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ORIGINI PAGANE
La tradizione legata alla Befana, la cui storia si usa ricollegare al racconto fantastico per cui nella notte volavano sui campi appena seminati figure femminili pronte a propiziare il raccolto.
Furono gli antichi Romani ad ereditare alcuni riti propiziatori pagani legati ai cicli stagionali, associandoli al calendario romano.
La dodicesima notte dopo il solstizio invernale essi celebravano la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura e si credeva che proprio in quelle dodici notti delle figure femminili volassero sui campi coltivati, al fine di propiziare la fertilità dei futuri raccolti.
Alcuni identificarono la figura femminile con Diana, dea lunare della cacciagione e della vegetazione, altri a divinità minori come “Sàtia” (dea della sazietà), o “Abùndia” (dea dell’abbondanza).
Altre credenze collegano la Befana a un’antica festa romana, che si svolgeva in inverno in onore di Giano e Strenia durante la quale ci si scambiavano doni.



Altre ancora fanno risalire la Befana ad alcune figure importate della mitologia germanica, come Holda e Berchta, sempre come una personificazione femminile della natura invernale.
Dal IV secolo d.C. la Chiesa di Roma avviò la condanna di riti e credenze pagane, ma molte personificazioni resistettero fino al Basso Medioevo fino ad accettare di nuovo, gradualmente, l’attuale figura di una vecchina affettuosa, e non una strega, rappresentata su una scopa volante.
Nel periodo del teologo Epifanio di Salamina " vescovo e scrittore greco antico venerato dalle Chiese cattolica, ortodossa e dagli ortodossi orientali come santo e Padre della chiesa", la ricorrenza dell'Epifania fu proposta alla data della dodicesima notte dopo il Natale, recuperando in questo modo l’antica simbologia numerica pagana.



Leggende e Storie della Toscana

Tina





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