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Mondi dei Misteri

Liala

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    00 22/10/2023 19:02

    Liala, la scrittrice dalla penna leggera, inventrice del romanzo rosa all'italiana




    Nata Amalia e battezzata da D'Annunzio Liala, ha avuto una vita ricca e una mente frizzante.
    Di Lorenzo Villa

    "Liala è una regina e non ho mai incontrato testa coronata più composta e azzurrata di questa". Aldo Busi, con questa descrizione, ha perfettamente dipinto una donna di novantasei anni che gli aveva concesso un incontro. La donna era un’aristocratica, colta ed elegante nei suoi tailleur che l’avvolgevano e nell’acconciatura dal sapore ottocentesco.

    La donna che Busi chiama Liala era nata Amalia Liana Negretti Odescalchi ed era davvero di un secolo ormai lontanissimo. Nata a Como nel 1897, passò una giovinezza ben lontana dall’agio che la sua condizione le poteva garantire. Per questo prese come sposo il marchese Pompeo Cambiasi, molto più anziano di lei e dotato di grandi finanze. L’unione fu felice solo per pochi anni e diede alla luce due figlie, Primavera e Serenella, ma già dalla nascita della primogenita il matrimonio stava traballando: il marchese si aspettava che Amalia Liana fosse una donna a ritmo con il suo tempo, quindi che si occupasse della casa e dei figli.

    Ma lei non era affatto così. Già dai primi anni del matrimonio intraprese una carriera giornalistica per il giornale locale di Moneglia - località in cui si trasferì dalla sua natia Como - dimostrando in questo modo la sua abilità con la scrittura. Il suo destino sembrava scritto, in tutti i sensi: scrittrice da una parte, nobile e narratrice di ambienti altolocati dall’altra. Infatti, il suo vero grande amore, quello che l'ha cambiata per sempre, e che l'ha accompagnata per tutta la vita, almeno letteraria, fu il marchese Vittorio Centurione Scotto. Lo conobbe nel 1925, quando era ancora sposata. Lui era più giovane di lei e pilota dell’aeronautica: bello, coraggioso, proprio come il personaggio tipo di cui lei avrebbe poi scritto in tutti i suoi racconti.

    Sì, perché Amalia Liana Negretti Odescalchi, dopo la tragica morte del marchese Centurione Scotto, divenne una delle scrittrici più importanti d’Italia, l’inventrice del genere rosa, una delle penne più innovatrici e con una capacità evocativa che è riuscita ad attirare su di sé l’attenzione del pubblico e della critica. Anche il Vate Gabriele D’Annunzio fu ammaliato dalla sua scrittura e dalla sua bravura, tanto che fu lui stesso a coniare per lei il soprannome che la rese celebre e la fissò nella storia: Liala.

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    00 22/10/2023 19:08

    Ecco nascere Liala, dalla scrittura leggera, dalle storie lievi come il battere d’ali di una farfalla, ma allo stesso tempo storie di emancipazione femminile, storie d’amore capaci di far sognare e far evadere dalla difficile quotidianità tantissime donne. Liala non aspirava a fare alta letteratura, non era il suo intento, ma grazie a una scrittura semplice ha segnato l’immaginario italiano femminile del Novecento. Il mondo in cui Liala muove i suoi personaggi è quello di un’Italia fiera, benestante, nobile: non si parla di politica o di tematiche impegnate; tutto avviene come in un mondo fiabesco, quasi un rifugio dall’orribile mondo del ventennio fascista. Era infatti il 1931 e il primo dei suoi circa settanta romanzi, Signorsì, uscì segnando un record di vendite e iniziando un’avventura editoriale italiana mai eguagliata.



    Intanto la sua vita privata continuava come in uno dei suoi romanzi. Si legò sentimentalmente a Pietro Sordi, pilota militare anche lui, e furono una coppia molto chiacchierata: lei separata dal marito, con un grande amore morto tragicamente, lui avventuroso militare alla guida di idrovolanti che scelse l’amore alla carriera militare. Pane per la mente di Liala, che attinse a piene mani da queste sue situazioni di vita per scrivere i suoi romanzi.

