......
...
......
Questo forum non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Le foto e gli articoli presenti su questo forum sono stati in buona parte presi da Internet, e quindi valutati di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori fossero contrari alla pubblicazione di articoli o foto non avranno che da segnalarlo per provvedere prontamente alla rimozione. Grazie !
......
 
Pagina precedente | 1 2 » | Pagina successiva

Commedia dell'Arte: Le Maschere

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2021 18:07
Autore
Stampa | Notifica email    
ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:04


Le maschere della “Commedia dell’Arte, sono nate come espressione goliardica e rappresentativa delle caratteristiche del popolo, a seconda della sua regione o città d’appartenenza. Ne esistono davvero molte, nate in periodi diversi, a partire dal 1500 in poi. In questo post conosceremo alcune di esse dalle più rappresentative a quelle poco note, ma non per questo meno affascinanti. Inizierò col raccontare della Maschera (GIANGURGOLO) che rappresenta la Calabria e farò un confronto con il suo alter-ego ( IL CAPITANO/Capitan Spaventa) maschera rappresentante un’altra bellissima terra di mare la Liguria. Proseguirò con (PEPPE NAPPA, maschera della splendida Sicilia e l’immancabile (PULCINELLA, maschera Partenopea). Concluderò questo primo post dedicato alle Maschere del Carnevale con (PASQUARIELLO: maschera romana, forse meno nota rispetto a MEO PATACCA E RUGANTINO).

Continua...

Tina



Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:11




GIANGURGOLO


Larga popolarità ottenne in Europa, negli anni del predominio spagnolo (secoli XVI e XVII) la maschera del Capitano valoroso e spaccone, che assunse volta a volta i nomi di Spavento, Spezzaferro, Spezzamonti, Fracassa, Bombardone. Giangurgolo, cioè Giovanni dalla grande gola, è il tipo calabrese del Capitano, anche se il suo cappello a punta, il naso aguzzo e l’atteggiamento dinoccolato già si ritrovano nella figura di un antico mimo di quella regione, rinvenuta in una incisione su onice alla fine del Medio Evo. La decadenza degli Spagnoli, l’invenzione delle armi da fuoco, la nuova concezione della guerra sulla base non più di scontri individuali, ma di eserciti di massa, finiscono col ridurre gradualmente, nella fantasia popolare, la figura dell’eroe a una sorta di macchietta che nasconde, sotto di scorsi da « bravo », una caricaturale dose di paura. A Giangurgolo piacciono le donne, però, sovente, egli si astiene dal corteggiarle perché teme trattarsi di uomini travestiti ha un appetito insaziabile, ma arriva a digiunare quattro giorni consecutivi perché non ha un soldo in tasca e non vorrebbe che il rifiuto di un piatto di maccheroni costituisse un’offesa tale da costringerlo a battersi. « Quando io cammino — dice Giangurgolo — la terra trema sotto i miei piedi. E io cammino sempre…. ». Però, non appena si profila alla cantonata un gendarme, o un ragazzino gli grida un frizzo alle spalle, la maschera dimentica il nobile lignaggio e il conclamato valore e corre a nascondersi con una comica agilità che ha destato per secoli l’ilarità delle platee calabresi. Con gli umili, invece, si comporta da gradasso: ordina lasagne e salami in quantità degne di Gargantua, e guai a chi accampasse la pretesa di veder saldato il conto. Riferiscono i commenti dell’epoca che, a rovesciar Giangurgolo per i piedi, dalle sue tasche non uscirebbe un grano (cioè quattro centesimi) a questa maschera si può dunque ricondurre l’espressione scherzosa, frequente nelle riviste, per la quale arricchire si dice far grano.

Continua...

