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I 25 migliori album usciti nel 1974
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ariel.46
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461 Ocean Boulevard
Eric Clapton
Luglio 1974
Una volta uscito dal tunnel in cui si era cacciato sin dalla fine del decennio precedente, Eric torna in campo intenzionato a tagliare tutti i ponti col passato. Il pop-rock del 1974 non è più in cerca di un guitar hero e l’orizzonte claptoniano è sempre più a stelle e strisce. Non a caso, a intitolare il disco è il suo nuovo indirizzo di Golden Beach, Florida. È lì che riceve la vecchia conoscenza Carl Radle, figura determinante per la nuova vita di uno Slowhand da lì in poi implacabile nelle sue scelte commerciali e nel rispedire al mittente le accuse di incoerenza. Dimostrando, pur saltuariamente, che un multimilionario può ancora suonare il blues.
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Good Old Boys
Randy Newman
Settembre 1974
Lo Zeitgeist del 1974 è anche in dischi come questo, traboccanti di politicamente scorretto ante litteram. Per bocca del suo alter ego Cutler, Randy Newman non lesina riferimenti a “niggers” e a “qualche ebreo intelligente di New York” attraverso le cui parole deride Lester Maddox (governatore segregazionista della Georgia sostenuto dal Ku Klux Klan). Ma se la satira mordace di Randy raggiunge lo status di classico è soprattutto grazie a una vena melodica capace di catapultare versi così eterodossi in vetta alle hit parade.
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Late for the Sky
Jackson Browne
Settembre 1974
Anche per Jackson Browne è l’anno del capolavoro. In lui l’estetica della West Coast trova il proprio poeta, capace come Neil Young di alternare plurale e singolare, con ancor più intimità e riservatezza. Un altro elogio della contraddizione, sin dal tributo a Magritte in copertina (rilettura personale del suo Impero delle luci), metafora delle angosce private e di quelle collettive. È l’anti-nuclearismo di Before the Deluge a chiudere i solchi con una sofferta ma lapidaria recensione finale dell’utopia comunitaria hippie: “Some of them were dreamers / Some of them were fools”. Dal punto di vista lirico, probabilmente, è davvero il disco dell’anno.
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Walls and Bridges
John Lennon
Settembre 1974
Al contrario, perché inserire in questo ristretto campionario l’album meno riuscito del Lennon solista (e di conseguenza del Lennon tout court)? Anche in questo caso, è questione di spirito del tempo. L’antinomia che scandisce il nostro percorso trova nei muri e nei ponti del titolo un ennesimo esempio di incoerenza e insicurezza. Con i primi, John si illude di separarsi da Yoko Ono, in quel famigerato lost weekend di cui l’album reca traccia sin dalla time-schedule della produzione, partita con l’idea di un disco di cover rock’n’roll e degenerata in una serie di session alcoliche, con Phil Spector che prende i nastri e scappa. Alla fine, pur parzialmente, John ritrova lucidità e vena creativa; e i ponti hanno la meglio, scavalcando le pareti e connettendo il passato a un futuro destinato a essere tragicamente breve.
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Modificato da ariel.46 22/02/2024 13:50
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Red
King Crimson
Ottobre 1974
Lunedì 1° luglio 1974 i King Crimson tengono il loro ultimo concerto americano a Central Park. Giovedì 4 Robert Fripp rientra a Londra in solitudine e il lunedì successivo il resto della band lo raggiunge agli Olympic Studios per iniziare le registrazioni. L’atmosfera è quella di un gruppo di separati in casa, con David Cross già licenziato all’unanimità eppur presente in Providence, e con lo stesso Fripp che annuncia la lavorazione in corso la volontà di sciogliere la band. Dai diamanti non nasce niente, dice il poeta: questo capolavoro finale, tra i migliori epitaffi del prog, lo conferma.