    Sarebbe però riduttivo parlare di "genere rosa" rispetto i romanzi di Liala. Lo stesso D’Annunzio difese i libri della scrittrice dalle accuse di melensaggine, conservatorismo ed esaltazione del patriarcato. Nelle pagine di Liala c’è sempre il sottofondo di una vera e grande rivoluzione: quella femminile, del desiderio femminile e della rivendicazione sessuale e sentimentale delle donne. La scrittura di Liala è esplicita là dove nessuno si permetteva di esserlo; non lascia intendere, dice a chiare parole quello che le donne hanno da sempre pensato.

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    00 22/10/2023 19:10

    Liala diventò così un punto fondamentale per le donne italiane del Novecento: fu infatti l’ideatrice, nel 1946, della prima rivista femminile italiana, Confidenze, un settimanale che raccoglie racconti, lettere, consigli, interviste per un pubblico femminile e che ancora oggi ha una sua regolare pubblicazione. Signorsì, Sotto le stelle, Chiamami con un altro nome, Un abisso chiamato amore, opera dopo opera, Liala riuscì sempre di più a ricreare una propria realtà in cui l’amore regna sovrano, ma questo non escluse un’evoluzione tematica. La produzione che va dagli anni Cinquanta agli anni Settanta vide un’integrazione di tematiche sociali al mondo dorato e fiabesco delle storie d’amore. Giusto una spolverata di politica e società, perché fino alla fine dei suoi giorni Liala rimase fedele alla sua poetica iniziale, dando rifugio a migliaia le lettrici che nei suoi libri vedevano realizzarsi i sogni più nascosti.



    Harper Bazaar

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    00 22/10/2023 19:15

    “Liala, compagna d’ali e d’insolenze”. L’amore perduto di una grande scrittrice


    A San Valentino non puoi non rimpiangere Liala. I suoi libri che sussurrano l’amore, le sue pagine che hanno fatto sognare milioni di innamorate. La gita è al sepolcro, nel piccolo cimiterino di Velate, ai piedi del Sacro Monte, sulla collina prealpina di Varese. Spiamo la sua tomba infilando gli sguardi tra le alte inferriate del cancello. È chiuso, ormai. È sera. Ma la sua tomba si riconosce, elegante, laggiù a sinistra, squadrata e semplice come le lettere cristalline del suo nome sul marmo chiaro. Ma da scrittrice le sue tenere ossa sono altrove, e sono di carta, i manoscritti di una vita. È racchiuso tutto in una stanza il suo corpo di lettere, due macchine da scrivere, tanti libri elegantemente disposti sugli scaffali e un compagno di stanza: Piero Chiara. Chissà se le aggrada. Non è di certo un aviatore.



    Il Fondo Liala è a Villa Mirabello, dove era già custodito il Fondo Chiara, dall’estate del 2014, grazie al lavoro paziente e lungimirante di una curatrice d’eccezione: Serena Contini. “Ci si dimentica, in un paese cosi complesso e cosi ricco dal punto di vista dei beni culturali come l’Italia, dell’importanza della tutela. A volte ci si preoccupa di più della valorizzazione dei dipinti che delle carte” spiega la conservatrice: “perché senza tutela non è possibile fare le operazioni a seguire, come lo studio e la valorizzazione, questo vale per gli archivi letterari ma anche per tutti gli altri, è tautologico”. Una donazione importante per la città in cui ha vissuto la scrittrice: “il fatto che le figlie di Liala, Primavera e Serenella, abbiano deciso di donare al Comune di Varese l’archivio della propria madre è nato da un rapporto umano e di fiducia, ne sono stata molto contenta. Se non ci fosse stata questa donazione, c’era il rischio che l’archivio andasse disperso. Primavera ha dedicato la sua vita alla mamma, era la sua segretaria”. Una fila elegante di libri di Liala, tutta la sua produzione con una rilegatura blu, come lei stessa ha voluto.