Tina



[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:22]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:13




IL CAPITANO/Capitan Spaventa


Fin dall’antichità classica il Teatro non mancò di annotare la facilità con la quale il reduce è indotto a ingigantire, raccontandole, le sue prodezze sul campo di battaglia; alle ingenue platee piaceva anche la figura iperbolica del temerario che demoliva con uno sguardo una cinta di mura, e al cui fascino non resistevano le dee. Dall’incontro tra marzialità e satira è derivato quel carattere di Capitano che si ritroverà, volta a volta, nelle maschere di Spavento, Fra cassa, Matamoro, Spezzamonti, Spezzaferro, e, per il teatro tedesco, nella figura del Capitano Horribilicribrifax. Dal Rodomonte dell’ « Orlando Furioso », un autentico eroe ironizzato dalla fantasia dell’Ariosto, si arriverà, a forza di caricatura, alla maschera dello stupido, illuso d’essere temerario e irresistibile (Capitan Babbeo), o alle figure pura mente comiche del Vappo napoletano, del calabrese Giangurgolo, del romano Rugantino che, diventato gendarme, vorrebbe arrestare a suo arbitrio, finisce bastonato, ma se la cava esclamando: « Me ne hanno date, però quante gliene ho dette ». Quando gli eserciti del re di Spagna percorsero l’Europa, la maschera del Capitano, una delle più popolari in Italia. Francia e Inghilterra, diventò ufficiale spagnolo con grandi baffi e naso marcato, erede di quel Matamoro che vestiva i valletti con la stoffa dei turbanti tolti tagliando a fu di spada le teste degli infedeli, e che un giorno riuscì a catturare il sultano scavalcando le mura di una fortezza e trascinandoselo dietro per la barba; tale fu la quantità di frecce che, senza ferirlo, andarono a conficcarsi nella corazza del Matamoro, che i suoi compagni d’armi, incontrandolo, lo scambiarono per un porcospino.

Continua...

Tina

[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:24]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:20




PEPPE NAPPA


Il carattere del Pagliaccio, i cui primi lineamenti già si potrebbero rilevare nelle figure di Bertoldo. Bertoldino e Cacasenno, i protagonisti del famoso libretto di (Giulio Cesare Croce, dai quali trassero motivi la maschera di Pierrot in Francia e il clown da circo in Inghilterra. si ritrova in Sicilia nella maschera di Peppe Nappa. un Pierrot esile, delicato, con un costume azzurro pallido, che sembra uscito da un quadro di Wtteau. Agilissimo e dinoccolato si direbbe che non abbia lo scheletro ha sempre un appetito formidabile e lo si trova preferibilmente in cucina, se non altro per respirarne i profumi. In una commedia – balletto, Peppe Nappa. domestico di un professore, viene mandato in guardaroba, alla fine della lezione, per ritirare gli indumenti del suo principale. Arriva trascinandoseli dietro come cenci, e quando gli vien fatto osservare che sarebbe bene ripulirli. provvede con un secchio d’acqua e una scopa come se, invece di cappello e cappotto, si trattasse di un impiantito. Esasperato da tanta stoltezza, il professore ingiunge a Peppe Nappa di calarsi i pantaloni perché gli possa somministrare una buona dose di nerbate: la maschera, rassegnata. vuole che alla punizione assistano dei testimoni, perciò corre a chiamare le ragazze più grandi. Il professore, per evitare scandali, rinuncia alla punizione e se ne va, Peppe torna in guardaroba. infila la toga nera del professore e rientra in aula spargendo il terrore tra le alunne che avevano approfittato della tregua per dar via libera ai loro innamorati. Non appena si accorgono che si tratta del domestico, le giovani coppie vorrebbero coprirlo di busse: però. temendo che vada a riferire al professore, preferiscono amicarselo offrendogli uova e maccheroni. Lo spettacolo si concluderà col matrimonio di tutti, tranne il povero Peppe Nappa che non ha trovato una ragazza disposta a dirgli di si.

Continua...

Tina



[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:25]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:22




