00 26/10/2009 21:53

L’ODORE DI MADRE NATURA.


La natura è ricca di odori gradevoli e sgradevoli, ma anche questi ultimi, in piccolissime dosi, possono essere impiegati nella moderna profumeria.
Il regno vegetale offre un numero infinito di fragranze piacevoli, come si può constatare passeggiando in un giardino o lungo una siepe in campagna: potremmo elencare migliaia di “note floreali”, tuttavia i fiori, non sono gli unici responsabili della vasta gamma di fragranze.
Se schiacciate una foglia di eucalipto o di cipresso, sentirete un profumo inconfondibile, l’eucalipto è noto per l’effetto benefico sulle vie respiratorie, mentre il cipresso ha un intenso “aroma verde” che evoca l’atmosfera di un bosco.
Una passeggiata nei boschi può essere rilassante proprio grazie all’effetto distensivo delle fragranze naturali; l’odore fresco del fieno appena tagliato è anch’esso tra i più gradevoli.
Certo, il profumo dei fiori non è stato creato solo per il piacere dell’uomo.
Sebbene la fragranza della lavanda sia deliziosa, il suo scopo principale è difendere se stessa e, in modo casuale o pianificato, le piante circostanti: pare che i cervi non amino l’odore della lavanda, che può quindi essere usata per circondare e proteggere le specie botaniche a loro gradite, più comunemente, le piante emanano una fragranza per attirare insetti e uccelli e favorire l’impollinazione.
Il bouquet che inebria il nostro odorato, pertanto, può essere tanto un richiamo quanto un repellente per gli insetti e altri animali.
Esistono piante che hanno sviluppato meccanismi di difesa davvero ingegnosi: la stricnina, una sostanza amara e velenosissima, cresce sotto la corteccia di alcuni alberi, scoraggiando così la voracità degli animali; altre producono fiori che prima attirano gli insetti con il proprio odore e poi li cospargono con polline repellente, stimolando l’impollinazione; vi sono anche piante carnivore che catturano e ingeriscono insetti o altre sostanze animali.
Fiori, foglie, radici, steli, frutti, semi, felci, mischi vegetali e alberi non emanano solo una miriade di fragranze.
Molte piante hanno la capacità di immagazzinare le sostanze aromatiche prodotte dai loro processi metabolici per poi depositarle, a seconda della specie, nei fiori, nei frutti, nella corteccia o nelle radici.
La maggiorana, il rosmarino e la salvia, ad esempio, sono provviste di protuberanze a celle singole o multiple, localizzate sulla superficie dell’epidermide, nelle quali sono contenuti gli oli aromatici; altre varietà hanno, all’interno dei loro tessuti, spazi cellulari preposti a produrre e conservare le sostanze aromatiche: in caso di molestie, la pianta rilascia tale deposito attraverso appositi canali.

Continua...

Tina.


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