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    00 22/10/2023 19:19

    Cattura l’attenzione il bel ritratto di Liala da giovane, sedicenne e fulva, accanto alla finestra dell’archivio che si apre su Varese e i suoi Giardini Estensi, e una cornice liberty e dorata che custodisce lo sguardo affascinante della scrittrice a cui d’Annunzio regalò un’ala nel nome: Amalia Liana Negretti Odescalchi, sposata con il marchese Pompeo Cambiasi ufficiale di marina, con diciassette anni più di lei. La famosa dedica di Gabriele d’Annunzio alla giovane scrittrice è custodita qui, la scrittura unica e svolazzante del vate che le cambiò il nome: “a Liala, compagna d’ali e d’insolenze”. Signorsì, pubblicato da Mondadori nel 1931 è stato il suo primo best seller, il suo primo romanzo che ha inaugurato una lunga e prolifica stagione di scrittrice, nata dal suo tragico amore per l’aviatore Centurione Scotto. Si trova al comando del suo idrovolante, durante un allenamento per la coppa Schneider, quando, improvvisamente, perde il controllo e precipita nelle quiete acque del lago di Varese. La morte acerba lascia una ferita immedicabile nel cuore di Liala, che ne trae una linfa infinita per i suoi romanzi. Anche Italo Balbo, nella foto accanto al d’Annunzio, dedica alla scrittrice fino ad allora “ignota di Signorsì con molta deferenza” un segno di riconoscimento, perché come spiega la curatrice Contini: “questo romanzo di ambientazione aviatoria colpisce quegli uomini che all’aviazione avevano donato il loro cuore e quindi colpisce Italo Balbo che si interessa a quest’opera e d’Annunzio che dà il nome alla scrittrice. Per d’Annunzio Liana deve avere un’ala nel nome: Liala”.



    Curiose le lettere custodite in archivio delle tante lettrici di Liala che imposero il nome della scrittrice alle proprie figlie, come questa: “Cara Liala ti scrivo per dirti che ho imposto il tuo nome a mia figlia”. Vittorio Centurione Scotto era il grande amore perduto di Liala, di cui non sono rimaste tracce tangibili: “ha bruciato tutte le lettere e tutto ciò che era personale” svela la curatrice, e la grande fonte di dolore diventa scrittura, una scrittura catartica: “il rapporto di Liala con l’ambiente circostante è profondamente influenzato dalla memoria del suo vissuto. Persino il lago di Varese non esiste in lei se non in funzione dei suoi ricordi, principalmente legati all’amato aviatore genovese, precipitato con il suo velivolo il 21 settembre 1926”. Liala non era a Varese quando morì il suo aviatore, ricorda Contini, si trovava a Moneglia, nella casa di suo marito, il marchese Cambiasi, e, proprio in quegli attimi in cui il suo amato precipitava nel lago, per quegli strani giochi del destino, lei stava per cadere in un burrone, durante una passeggiata.

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    00 22/10/2023 19:21

    Molte e molte volte nella sua lunga vita, Liala ripercorrerà, lungo il lago di Varese, a Calcinate, la strada che ancora oggi porta il nome del suo grande amore, come ricorda in Diario vagabondo: “Infilo la strada che preferisco. Percorro la provinciale, taglio Gavirate, esco sulla tangenziale bellissima che corre alta sul lago. Lascio questa strada dove inizia un’altra strada, ma piccola, fra giardini e ville, stretta così che forse due macchine passano a fatica: è la strada che porta sulla targa il nome del mio Amore. È una delle strade di allora, quando non c’erano queste ampie, imponenti strade che fanno filare le vetture a grande velocità”. Sono i Dieci chilometri di pensieri – titola così il brano di questa autobiografia letteraria – quei cinque di andata e di ritorno che separano casa e strada: “La mia macchina va piano, sulla strada provinciale saettano le vetture. Io sono arrivata all’uscita: la stradina che porta “quel” nome è finita dopo aver fatto curve e linee alte sul lago. Guardo alla targa: ve ne è una all’inizio e una alla fine della strada. Leggo bene il nome, il cognome e il vocabolo: AVIATORE. Il cuore è fermo. L’anima non è triste. Non sono mai riuscita a capire cosa sia quel sentimento che provo leggendo quelle targhe con “quel” nome. Mi pare di non capire perché “quel” nome sia là, bianco su targa blu. Esco dalla stradina, infilo la strada provinciale: vedo su la strada che sta di fronte alla sua un altro nome: Dal Molin. Poi Agello. Poi Ferrarin… Si sono ritrovati qui tutti i bellissimi eroi di un’epoca remota e valorosa: forse di notte, da una targa all’altra, passano sussurri; si parla di acrobazie, magari. Erano tutti acrobati perfetti”.
    Linda Terziroli

