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A Night At The Opera.
(EMI, 21 novembre 1975)
Uno degli album più ambiziosi mai realizzati nella storia del rock, nonchè il più famoso (e il più costoso) nella carriera dei Queen.
La band entra in studio nella primavera del 1975 con la volontà di crare qualcosa di nuovo.
Freddie Mercury sogna di arrivare, attraverso il rock, a una forma d'arte universale che unisce musica, danza e teatro.
Il risultato è il capolavoro della band e uno dei punti di svolta nella storia del rock inglese.
Al punto di partenza è la volontà di espandere al massino le tecniche di registrazione in studio, senza utilizzare il sintonizzatore.
In una delle sue rare dichiarazioni alla stampa, Freddie spiega così la nascita del progetto:
"C'erano tante cose che volevamo fare sugli altri album, ma non ne avevamo la possibilità.
Adesso possiamo fare tutto, vogliamo spaziare in tutti i generi e continuare il lavoro sui cori e sulle sovraincisioni fino a fare dell'album un'opera d'arte costruita in studio.
Vogliamo superarci, e per farlo lavoreremo finchè non saremo sfiniti".
I Queen utilizzano sei studi differenti, spesso registrando separatamente le varie parti strumentali e per quasi sei mesi lavorarono ininterrottamente, per la disperazione del produttore Roy Thomas Baker, che avrà l'onore di mettere la firma su questo lavoro.
Il titolo dell'album è identico a quello di un film dei fratello Marx (Groucho Marx incontrerà la band per premiarla dopo il grande successo ottenuto), mentre in copertina compare il nuovo logo dei Queen disegnato da Freddie, che unisce l'immagine della Fenice con i segni zodiacali dei quattro membri del gruppo.

Continua...

- Tratto da Queen -

Tina