00 11/02/2024 18:10
Cioè, un vecchio giornale per giovanissime

Assecondava le mode e raccontava gli idoli del momento, influenzando la formazione sentimentale e sessuale di generazioni di ragazzine
di Giulia Siviero



Nel 1980, mentre al cinema davano il Tempo delle mele, su alcune televisioni locali veniva trasmesso per la prima volta il cartone animato giapponese Candy Candy e le sale giochi venivano invase dal videogioco Pac-Man, nelle edicole italiane uscì il primo numero di Cioè, il giornalino che con i suoi adesivi e i poster degli idoli del momento riempirà le Smemoranda, il retro dei Nokia e le camere di più di una generazione di ragazzine. Influenzandone, soprattutto, la formazione sentimentale e sessuale. Cioè esiste ancora oggi: non è più un settimanale, ma un quindicinale e, da allora, ha pubblicato quasi 2mila numeri.

Il 7 ottobre del 1980 era un martedì: «Eccovi Cioè» scriveva nell’editoriale di apertura il direttore Paolo Cavallina, conduttore dello storico programma radiofonico di Radio 2 Chiamate Roma 3131: «Da oggi, ogni martedì lo troverete nelle edicole. Il nostro settimanale si chiama Cioè che è la parola più usata dai giovani d’oggi… è un avverbio che anticipa una spiegazione, è quasi la molla di un discorso per il quale occorre un minimo di riflessione, ma è soprattutto un vocabolo facile da ricordare, che si dice bene, non banale, anche se un po’ estroso con quell’accento sulla è che vola come una farfalla…». La farfalla era il simbolo di Cioè, presente a mo’ di accento sul logo di copertina che, all’inizio, era dei colori dell’arcobaleno e che poi diventerà fucsia su fondo giallo.



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