PULCINELLA


Due opposti caratteri che si ritroveranno poi comicamente fusi nella maschera di Pulcinella, figurano già nelle atellane, rappresentazioni improvvisate che i Romani introdussero intorno all’anno 540 della loro città: Maccus. temperamento vivo, spiritoso, un po’ feroce, e Bucco, adulatore. fanfarone, vile, e poco rispettoso della proprietà altrui. Particolarità di questi antichi personaggi era I ‘imitazione delle stridule voci degli uccelli, donde il soprannome di pullus gallinaceus dal quale derivò Pulcinella. Questa maschera con due gobbe e il naso adunco può considerarsi la più antica del nostro Paese. Con l’avvento del Cristianesimo scomparve, insieme alle atellane, anche la figura di Pulcinella che verrà riesumata mille anni dopo, nel ‘500, dal capocomico Silvio Fiorello. Da allora questa figura ha teso, da un lato, a personificare, virtù e vizi, il borghese napoletano, ma, d’altro lato, con miracolosa simultaneità, è arrivata ad ambientarsi in tutta Europa, assorbendo le singole caratteristiche nazionali: PoIichinelle, in Francia; Punch. donnaiolo e corsaro. in Inghilterra: Pulzinella e I-lanswurst (cioè Giovanni Salsiccia in Germania: Tonelgeek in Olanda, don Christoval Polichinela in Spagna. La figura si è andata anche adattando ai più diversi ruoli: padrone, servo, domestico, magistrato, ma in nessun caso atleta: sobrio nei movimenti, freddo, lento, goffo. di poche parole, ma, quando parla, è sempre secco e mordente. Derivazioni locali della figura di Pulcinella possono essere considerati i trasteverini Meo Patacca e Marco Pepe, il bravaccio popolare napoletano Sitonno, e forse anche la caratteristica figura bolognese del Birichino.

Continua...

Tina

[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:26]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:24




PASQUARIELLO


Narra una leggenda che il giorno in cui venne al mondo Pasquariello, i gatti rubarono l’arrosto, la luce della can della s’affievolì per tre volte, il vino ribollì negli otri e la marmitta si riversò sulle braci. Pasquariello nacque infatti goloso, ubriacone, spacca tutto, rovina dei locali pubblici e terrore delle cucine, dissoluto non meno di Brighella, dal cui carattere Pasquariello indubbiamente deriva, ma meno lesto di lui a ricorrere alle busse o addirittura al pugnale per realizzare i propri ignobili disegni. La maschera di Pasquariello, il cui nome deriva dal famoso Pasquino, l’emblema della satira presso i romani, fu portata in Francia nel 1685 dall’attore Giuseppe Tortoriti, danzatore ed equilibrista, soprannominato Truonno, cioè tuono, perché all’estrema agilità delle movenze accompagnava una voce tale da destar brividi nelle platee. Pasquariello appartiene, come Brighella e come il francese Scaramouche, a quel carattere di domestico dissoluto e intrigante che già si espresse nel teatro dell’antichità classica con la figura dello schiavo greco Pseudolo, e che più tardi s’incrociò, soprattutto nella satira popolare, col tipo del Capitano, vile e vanaglorioso. Abilissimo in qualunque parte, Pasquariello recita come Capitano quando gli occorre costringere Arlecchino a portare all’altare la sedotta Colombina, sua parente, ma figura sovente anche come ballerino, come moro e perfino come pittore, quando Arlecchino, arricchito, esprime il desiderio di farsi fare un ritratto. Uno dei migliori interpreti di Pasquariello fu l’attore francese Cavé, detto Maillard, che fu protagonista di una disavventura coniugale rimasta famosa a Parigi. Un giorno il Cavé, trovandosi in un caffè, vide passare per la via sua moglie, una graziosa attrice che recitava nella parte di Colombina. Per farsi bello agli occhi degli altri avventori esclamò: Vedete quella donna? A me non dice mai di no ». « Nemmeno a me » soggiunse uno dei presenti. Purtroppo non mentiva.

Continua...

Tina


[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:28]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:27




MEO PATACCA


è la maschera romana, che assieme a quella di Rugantino, rappresenta il coraggio e la spavalderia di certi tipi di Trastevere, il quartiere più popolare di Roma. Spiritoso ed insolente, Meo Patacca é il classico bullo romano, sfrontato ed attaccabrighe, esperto ed infallibile tiratore di fionda, ma in fondo, generoso e di animo aperto. Gli piace é vero fare lo spaccone e parlare in dialetto romanesco, in modo declamatorio, ma poi all’occorrenza non fugge. Anzi, quando ci scappa la rissa, si getta nella mischia e la sua fama é ben nota in Trastevere e in tutta Roma. A parte il suo carattere sicuramente un po’ difficile che si adombra per niente e quel suo strano modo di discutere con qualcuno, prima con le mani poi con le parole, Meo Patacca riscosse la simpatia dei suoi concittadini che affollarono i teatri romani per assistere divertiti alle sue commedie. Il suo personaggio ebbe a lungo fortuna sulle scene e pur trasformato col tempo, in un tipo più serio e meno manesco, ha mantenuto inalterati i caratteri di vanaglorioso romano, sbruffone e provocatore.