    Fonte: Pangea

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    00 22/10/2023 19:24

    Liala, pseudonimo di Amalia Liana Negretti Odescalchi, coniugata Cambiasi (Carate Urio, 31 marzo 1897 – Varese, 15 aprile 1995), è stata una scrittrice italiana, fra le più note autrici di romanzi rosa del XX secolo.
    Deve il suo pseudonimo a Gabriele D'Annunzio, il quale volle darle un nome che contenesse ortograficamente un'ala.

    Biografia
    Nacque da nobile madre, Petronilla Picci, e da padre farmacista, Tomaso Negretti, che aveva assunto anche il nobile cognome materno Odescalchi, ma che morì quando la figlia aveva due anni. Amalia studiò al Liceo Alessandro Volta di Como e, per seguire le orme paterne, s'iscrisse a Farmacia all'Università degli Studi di Pavia, ma nel 1919 si sposò e rinunciò a laurearsi.

    Suo marito, il marchese Pompeo Cambiasi, ufficiale di marina, aveva 17 anni più di lei e la portò a vivere a Moneglia, in Liguria. Da questo matrimonio nacquero le due figlie della futura scrittrice: Primavera e Serenella. L'intesa con il marchese Cambiasi però non durò a lungo e i due si separarono.

    Liala incontrò poi il marchese Vittorio Centurione Scotto, un ufficiale della Regia Aeronautica, che fu il grande amore della sua vita. La loro storia d'amore finì tragicamente nel 1926, quando Centurione Scotto, al comando del suo idrovolante durante un allenamento per la coppa Schneider, morì precipitando nel lago di Varese.

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    00 22/10/2023 19:29

    Gli anni trenta e quaranta
    Per superare il dolore della morte di Centurione Scotto, Liala cominciò a scrivere e nel 1931 pubblicò il suo primo romanzo Signorsì. La prima edizione, pubblicata da Mondadori, andò esaurita in soli 20 giorni.

    Quasi tutti i primi libri di Liala si svolgono nell'ambiente militare, che lei conosceva ed amava. I protagonisti maschili sono spesso audaci e valorosi, ispirati alle figure di Vittorio Centurione Scotto o Pietro Sordi. Quest'ultimo era un tenente colonnello al quale Liala fu legata sentimentalmente dal 1930 al 1948. La conoscenza di questi risvolti biografici, sebbene ignoti al grande pubblico, può spiegare molti aspetti della sua prima produzione artistica. Nel primo periodo (1931-1948), l'ambiente dell'Aeronautica Militare costituisce spesso lo sfondo dei suoi romanzi e delle sue novelle, che non di rado contengono spunti autobiografici ed elementi tratti dalla vita di Pietro Sordi. In questa fase, nella quale l'io narrante a volte si riferisce a Liana (ossia alla stessa scrittrice), si trovano di tanto in tanto precisi riferimenti a personaggi ed eventi storici: per esempio, nel romanzo Buona fortuna!, l'autrice fornisce una minuta descrizione del record del mondo di velocità per idrovolanti ottenuto dal maresciallo Francesco Agello il 23 ottobre 1934.

    Nel 1946 Arnoldo Mondadori Editore crea per il pubblico della scrittrice il settimanale Confidenze di Liala (poi solo Confidenze).

