuovo col naso. Per assicurarsi della correttezza della respirazione poggiare una mano sull'ombelico e sentire l'alzarsi e l'abbassarsi dell'addome.

Esercizi

Sdraiarsi su una superficie dura, stendere le braccia lungo il corpo, tenere le gambe poco divaricate, lasciare che i piedi cadano in fuori.

GAMBE:Spingere le dita dei piedi verso il corpo, mantenere intensa la tensione 2 secondi se i muscoli non sono allenati, altrimenti da 2 a 6 secondi. Lasciare e rilassare circa 15 secondi. Piegare ora le dita dei piedi e cercare di stendere la pianta del piede sul pavimento. Tenere in tensione e rilasciare. Contrarre i muscoli della gamba tenendo il piede a martello. Mantenere la massima tensione poi rilasciare. Procedere prima con una gamba poi con l'altra.
BACINO E GLUTEI:Contrarre glutei e bacino insieme, tenere e poi rilassare.
ADDOME:Contrarre i muscoli addominali, ritraendo il ventre, mantenere e lasciare.
BRACCIA:Analogamente alle gambe le contrazioni devono partire dalle estremità. Stringere forte il pugno, piegando l'avambraccio sul braccio mantenendo la tensione cercare di raggiungere con il polso la spalla. Stendere di nuovo il braccio sul suolo e rilassare.
DORSO E SPALLE:Spingere con le braccia contro il torace e contemporaneamente porre le spalle in basso e in avanti. Tenere e rilasciare. Muovere le spalle in basso e indietro per contrarre la zona della spalle.
NUCA:Per i muscoli della nuca tirare in alto le spalle e incassare la testa tra di esse.
VOLTO:Corrugare la fronte, strizzare gli occhi e stringere le labbra il più possibile. Tenere e rilassare.

Alla fine rimanere sdraiati per qualche minuto cercando di percepire il profondo rilassamento. Terminare gli esercizi con una respirazione lenta ma accentuata.

 

Avvertenze

Anche una pratica apparentemente del tutto innocua come il rilassamento muscolare progressivo può causare alcuni problemi, tra cui l'insorgenza di crampi. I questi casi distendere i muscoli interessati e gradualmente i crampi scompariranno. In caso di artrosi escludere le articolazioni interessate dallo svolgimento degli esercizi. Se l'esecuzione degli esercizi provoca dolore, ridurre l'intensità della contrazione.

 



Gabriel-1
00giovedì 27 agosto 2009 18:43

 

 

 
Stretching: che cos'è e come si pratica

di Maurizio Mancini  

 

(Da "Cicloturismo" febbraio 1999)

 

Questa pagina ha lo scopo di segnalare un articolo ritenuto molto interessante. La breve sintesi serve soltanto per farsene un'idea di massima; i lettori sono pertanto invitati a procurarsi la versione originale.


Il numero di febbraio 1999 di "Cicloturismo" (rivista "storica" per gli appassionati della bicicletta) presenta un lungo articolo sullo stretching ad uso dei ciclisti.

Esso fa parte di una serie di cinque servizi speciali intitolati "Le basi del ciclismo", che affrontano in modo approfondito e moderno alcune delle tematiche più importanti per coloro che intendono affrontare adeguatamente le gare di Gran Fondo.

Oltre all'articolo vero e proprio, corredato da numerose fotografie esemplificative, sono presenti 24 domande con le relative risposte.

In questa sede riportiamo alcuni dei passi più significativi.

 

Che cos'è lo stretching?

Lo stretching è una forma di ginnastica che ha come obbiettivo quello di migliorare la mobilità articolare ovvero di permettere l'esecuzione di movimenti - completi o parziali - con la massima ampiezza possibile. Lo stretching agisce sull'estensibilità di muscoli scheletrici, tendini e legamenti. L'estensibilità è una proprietà in base alla quale queste strutture anatomiche possono venire distese o allungate se sottoposte a stimoli adeguati. Stimolandole con regolarità e in maniera appropriata si possono ottenere benefici permanenti.

A chi serve le stretching? Solo a chi fa agonismo «spinto» e anche ad altri?

Lo stretching è adatto a tutti. Aiuta chi fa agonismo (a qualunque livello) a recuperare, a migliorare le prestazioni e a ridurre il rischio di infortuni. E aiuta chi non fa sport o ne fa poco a combattere gli effetti dell'inattività, particolarmente nociva a carico dell'apparato muscolare e legamentoso.

Chi invece non può e non deve praticare lo stretching?

Lo stretching è decisamente sconsigliato a chi presenta lesioni a muscoli, tendini, legamenti e articolazioni. Viene utilizzato sempre più spesso nelle terapie riabilitative ma sotto accurato controllo da parte di personale specializzato.

Ci sono patologie che consigliano l'astensione dalla pratica dello stretching?

L'attività di allungamento va sospesa nei casi di tendinite e tallonite, nelle infiammazioni della fascia plantare del piede e in occasione di qualunque lesione muscolare. No allo stretching in caso di problemi alle vene, come la flebite.

A che età si può iniziare a praticare lo stretching?

A qualunque età. Tenendo anche conto del fatto che già dopo i 10/11 anni nel fisico umano cominciano ad apparire delle modifiche che tendono a ridurre la mobilità degli apparati muscolari e tendinei.

Quali sono i principali benefici della pratica dello stretching?

