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IL NATALE
La festa del Natale si sovrappone quasi perfettamente alle celebrazioni per il solstizio d’inverno "21-22 dicembre", anticamente il 25 dicembre si festeggiava il sole che, dal solstizio d’inverno “rinasce”: da questa data le giornate ricominciano infatti ad allungarsi e lasciano presagire il ritorno della primavera, il ritorno della “vita”. Molto diffuso in oriente, in particolare in Siria ed Egitto, era il culto del “Sol Invictus”, le cui solenni celebrazioni prevedevano che i sacerdoti, ritiratisi in appositi santuari, ne uscissero a mezzanotte annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un infante. Da qui il culto arrivò poi a Roma, dove il “sole che nasce” veniva festeggiato con riferimento al Dio Mitra. Simbolo ricorrente legato alle celebrazioni per il solstizio d’inverno.
Il Natale cristiano festeggia la nascita di Gesù. La data del 25 dicembre è convenzionale, ed è documentata nei calendari delle festività religiose a partire dal III-IV secolo d. C.; il Natale fu stabilizzato in quella giornata dopo che diverse tradizioni avevano sostenuto, nei primi secoli del cristianesimo, anche date diverse. Oggi viene celebrato in quel giorno da tutti i cristiani, tranne che dagli ortodossi russi. La Chiesa ortodossa russa, infatti, continua ad adottare il calendario giuliano (dovuto cioè a Giulio Cesare) invece di quello gregoriano, diffuso nel 1582 grazie a papa Gregorio XIII. Il calendario gregoriano fu introdotto per rimettere in pari le date di inizio delle stagioni astronomiche con il calendario civile, che nel XVI secolo a causa del moto di precessione della Terra erano sfasate di circa 11 giorni. Oggi il ritardo è di circa 13 giorni. Risultato: il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie celebra la messa di Natale il 7 gennaio, 13 giorni dopo il nostro Natale.

L' ALBERO
Simbolo di vita (e talvolta anche di morte) era diffuso in tutte le culture e in tutte le epoche, anche molto prima della nascita del cristianesimo.
Anche nella cultura cristiana l'albero è presente fin dall'inizio e si mescola spesso con il candelabro. Entrambi portano le luci che illuminano e che si spengono.
L'antico tema dell'Albero della vita si fonde anche con la croce di Cristo.
Sembra che l'albero di Natale, così come viene usato oggi, sia nato a Tallinn, in Estonia nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell'anima gemella. Questa usanza venne poi ripresa in Germania: una cronaca di Brema del 1570 racconta di un albero che veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta.
Anche la città di Riga (in Lettonia) è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale: vi si trova infatti una targa scritta in otto lingue, secondo cui il
"primo albero di capodanno" fu addobbato in questa città nel 1510.
Un'altra notizia sull'uso dell'albero di Natale viene dall'Alsazia: una cronaca di Strasburgo annota nel 1605: "Per Natale i cittadini si portano in casa degli abeti ('Dannenbaumen' nel tedesco dell'epoca), li mettono nelle stanze, li ornano con rose di carta di vari colori, mele, zucchero, oggetti di similoro".
Un'antecedente dell'albero potrebbe essere l'antico rito pagano di portare in casa, prima del nuovo anno, un ramo beneaugurante. Nel Medioevo si diffonde la tradizione degli "Adam und Eva Spiele" (giochi di Adamo ed Eva) che prevedevano la ricostruzione nelle chiese dello scenario del paradiso in terra, proprio il 24 di dicembre, alla vigilia di Natale, con tanto di alberi di frutta, simboli dell'abbondanza e del mistero della vita.
Poi, a questi alberi di frutta si preferirono sempre di più gli abeti.
L'abete, il "Tannenbaum", ha la caratteristica "magica" di essere sempreverde, che, secondo una favola, ha avuto come dono da Gesù stesso, per avergli offerto rifugio mentre era inseguito dai suoi nemici.
Così non stupisce che l'abete, con la sua sagoma triangolare che rispecchiava anche bene la struttura piramidale e gerarchica della società medievale, diventa nel folclore tedesco anche l'albero cicogna dal quale la levatrice scuote i neonati.
Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord delle Alpi.
All'inizio, i cattolici la consideravano un uso protestante e solo nel '900 questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico.



Leggende e storie della Toscana

Tina

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