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INNO PER NATALE

di San Romano il melode


Colui che prima dell'astro del mattino
fu generato dal Padre senza madre,
sulla terra senza intervento di padre si è incarnato oggi da te:

onde la stella
reca il lieto annuncio ai magi
e gli angeli
con i pastori inneggiano
al tuo ineffabile parto,
Piena di grazia.

La vite che fece germogliare
il grappolo non coltivato
fra le braccia come su rami
lo recava e diceva:

« Tu sei il mio frutto, tu la mia vita,
tu dal quale conobbi
che sono ciò che ero,
tu il mio Dio;

poiché vedo immutato
il sigillo della mia verginità,
te proclamo l'immutabile
Verbo fatto carne.

Non conosco corruzione,
te conosco liberatore dalla corruzione,
poiché casta rimango
dopo che tu da me sei nato.

Ché come trovasti il mio ventre
così l'hai lasciato,
conservandolo intatto;
perciò esulta
tutto il creato a me gridando:
Piena di grazia.

Non respingo la tua grazia,
di cui ho esperienza, o Signore;
non oscuro la dignità
che conseguii generandoti:

ché del mondo sono sovrana,
e poiché la tua potenza
nel mio seno portai
su tutto l'universo domino.

Trasformasti la mia piccolezza
con la tua condiscendenza;
te stesso umiliasti
e innalzasti la mia stirpe.

Rallegratevi con me
ora, terra e cielo,
poiché il vostro fattoreio porto fra le braccia.

O terrigeni, deponete
le afflizioni,
mirando la gioia
che feci sbocciare dal mio seno
incontaminato, ed ebbi il nome
di Piena di grazia ».

Mentre così inneggiava
Maria a colui che aveva generato,e blandiva il pargolo
che sola aveva partorito,

la udì colei che nelle doglie
procreò i figli,
Eva, e gioendo ad Adamo
essa grida:

« Chi è colei che le mie orecchie ora ha fatto echeggiare,
quella in cui speravo,
una vergine che genera
il riscatto dalla maledizione?

Di lei la voce da sola
ha sciolto le mie pene;
ed il suo parto
ha ferito il mio feritore;

questa è colei che predisse
il figlio di Amos,
la verga di Iesse
che per me ha fatto germogliare un virgulto,
citandomi del quale non perirò,
la Piena di grazia.

Odi la rondine
che all'alba per me canta;
il sonno simile a morte
O Adamo lascia e sorgi.

Ascolta me tua moglie:
io, che un tempo
procurai la caduta ai mortali
ora li fo risollevare

Considera il prodigio:
mira la vergine
che col suo parto
cura la tua ferita.

Me una volta
vide il serpente e tripudia,
ma ora, vedendo
coloro che da noi son nati, fugge strisciando.

Contro di me innalzò
la testa;
ma ora umiliato
lusinga, non deride,
temendo colui che fu generato
dalla Piena di grazia »

Adamo, udite le parole
che la consorte tessé,
dalle palpebre il peso
subito deposto,

si solleva come da sonno,
e aperto l'orecchio
che la disubbidienza aveva ostruito,
così grida:

« Una melodiosa canzone ascolto,
un delizioso gorgheggio,
ma del canto
la voce ora non mi rallegra:

poiché è una donna,
di cui temo la favella;
sono nel cimento,
perciò temo la donna;

la musica mi seduce,
dolce qual è;
ma lo strumento mi turba,
che non abbia ad ingannarmi come già altra volta,

nuova vergogna aggiungendo
la Piena di grazia ».

« Lasciati rassicurare, o sposo,
dalle parole della tua consorte:
non mi troverai ora
a suggerirti amari consigli:

le vecchie cose passarono
e tutto nuovo
mostra di Maria
il figlio, Cristo.