A breve termine, lo stretching è una «polizza di assicurazione» contro traumi e microtraumi. L'accentuata mobilità consente movimenti più ampi e quindi una migliore esecuzione del gesto atletico. Secondo molti studiosi nelle discipline di resistenza lo stretching, riducendo la «tensione muscolare», riduce anche il dispendio energetico. A medio termine una pratica regolare migliora la circolazione sanguigna e quindi l'eliminazione delle scorie e la veicolazione dell'ossigeno. A lungo termine combatte l'invecchiamento dell'apparato muscolare e di quello tendineo.

 

Lo stretching prevede centinaia di posizioni. Come scegliere quelle più adatte alla pratica del ciclismo?

Considerando le parti del corpo più sollecitate in questa specialità. Si parte ovviamente dagli arti inferiori, vero «propulsore» della macchina ciclista. Non si trascurano i piedi. Si curano con attenzione la schiena, che permette di tenere la posizione, il collo e le braccia. Ovvio che bicipite femorale e sartorio (i muscoli della coscia) siano quelli più interessati a questo tipo di lavoro. Oltre alle parti interessate un miglioramento della mobilità di base prevede esercizi per le spalle, la colonna vertebrale, le anche.

È vero che gli effetti benefici dello stretching si perdono facilmente?

Come tutte le forme di allenamento, anche lo stretching offre dei benefici che cessano di essere tali se non si pratica l'attività per un certo periodo di tempo. L'estensibilità muscolare che si ottiene con questa pratica deve essere regolarmente esercitata.

È vero che lo stretching può essere considerato una forma di riscaldamento?

Alcuni tecnici consigliano di eseguire gli esercizi di stretching a freddo all'inizio della seduta, in modo da preparare l'organismo al lavoro. In realtà il momento migliore si verifica quando la temperatura corporea è leggermente superiore a quella abituale. In questa situazione muscoli, tendini e legamenti sono già caldi (ma non stanchi) e rispondono meglio all'allungamento. L'ideale sarebbe quindi la sequenza dopo un blando preriscaldamento di una decina di minuti.

Come si esegue correttamente un esercizio di stretching?

Non c'è un modo univoco di eseguire un esercizio di allungamento. Le tecniche in uso sono almeno tre anche se quella più adatta all'amatore o addirittura a chi non fa sport è una sola. La tecnica base è relativamente semplice. Consiste nel mettere in estensione il gruppo muscolare interessato assumendo la posizione suggerita mediante una flessione, un'estensione o una torsione. La posizione deve essere assunta con lentezza, per non stimolare riflessi da stiramento nei muscoli antagonisti. E poi deve essere mantenuta per un certo periodo di tempo, di solito compreso tra i 10 e i 30 secondi.

Quali sono gli errori più comuni nel raggiungimento delle posizioni di stretching?

Gli errori più comuni consistono nel raggiungere la posizione troppo velocemente, nel raggiungere o mantenere la posizione percependo dolore, nel molleggiarsi o nell'interpretare in maniera «dinamica» il raggiungimento della posizione.

Alcune posizioni di stretching prevedono posizioni difficili da raggiungere e raggiungibili solo in maniera dolorosa. Come comportarsi?

Aspetto importante. Prendiamo ad esempio la classica flessione in avanti del busto a gambe dritte, con le punta delle dita che toccano terra. Molti di noi (specie all'inizio) non toccano terra o la toccano ma con dolore o piegando le ginocchia. La regola prevede che si debba cercare la posizione, fermi restando i vincoli (cioè le ginocchia dritte), evitando il dolore. Non toccheremo terra oggi o domani ma tra qualche giorno sì. Da evitare i molleggi. Con lo stretching non hanno nulla a che fare.

Qual è l'ambiente migliore per praticare lo stretching?

Qualunque ambiente confortevole è adatto. Confortevole significa pulito, alla giusta temperatura, non umido e adatto a svolgere anche esercizi a terra. D'estate va benissimo un prato, d'inverno una stanza riscaldata con moquette o un tappeto. I puristi dello stretching offrono un suggerimento: gli esercizi - specie in fase di apprendimento - andrebbero eseguiti al buio perché il raggiungimento della posizione corretta non dovrebbe essere legato a una sensazione visiva ma a una corretta tensione muscolare. In assenza del buio provate a chiudere gli occhi!

Lo stretching può essere utile in fase di riscaldamento pre-gara, ad esempio prima del via di una Gran Fondo?

Sì, a patto che la temperatura corporea sia stata innalzata con qualche minuto di movimento o pedalata. E questo soprattutto prima della partenza di una Gran Fondo, quando la temperatura esterna potrebbe non essere adeguata. Eseguire degli esercizi a freddo potrebbe essere nocivo.

Ci si può fare male praticando lo stretching?

No, se si adottano le precauzioni del caso. E cioè preriscaldamento della muscolatura, raggiungimento graduale della posizione, attenzione a non forzare troppo. Sì, nel caso contrario. Sforzi troppo intensi o troppo bruschi possono provocare effetti collaterali sgradevoli che vanno dal «disturbo» muscolare al trauma





www.abc-fitness.com/artic/cicloturismo01.htm

[SM=x1868334]

Altri link

www.sportmedicina.com/stretching.htm

Gabriel-1
00giovedì 27 agosto 2009 18:52






Gabriel-1
00giovedì 27 agosto 2009 18:56





hidalove
00giovedì 27 agosto 2009 20:51
E' il mio momento preferito in palestra ^__^
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