00 22/02/2024 12:32

Jolene
Dolly Parton

Febbraio 1974



È la segretaria di banca dai capelli rosso fuoco che flirtava con Carl Dean, marito di Dolly, a ispirare il personaggio di Jolene, “beauty beyond compare” al cui cospetto una disperata Parton si trova a implorare in ginocchio: “Ti prego, non portare via il mio uomo”. Un altro contrasto palese, tra la personalità dell’autrice e quella delle sue protagoniste, che nel 1974 iniziano ad apparire problematicamente reazionarie per il coevo movimento femminista. Dopo la versione dei White Stripes, nel recentissimo passato il brano che dà il titolo all’album è tornato in voga, complici — manco a dirlo — i Måneskin, chiamati in studio dalla Parton per un remake del pezzo. Un feat a cinquant’anni dall’originale non può che accentuarne ulteriormente l’anacronismo; ma anche per questo, oltre che per la grande musica (contiene anche I Will Always Love You, poi riportata al successo da Whitney Houston), l’album merita di essere ricordato come uno dei tanti segni discordanti del suo tempo.

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