Della sua rugiada gònfiati
e subito ora fiorisci,
come spiga sollevati
poiché la primavera ti ha raggiunto,

Gesù Cristo,
spirando quale dolce zeffiro.
il secco ardore
fuggendo,

orsú, seguimi
verso Maria
e i suoi immacolati
piedi tocca ora con me,
e tosto si moverà a compassione
la Piena di grazia»

« Riconobbi, o donna, la primavera
e le delizie sento
da cui un dì precipitai,
poiché vedo un altro nuovo Eden,

la Vergine, che
reca nel seno
lo stesso legno della vita,
quello che un tempo
il santo Cherubino custodiva
e mi impediva di toccare:
questo dunque intatto
vedendo io germogliare,

ho sentito l'aura,
o sposa, vivificatrice,
che me che ero cenere
e fango senz'anima

ha reso vivente.
Ora dalla sua
fragranza irrobustito
mi avanzerò verso colei che fiorisce
del frutto della nostra vita,
la Piena di grazia.

Ecco, sono ai tuoi piedi,
Vergine, madre senza macchia,
e in me tutta la mia stirpe
alle tue orme si prostra:

non sdegnare la madre,
poiché il figlio
tuo rigenerò ora
quelli che nella corruzione nacquero
e della morte furon preda
per colpa di Adamo, il primo uomo:
abbi pietà, o figlia,
del padre tuo che geme.

Le mie lagrime
mirando, muoviti a compassione di me
ed ai lamenti piega
l'orecchio tuo benignamente.

Tu vedi i cenci
che indosso,
che il serpente tessé per me:
muta la mia miseria
dinanzi a colui che generasti,
Piena di grazia ».

« Sì, speranza della mia anima,
ascolta anche me, Eva,
e di colei che in doglie partorisce
la vergogna disperdi,

ché tu sai come maggiormente
io misera
per i lamenti di Adamo
soffro nell'anima;

Poiché egli, memore delle delizie,
contro di me si scaglia
ingiuriandomi: "O magari
non fossi germogliata dal mio fianco!

Meglio sarebbe stato non prendere
te in mio aiuto,
ché non sarei precipitato
ora in questo abisso".

E così, non riuscendo a sopportare
le rampogne
e l'oltraggio,
piego il collo
finché tu non mi risollevi,
Piena di grazia».

Gli occhi di Maria,
mirando Eva
e volgendosi ad Adamo
al pianto eran sforzati;

pure resiste e s'adopra
a vincer la natura
colei che oltre natura il Cristo
ebbe qual figlio,

ma il cuore avea straziato
dalla pietà per gli avi,
ché al Misericordioso
pietosa madre si addiceva.

Perciò ad essi disse:
«Cessate dai vostri lamenti,
ed ecco vostra ambasciatrice
mi faccio presso colui che da me è nato;

scacciate dunque
il cordoglio,
poiché io ho generato la gioia;
per questo i regni del dolore
venni ora a devastare,
la Piena di grazia ».

Ho un figlio pietoso
e molto misericordioso,
da quanto conobbi per prova;
confido nella sua indulgenza.

Egli è fuoco, e pure abitò
nel mio seno,
e non arse
me misera.

Come un padre ha pietà per i suoi figli,
così il mio figliuolo ha pietà
di coloro che lo temono,
secondo che Davide profetizzò;

di lagrimare dunque
cessate, e lasciate che io
vostra avvocata
diventi presso il mio figlio.

Di gioia è infatti causa
colui che è stato generato,
il Dio prima dei secoli:
state tranquilli, non piangete:
a lui vado,
la Piena di grazia ».

Poi che con queste parole Maria,
misericordiosa qual è,
ebbe confortato Eva
e il suo consorte,

si avvicina alla mangiatoia,
piega il capo
e supplichevole al figlio
così dice:

« Poiché me, o figlio, innalzasti
con la tua condiscendenza,
la mia misera stirpe
per mezzo mio ora ti prega.

Adamo a me
venne lamentandosi amaramente,
ed Eva con lui
gemente s'unisce al lamento.