    Dopo la separazione da Pietro Sordi (avvenuta nel 1948) subentra una fase che si può definire di lutto letterario (1949-1950), con la quale la scrittrice supera i problemi affettivi contingenti e inizia a scrivere il romanzo della sua vita, scolpendo a tutto tondo il ritratto del personaggio Liala, per il quale realtà e fantasia sfumano insensibilmente l'una nell'altra.

    Scompaiono in questo periodo dalle sue opere i riferimenti all'ascesa sociale compiuta dal giovane pilota figlio del popolo e ufficiale dell'Arma azzurra grazie ai corsi integrativi dell'Accademia Aeronautica. In Ombre di fiori sul mio cammino, opera pubblicata nel 1950, per la prima volta si accredita l'opinione che l'ispiratore di Liala sia stato il marchese Vittorio Centurione Scotto. Questa versione dei fatti era stata anticipata in forma meno compiuta nella raccolta di conversazioni e ricordi intitolata Voci dal mio passato, che aveva fatto la sua comparsa nel luglio del 1949.

    Nel primo e secondo periodo gli scritti di Liala muovono da elementi di realtà per costruire trame narrative che configurano tante possibili versioni della sua identità personale: all'interno di esse la costante maggiore è quella del rapporto con l'aviatore.

    Sono stati pubblicati libri storici fotografici su Vittorio Centurione Scotto e sulle famiglie nobiliari Centurione Scotto e Cattaneo Di Belforte, con carriere e genealogia, in cui viene smentita Liala con prove, perché risulta che la scrittrice abbia usato la figura dell’eroico e nobile aviatore per puro scoop letterario e si sia recata solo nel secondo dopoguerra a Millesimo per attingere notizie, dopo la fine della sua storia ventennale con l’aviatore Pietro Sordi, vero ispiratore dei suoi romanzi rosa.

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    00 22/10/2023 19:31

    Dagli anni cinquanta in poi
    Successivamente, a partire dagli anni cinquanta, l'opera della scrittrice si rivolge al mondo della pura fantasia narrativa e non fa più riferimento a luoghi, fatti o personaggi di realtà, salvo qualche ritorno alle pagine autobiografiche proprie del personaggio Liala, come in Diario vagabondo (1977).

    Analizzando la produzione artistica di Liala, la critica letteraria ha spesso sottolineato le minuziose descrizioni estetizzanti di ambienti altoborghesi e aristocratici, ignorando i riferimenti alle classi sociali inferiori (Dizionario Bompiani, 1987), riferimenti che nel periodo più precoce della sua attività letteraria appaiono in maggiore evidenza, mentre nei primi due romanzi compare il tema della promozione sociale di cui si rende protagonista un pilota di umili origini, notevole prestanza fisica, grande dirittura morale ed eccezionali capacità aviatorie.

    Ne Il pianoro delle ginestre, Liala tratteggia inoltre per la prima volta il semplice ambiente provinciale in cui si svolge il romanzo con le stesse minuziose descrizioni e lo stesso compiacimento che in altre occasioni aveva riservato agli altolocati ambienti aristocratici: messa a confronto con il bel mondo, questa umile realtà provinciale e contadina non sembra affatto demeritare, piuttosto l'opera di Liala suggerisce che " accanto (e prima) della nobiltà derivante dalla stirpe e dal censo, esiste la nobiltà d'animo " (Cappuccio, 1998).

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    00 22/10/2023 19:32

    Morte
    Liala morì per un ictus nella sua residenza di Varese, Villa La Cucciola, il 15 aprile del 1995, all'età di 98 anni, dove viveva assistita dalla figlia Primavera e dalla governante Tilla. I funerali furono celebrati due giorni dopo nella chiesa di Santa Maria della Gioia al Montello di Varese; secondo le sue ultime volontà, la salma venne rivestita con un abito di Valentino.

    La scrittrice riposa in una cappella nel cimitero di Velate (Varese).

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    00 22/10/2023 19:36

    Inediti
    Nel 2007 e nel 2011 sono stati pubblicati da Sonzogno Con Beryl, perdutamente e Un ballerino in paradiso, i due romanzi inediti di Liala, che l'autrice abbozzò nei primi anni novanta, ma che dovette interrompere a causa della cecità che iniziò ad affliggerla di lì a poco; entrambi sono stati completati da Mariù Safier, che ne delineò i finali sulla base del racconto che Liala aveva affidato alla figlia Primavera.

