00 17/10/2009 21:36
Le differenze culturali.
Nonostante siano state condotte pochissime ricerche sull’odore del corpo umano nelle varie culture, esiste a tal proposito una ricca serie di dati tratti dall’esperienza e unanimemente riconosciuti.
E’ ovvio che tutto ciò che viene ingerito produce un effetto e che popolazioni diverse hanno abitudini alimentari differenti: sono proprio tali abitudini a far si che ogni razza venga associata un particolare odore.
La capacità di percepire un determinato odore può scomparire in seguito all’adattamento sensoriale: l’olfatto di un individuo perde in maniera progressiva la capacità di percepire una fragranza in misura proporzionale al tempo di esposizione a essa: pertanto gli “odori etnici” sono evidenti solo a chi appartiene a un’ etnia differente e li sente per la prima volta.
L’ampia scelta di cibi disponibili nella società contemporanea tende ad alterare le tradizioni alimentari, cosicchè, ad esempio, abbiamo persone vegetariane che emanano un fragranza corporea diversa da chi mangia carne quasi a ogni pasto.
E’ interessante ricordare che vi fu un periodo della storia del Giappone in cui gli uomini con un forte odore corporale venivano esonerati dal servizio militare, poiché era raro per un giapponese avere un sentore percettibile.
Probabilmente l’alimentazione svolgeva un ruolo decisivo, se si pensa che fino al 1856, quando fu macellato il primo bovino, la carne non era compresa nella dieta giapponese.


Odore corporeo e legame.
Durante le prime ore di vita del bambino, fra il piccolo e la madre so crea una sorta di “legame odoroso” che consente alla donna di riconoscere il proprio figlio.
Negli animali questo legame istintivo è così forte che una pecora che abbia perso il proprio agnellino accetta come suo un altro cucciolo rivestito con la pelle del piccolo morto.
Se la madre non vede il proprio bambino per diverse ore, e in alcuni casi di parto difficile ciò accade, è possibile che il legame non si sviluppi in modo adeguato.
Il bambino, inoltre, può creare associazione con gli odori artificiali, oltre che naturali, ad esempio con il profumo che la madre usa in modo regolare.
A questo proposito, è da notare che il continuo cambiamento di fragranze potrebbe confondere il neonato e incidere sulla sensibilità del suo odorato.
Il bambino impiega circa 10 giorni per identificare la fragranza del seno della madre, e il contatto fra madre e figlio può indurre l’assimilazione dei loro odori.
E’ stato condotto un esperimento in cui persone del tutto estranee riuscivano ad abbinare la maglietta intima di un bambino con quella della madre.
Questi “odori di famiglia” sono molto comuni negli animali, quelli che si muovono in branco mescolano i propri odori, generando un riconoscibile marchio di gruppo che consente loro di individuare con facilità eventuali intrusi.

Continua...

Tina.



[Modificato da ariel.46 17/10/2009 21:37]

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