Colpevole ne è
il serpente,

che li denudò dell'onore;
perciò di esser ricoperti
chiedono, a me gridando:
Piena di grazia ».

Come tali preghiere
rivolse l'immacolata
al Dio giacente nella greppia,
egli accolse e le sottoscrisse,

e i suoi ultimi disegni spiegando
dice: « O madre,
a causa tua e per tuo mezzo
io li salvo:

se non fossi venuto per salvare costoro
non avrei abitato in te,
non avrei brillato in te,
non saresti stata chiamata mia madre.

Nella mangiatoia io
per la tua stirpe dimoro,
e dal tuo seno
per mia volontà suggo il latte.

Tra le braccia mi porti
per essi:
quelli che i Cherubini non vedono
ecco tu miri e porti,
e come figlio vezzeggi,
Piena di grazia.

Una madre in te acquistai
io artefice della creazione,
e come pargolo cresco
io che perfetto da perfetto procedo;

nelle fasce sono avvolto
per quelli che un tempo
tuniche di pelle
indossarono;

la grotta mi è gradita
per coloro che odiarono
le delizie e l'Eden
ed amarono la corruzione,

e trasgredirono
il vivificante comando;
discesi sulla terra
perché essi avessero la vita eterna;

ma se ancora che io sarò crocifisso
tu sapessi, o santa,
e che morirò per essi,
con tutti gli elementi
saresti sconvolta e piangeresti,
Piena di grazia ».

Ma poi che ebbe ciò detto
quegli che ha creato ogni lingua,
e tosto ebbe accolto
la preghiera della madre,

ancora disse Maria:
« Se parlerò,
non ti adirare con me che son fango,
o creatore:

ché come a figlio parlerò liberamente,
ardisco come madre:
tu a me con la tua nascita
ogni ardire hai dato.

Ciò che ti accingi a compiere
cosa è voglio ora sapere;
non nascondermi
la tua volontà che è dai secoli.

Tutto ti generai:
dimmi ora il disegno
che hai riguardo a noi,
affinché io apprenda anche da ciò
qual grazia ebbi in sorte
io piena di grazia ».

« Son vinto dall'amore
che ho verso l'uomo »,
il creatore rispose;
« io, ancella e madre mia,

non voglio affliggerti, e ti svelerò
ciò che voglio compiere,
e curerò la tua anima,
o Maria.

Quegli che è fra le tue mani
con le mani inchiodate
vedrai fra poco,
perché amo la tua stirpe.

Quegli che tu allatti
altri abbevereranno di fiele;
quegli che baci
sarà riempito di sputi;

quegli che chiamasti vita
lo potrai vedere
appeso alla croce
e lo piangerai come morto;
ma mi abbraccerai risorto,
Piena di grazia.

Di tutto questo prova
per mio volere farò,
e di tutto ciò causa
sarà la disposizione

che da tempo antico fino ad oggi
verso gli uomini
mostrai qual Dio,
cercando la loro salvezza-.

Maria come udì ciò
dal profondo gemette,
gridando: « O mio grappolo,
che non ti schiaccino gli empi!

Ti ho fatto germogliare,
che non veda del mio
figliuolo l'uccisione! »
Ma egli a lei disse:

« Cessa, madre, dal piangere
per quello che ignori,
perché, se ciò non si compisse,
perirebbero tutti costoro
per cui tu mi supplichi,
Piena di grazia.

Sonno considera che sia
la mia morte, o madre:
poiché tre giorni passerò
nella tomba, di mia volontà,

e dopo ti apparirò
risorto,
per il rinnovamento della terra
e di coloro che sono dalla terra.

Questo, o madre, a tutti annuncia,
questo sia il tuo tesoro,
in virtù di questo regna,
per questo gioisci ».

Mosse subito
Maria verso Adamo,
e, la buona novella
recando ad Eva, dice:

« Abbiate pazienza
ancora un poco,
poiché avete udito

ciò che egli ha annunciato di voler soffrire
per voi che a me gridate:
Piena di grazia ».