    Critica e popolarità
    Liala rimane, ancora oggi, una delle scrittrici italiane più apprezzate, soprattutto tra il pubblico femminile. Malgrado i suoi racconti siano stati spesso relegati dalla critica all'ambito della letteratura rosa, è indubbio come non solo abbia saputo coltivare la fantasia di più di una generazione di donne, ma anche come abbia saputo incarnare nel suo stile piano, descrittivo ed elegante, un modo di fare letteratura che riassume il bello scrivere proprio di più di una generazione di scrittori italiani.

    I suoi libri hanno venduto più di dieci milioni di copie solo in Italia e l'hanno resa una delle scrittrici di romanzi d'appendice più famose del Novecento a livello internazionale.

    Il cantautore Mario Castelnuovo la cita nel testo della sua canzone Nina, del 1984.

    Curiosità
    Liala scriveva solo il mercoledì.

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    Opere

    - Signorsì, Milano-Verona, A. Mondadori, 1931.
    - Sette corna, Milano-Verona, A. Mondadori, 1934 (seguito di Signorsì, dal 1944 noto anche come Settecorna).
    - Peregrino del ciel, Milano, Sonzogno, 1934; 1945.
    - L'ora placida, Milano-Verona, A. Mondadori, 1936.
    - Fiaccanuvole, Milano-Verona, A. Mondadori, 1937.
    - Buona fortuna. Storia di un cavallo, di un cane e d'un amore, Milano, A. Mondadori, 1938.
    - L'arco nel cielo, Milano, Sonzogno, 1941.
    - Brigata di ali, Milano, Gloriosa, 1941.
    - La casa delle lodole, Milano, Sonzogno, 1941.
    - Farandola di cuori, Milano, Sonzogno, 1941.
    - Sotto le stelle, Milano, Sonzogno, 1941.
    - Dormire e non sognare, Milano-Roma, Rizzoli, 1943 (trilogia di Lalla Acquaviva).
    - Donna Delizia, Milano, Sonzogno, 1944.
    -I gelsomini del plenilunio, Bologna, Cappelli, 1944.
    - Il pianoro delle ginestre, Milano, A. Mondadori, 1944.
    - Il tempo dell'aurora, Milano, Sonzogno, 1944 (seguito di Sotto le stelle).
    - Una rosa lungo il fiume, Milano, Sonzogno, 1944.
    - Lalla che torna, Milano-Roma, Rizzoli, 1945 (trilogia di Lalla Acquaviva).
    - Melodia dell'antico amore, Bologna, Cappelli, 1945.
    - Tempesta sul lago, Milano, Sonzogno, 1945.
    - Il velo sulla fronte, Milano-Roma, Rizzoli, 1946 (trilogia di Lalla Acquaviva).
    - Mavì mia vita, Milano-Roma, Rizzoli, 1947.
    - Bisbigli nel piccolo mondo, Bologna, Cappelli, 1948.
    - L'ingannevole sogno, Milano, Rizzoli, 1948.
    - Trasparenze di pizzi antichi, Milano, Valsecchi, 1948.
    - Come i baci su l'acqua, Milano, Rizzoli, 1949.
    - Riverberi lontani, Milano, Sonzogno, 1949.
    - Un cuore sulla vela, Milano, Rizzoli, 1949.
    - La passeggera nel vento, Milano, Rizzoli, 1950.
    - Ombre di fiori sul mio cammino, Milano, Valsecchi, 1950.
    - Amata, Milano, Valsecchi, 1951.
    - Soliloquio a mezza voce, Milano, Sonzogno, 1951.
    - Una carezza e le strade del mondo, Milano, Rizzoli, 1951.
    - Il peccato di Guenda, Milano, Valsecchi, 1952.
    - La più cara sei tu, Milano-Roma, Rizzoli, 1952.
    - Quel divino autunno, Milano, Rizzoli, 1952.
    - Una notte a Castelguelfo, Bologna, Cappelli, 1952.
    - Vecchio smoking, Milano, Sonzogno, 1952.