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Autobahn
Kraftwerk
Novembre 1974
Se il country-rock che affolla le classifiche di quest’anno ha come luogo deputato le highway americane, l’elettronica di consumo dei Kraftwerk — dance che non si balla, come l’ha definita qualcuno — si snoda lungo la teutonica Autobahn. Futuristi sui generis, gli ex allievi stockhauseniani Ralf Hutter e Florian Schneider si lanciano in una corsa a lunga percorrenza; dalla loro carreggiata, negli anni a venire, quest’opera farà i fari alti alla disco music, al David Bowie berlinese e al Brian Eno novello solista.
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Taking Tiger Mountain (By Strategy)
Brian Eno
Novembre 1974
Anche Brian Eno si candida per la ricca graduatoria novembrina di fine ’74. Il suo secondo lavoro solista, dopo Here Come the Warm Jets dell’anno prima, snocciola altri contrasti, palesati nelle parole dello stesso autore: la prima parte del titolo, ispirata all’omonima serie di carte cinesi prodotta pochi anni prima, esprime «quella sensazione fisica tutta medievale di assaltare una postazione militare»; la seconda (By Strategy) racchiude un «concetto mentale tipico del XX secolo». In pochi, in quel novembre, saranno in grado di cogliere l’ampiezza intellettuale dell’opera; anche in questo caso, il tempo è stato galantuomo.
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Country Life
Roxy Music
Novembre 1974
Orfani di Brian Eno, i Roxy Music hanno adesso un uomo solo al comando. Timone in mano, Bryan Ferry punta dritto verso un glam rock più facilmente leggibile rispetto agli album precedenti. Casanova è l’ago della sua nuova bussola, ma non mancano sbandamenti in frivolezze cabarettistiche (Bitter Sweet) che starebbero bene nel disco degli Sparks, ma stonano in questo. Ciononostante, c’è materiale di studio per tutto il decennio successivo.
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Sheer Heart Attack
Queen
Novembre 1974
Anche per la band inglese il 1974 è un anno d’oro. Sono passati pressappoco sette mesi dall’uscita di Queen II ed ecco un nuovo capitolo fondamentale per la loro discografia; come per molti degli artisti sopraccitati, inoltre, è l’anno del primo successo commerciale (Killer Queen). Ancora una volta siamo di fronte a un dualismo assolutamente fruttifero. Se il secondo volume era improntato al pianismo di Mercury, in Sheer Heart Attack il mezzo scellino di Brian May riprende a percuotere le corde della sua Red Special con veemenza e inventiva. Già al termine della prima facciata, il signature sound dei Queen può dirsi forgiato.
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22/02/2024
14:06
The Lamb Lies Down on Broadway
Genesis
Novembre 1974
Tempi duri per il prog, al contrario. Come per i King Crimson anche in casa Genesis c’è aria di addio, quando il gruppo varca la soglia dello stesso Glaspant Manor al cui piano superiore Brian Eno sta lavorando a Taking Tiger Mountain (By Strategy). Il frutto di quelle ultime sessioni dell’era Gabriel non può che essere un album a metà tra le ambizioni di opera rock del leader (ormai ex), e la volontà di sintesi musicale espressa da una band che si appresta a conquistare la vetta delle classifiche dopo aver perduto il suo primo ispiratore. La loro stessa storia è una contraddizione, e il secondo capitolo inizia proprio qui.
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14:09
Heart Like a Wheel
Linda Ronstadt
Novembre 1974
Si diceva di Autobahn e highways. La metafora della vita e del cuore che girano come una ruota ritorna, infine, nel bellissimo disco di una delle voci più rappresentative dell’America degli anni ’70. Heart Like a Wheel dimostra come l’allora ventottenne di Tucson possa padroneggiare lo studio come fa col palco, superando i confini del country e del folk. Di altri confini e di un ultimo dualismo, quello «tra vulnerabilità e ostinazione», parla la recensione apparsa su Rolling Stone poco dopo l’uscita. Dopo cinquant’anni, diremmo che ha prevalso l’ostinazione.
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