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L'ultima, l'undicesima volta, questa estate. Ma ancora una volta gli è stata negata, nel settembre scorso, dopo un'udienza tenutasi ad agosto, in cui Chapman, ha chiesto scusa per la prima volta a Yoko Ono. Anche in questa occasione Chapman ha detto di aver ucciso la star, allora 40enne, per "gloria". Ha ammesso di rendersi conto che si sarebbe meritato la pena di morte. L'uomo ha aggiunto di pensare all'omicidio di Lennon (che ha definito "quell'atto spregevole") tutto il tempo e di aver accettato l'idea di dover passare il resto della sua vita in prigione. "Voglio solo ribadire che mi dispiace per il mio crimine", ha detto Chapman al comitato per la libertà vigilata del Wende Correctional Facility di New York. "Non ho scuse. L'ho fatto per la gloria personale". Chapman ha ribadito più volte di aver ucciso Lennon solo perché "era molto famoso". Poi parlando di Yoko Ono ha voluto sottolineare: "Mi dispiace per il dolore che le ho causato. Ci penso sempre".

Nel 2015, la vedova di Lennon - che ha contestato ciascuno dei tentativi di concedere la libertà condizionale a Chapman - aveva detto alla stampa di vivere nel timore che l'uomo venisse rilasciato. "L'ha fatto una volta, potrebbe farlo di nuovo, a qualcun altro. Potrei essere io, potrebbe essere Sean (suo figlio, ndr.), potrebbe essere chiunque", disse.

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