    - La meravigliosa infedele, Milano, Del Duca, 1953.
    - Le parole d'amor che non ti dissi, Bologna, Cappelli, 1953.
    - Per quale via, Glori?, Milano, Rizzoli, 1953.
    - Il profumo dell'assente, Milano, Rizzoli, 1954.
    - Il vento inclina le fiammelle, Milano, Valsecchi, 1954.
    - Per ritrovare quel bacio, Milano, Del Duca, 1954.
    - Le briglie d'oro, Bologna, Cappelli, 1955.
    - Le creature dell'alba, Milano, Del Duca, 1955.
    - Passione lontana, Milano, Del Duca, 1955.
    - Un altare per il mio sogno, Milano, Del Duca, 1956.
    - Sottovoce o mia Niny, Milano, Del Duca, 1957.
    - Una lacrima nel pugno, Milano, Del Duca, 1957.
    - L'azzurro nella vetrata, Milano, Del Duca, 1958.
    - Chiamami con un altro nome, Milano, Del Duca, 1958.
    - Fra le tue braccia e sul mio cuore, Milano, Del Duca, 1959.
    - Il sole se tramonta può tornare, Milano, Del Duca, 1959.
    - Belle nubi solitarie, Milano, Del Duca, 1961.
    - La finestra aperta sulla notte, Milano, Del Duca, 1961.
    Trilogia di Lalla Acquaviva
    - I, Dormire e non sognare, Milano, Del Duca, 1961.
    - II, Lalla che torna, Milano, Del Duca, 1961.
    - III, Il velo sulla fronte, Milano, Del Duca, 1961.
    - Lascia che io ti ami, Milano, Del Duca, 1962.
    - L'addormentato cuore, Milano, Del Duca, 1962.
    - Non crescon fiori per Abigaille, Milano, Del Duca, 1963.
    - Un abisso chiamato amore, Milano, Del Duca, 1963.
    - La sublime arte di amare, Milano, Del Duca-La Edizioni Mondiali, 1964.
    - Riaccendi la tua lampada, Gipsy, Milano, Del Duca, 1964.
    - Un gesto, una parola, un silenzio, Milano, Del Duca, 1966.
    - Il palazzo innamorato, Bologna, Cappelli, 1967.
    - Non dimenticare Lietocolle, Bologna, Cappelli, 1967.
    - Sognai di essere tuo..., Milano, Sonzogno, 1967.
    - Di ricordi si muore, Bologna, Cappelli, 1970.
    - Una pagina d'amore, Milano, Sonzogno, 1970.
    - Ritorna, malinconia, Bologna, Cappelli, 1971.
    - Good-bye sirena, Milano, Sonzogno, 1975.
    - Frantumi di arcobaleno, Milano, Sonzogno, 1985.
    - Con Beryl, perdutamente, Milano, Sonzogno, 2007. ISBN 978-88-454-1437-4 (iniziato nel 1976 e completato da Mariù Safier).
    - Un ballerino in paradiso, Milano, Sonzogno, 2010. ISBN 978-88-454-2352-9 (completato da Mariù Safier).

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    Nevin
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    Raccolte di racconti

    - L'ora placida. Romanzo; Dormi, Claudio!; A cavallo di Ugorò; Pace al tramonto. Novelle, Milano, Sonzogno, 1941.
    - Con l'anima a volo. Novelle, Milano, Sonzogno, 1942.
    - La compagna velata, Milano, Sonzogno, 1945.
    - Fiaba d'amore tra ieri e domani, Milano, Sonzogno, 1950.
    - Preludi nostalgici, Milano, Sonzogno, 1951.
    - Foglie al vento, Milano, Cino Del Duca, 1959.

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    ariel.46
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    Libri di memorie

    - Voci dal mio passato, Milano, Valsecchi, 1949.
    - Diario vagabondo, Milano, Sonzogno, 1977.

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