00 23/11/2021 23:02

L'OPINIONE DI PETER FREESTONE
Altrettanto inverosimile l'ipotesi della tomba di Freddie in un cimitero francese: la lapide mostrata nello speciale è stata commissionata con tutta probabilità da qualche fan un po' troppo sopra le righe. Del resto perché Mary Austin, unica depositaria delle ceneri di Freddie, avrebbe dovuto trasportarle in un cimitero aperto al pubblico? E perché palesarlo con una lapide scritta in francese e sulla quale peraltro il nome non è nemmeno quello giusto (Freddie cambiò legalmente il suo nome da Farrokh Bulsara a Freddie Mercury, tanto che i documenti ufficiali, testamento compreso, è firmato Mercury)?

Poi c'è stato l'intervento di Zucchero che, non per la prima volta, ha raccontato della presunta proposta ricevuta da Brian May (e dal batterista dei Queen, di cui non ricordava il nome!) di andare in tour con loro.

Anche su questo, con buona pace dello Sugar nazionale, qualche buona riserva è legittimo averla, non fosse solo perché dai Queen non è mai arrivato nessun commento sulla questione. Se poi a questo aggiungiamo che Zucchero racconta l'aneddoto (consideriamo tale) ogni volta in modo diverso, allora i conti proprio non tornano.

Che dire poi dell'assurda teoria di una dipendenza alcolica di Freddie? Una sciocchezza enorme, senza possibilità di appello.

Qua e là altre imprecisioni andrebbero rimarcate, come l'inverosimile "centinaia di canzoni" lasciate da Freddie negli archivi: da fan non possiamo che dire magari!

Un'ultima considerazione: quando il 24 Novembre rivedremo Bohemian Rhapsody (stavolta su Raiuno) con tutti i suoi anacronismi e "stravolgimenti dei fatti", ricordiamoci di questo speciale (e di tanti altri simili), perché a uno (il film) chiediamo soprattutto emozione, atmosfera e coinvolgimento, cioè di essere cinema, fiction; dagli altri (documentari, speciale, ecc) pretendiamo una precisione e un rigore quasi scientifici, in assenza dei quali il risultato può generare fastidio o anche delusione.

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Tina