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IL GATTO ATTRAVERSO I SECOLI




Il Gatto ha da sempre avuto un’aura misteriosa, con quel suo fare elegante e quasi mistico.
Fin dall’antico Egitto il gatto aveva conquistato noi umani, tanto da essere venerato come un dio. Era la dea Bastet (dea della casa, dei gatti, delle donne, della fertilità e delle nascite) ad essere raffigurata con le sembianze di un gatto. Anche Sekhmet, sorella di Bastet, era un felino (leonessa) e aveva un gatto come animale sacro.
Spostandoci nella Grecia del 400 a.C., Aristofane cita addirittura la presenza di un mercato dei gatti ad Atene che veniva chiamato ailouros (che muove la coda).
I romani avevano una passione per i gatti: dapprima erano riservati alle classi agiate, poi l’uso di possedere un gatto si propagò in tutto l’impero e in tutti gli strati della popolazione, assicurando così la propagazione dell’animale in tutta l’Europa.
Anche nell’Islam il gatto è una presenza positiva, grazie all’affetto che portava loro Maometto, dopo essere stato salvato da un morso di serpente da una gatta soriana. Per l’affetto e l’amore che nutriva nei confronti della sua gatta, secondo la leggenda, Maometto regalò ai felini la capacità di cadere sempre su quattro zampe, nonché la presunta facoltà di poter osservare contemporaneamente il mondo terreno e la dimensione ultraterrena.

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