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Passione Memphis
Il Bowie che emerge dopo la trilogia è un uomo nuovo: il Thin White Duke ha preso lezioni di pugilato, si è disintossicato, è abbronzato. La sua vitalità è tutta da ballare: non a caso sono gli anni di Let’s dance. Il movimento di design che incarnava la freschezza e l’acume del miglior design degli anni ’80 diventa la sua passione. Bowie, infatti, al pari di Karl Lagerfeld, fu un estimatore e collezionista di pezzi firmati Memphis. Nel Novembre del 2016, a meno di un anno dalla sua morte, Sotheby's ha messo all’asta questa collezione preziosissima. Il battitore ha presentato la Libreria Carlton, il Cabinet Casablanca di Ettore Sottsass, il Plaza Vanity Table di Michael Graves, la Super Lamp di Martin Bedin…. E molti altri pezzi. L’amore di Bowie per questo geniale collettivo, nato a Milano nel 1981, si deve a molteplici fattori, come ricordano i critici. In primis c’è la passione in comune per Bob Dylan: la canzone Stuck Inside a Mobile With The Memphis Blues Again è quella che ha dato il nome al gruppo di designer, nome scelto da Sottsass, che era stato un giovane beatnik. David Bowie scoprì i dischi di Dylan da ragazzino, e ne restò sempre affascinato: nel già citato Hunky Dory un brano si intitola proprio “Song For Bob Dylan”. Ma quello che l’artista britannico amava di questo stile così irriverente, era la capacità generativa che creava icone di un design mai visto, usando materiali poco nobili, come la formica, i laminati plastici e la radica.

David Bowie nel salotto di casa sua nel 1966, con una chitarra acustica e un tavolino che ricorda lo stile Memphis, movimento che l'artista collezionerà in futuro.


Come ha affermato ha Cécile Verdier, co-responsabile del design del XX secolo di Sotheby's “Questo è un design senza limiti e senza confini. Quando si guarda un pezzo di design di Memphis, se ne vede l'anticonformismo, il caleidoscopio di forme e motivi, i colori vibranti e contrastanti che non dovrebbero funzionare e invece funzionano. Le opere prodotte dalla storica collaborazione di design d'avanguardia Memphis Milano, guidata da Ettore Sottsass, non potevano trovare un pubblico più ricettivo e sintonizzato di David Bowie”. In un’intervista del 2009 per GQ, Bowie, seduto accanto al suo tavolo Palm Springs di Sottsass, raccontò “Da ragazzino ho trascorso un’incredibile quantità di tempo a leggere e disegnare seduto al tavolo del salotto, proprio come questo. […] Il tavolo è dell’originalissimo gruppo di designer milanesi Memphis, probabilmente è fatto di faesite e vecchie calze.” E’ questo spirito frizzante, vivace, attento, avanguardista che anima la ricerca di un artista come Bowie, e che lo rende in grado di padroneggiare l’evoluzione della cultura popolare (a volte anche di guidarla), leggendo lo spirito del tempo.

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