00 01/12/2017 18:06

Nell’angolo formato da due case, di cui una sporgeva innanzi sulla strada,
sedette, abbandonandosi, rannicchiandosi tutta, tirandosi sotto le povere gambe.
Il freddo la prendeva sempre più ma la bimba non osava ritornare a casa:
riportava tutti i fiammiferi e nemmeno un soldino.
Il babbo l’avrebbe certo picchiata; e del resto, forse, non faceva freddo anche a casa ?
Abitavano proprio sotto il tetto, ed il vento ci soffiava tagliente, sebbene le fessure
più larghe fossero turate, alla meglio, con paglia e stracci. Le sue manine erano quasi
morte dal freddo. Ah, quanto bene le avrebbe fatto un piccolo fiammifero!
Se si arrischiasse a cavarne uno dallo scatolino, ed a strofinarlo sul muro
per riscaldarsi le dita… Ne cavò uno, e trracc ! Come scoppiettò, come bruciò!
Mandò una fiamma calda e chiara come una piccola candela, quando ella la parò con la manina.
Che strana luce! Pareva alla piccina d’essere seduta dinanzi ad una grande stufa di ferro,
con le borchie e il coperchio di ottone lucido: il fuoco ardeva così allegramente,
e riscaldava così bene!… La piccina allungava giù le gambe, per riscaldare anche quelle…
ma la fiamma si spense, la stufa scomparve , ed ella si ritrovò là seduta, con un pezzettino
di fiammifero bruciato tra le mani.


Ne accese un altro: anche questo bruciò, rischiarò, e il muro, nel punto in cui
batteva la luce, divenne trasparente come un velo. La bimba vide proprio dentro nella stanza,
dove la tavola era apparecchiata con una bella tovaglia, d’una bianchezza abbagliante e
con finissime porcellane; nel mezzo della tavola, l’oca arrostita fumava,tutta ripiena
di mele cotte e di prugne. Il più bello poi fu che l’oca stessa balzò fuori dal piatto, e ,
col trinciante ed il forchettone orientati nel dorso, si diede ad arrancare per la stanza,
dirigendosi proprio verso la povera bambina… Ma il fiammifero si spense,
e non vide più che il muro opaco e freddo.


Continua...


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