Continua...

Tina



[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:29]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:30




RUGANTINO


Il romanissimo Rugantino è, come i capitani, fanfarone e contaballe, ma, al contrario di quelli, rischia davvero e paga di persona. Rappresenta il “bullo romano”, disposto a prenderne fino a restare tramortito pur di avere l’ultima parola. ” Meglio perde n’amico che na buona risposta” é una delle sue frasi preferite. Quando appariva sulla scena, Rugantino era vestito da sbirro; indossava pantaloni, gilet e giacca rossi, calzava scarpe con grandi fibbie e portava un cappello a due punte. Il suo nome deriva senza dubbio da ” rugare” cioè brontolare, borbottare, come una pentola d’acqua che ribolle. Quando finisce a botte, Rugantino non si scompone, ma testardo come sempre: “Me ne ha date, ma quante gliene ho dette!” esclama!

Fonte

Tina


[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:30]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:34


Continuando la nostra escursione sulle maschere della Comedia dell’arte oggi parleremo di ARLECCHINA conosciuta anche come COLOMBINA E CORALLINA. Continueremo con il famosissimo ARLECCHINO (servo di due padroni) ed i suoi alter-ego TRIVELLINO e FRITELLINO. Finiremo questo post col parlare di NARCISINO. Buona lettura.




ARLECCHINA


Già nel teatro dell’antichità classica troviamo alcuni linea menti di quel carattere femminile che assumerà poi, volta a volta, nel teatro dal ‘500 al ‘700 i nomi di Colombina, Betta, Franceschina, Diamantina, Marinetta, Violetta, Corallina: è l’anche cinica e adulatrice, sempre pronta a suggerir malizie e sotterfugi alla padrona innamorata, che di verrà, trasformandosi, la Servetta del teatro italiano e la Soubrette del teatro francese, per passare infine, quasi irriconoscibile, al compito di primadonna nel moderno teatro di varietà. Poiché nelle commedie dell’arte — che gli italiani rappresentavano improvvisando le battute dopo aver studiato il canovaccio — Colombina era quasi sempre moglie o amante di Arlecchino, si finirà con l’accoppiarli anche nel costume e nel nome, così come la donna di Pierrot si chiamerà Pier rette e, a somiglianza del compagno, vestirà di bianco e si cospargerà la faccia di farina. Arlecchina, col costume a toppe colorate, appare per la prima volta sulle scene a Parigi nel 1695 in un dramma intitolato « Ritorno dalla fiera di Besons ». L’idea trova consensi di pubblico e gli autori vi ricorreranno più volte, soprattutto nelle trame che richiedono travestimenti. La maggiore interprete di Arlecchina fu l’italiana Caterina Biancolelli, figlia di quel Domenico Biancolelli che tra sformò la primitiva maschera bergamasca di Arlecchino in uno dei più fortunati personaggi del suo tempo. Duttile come Colombina, Arlecchina assumerà volta a volta le parti più disparate: domestica, damigella, ma anche cavaliere, medico, avvocato, e perfino la parte della educanda innamorata che deve imparare a ricorrere alle astuzie per liberarsi di un Leandro, seccante corteggiatore al quale i parenti vorrebbero darla in sposa, per poter convolare a nozze con l’Arlecchino dei suoi sogni.

Continua...

Tina


[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:32]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:37




COLOMBINA


I primi lineamenti che quel carattere che diverrà poi la maschera di Colombina si trovano gi nelle commedie di Plauto. fra le furbe ancelle, ciniche e adulatrici, sempre pronte a suggerire alla padrona malizie e astuzie. La personificazione antica della schiava complice interessata nei sotterfugi domestici e amorosi della padrona, diverrà poi la Servetta del teatro italiano e la Soubrette di quello francese che ai nostri tempi finirà dopo essere passata. conservando più o meno i tratti originali del carattere, per l’opera buffa e l’operetta, al varietà. Il nome di Colombina compare per la prima volta nella Compagnia degli Intronati verso il 1530, ma a far di esso il nome di una maschera vera e propria sarà qualche decennio più tardi l’attrice italiana Carla Biancolelli, moglie dell’attore Pierre Lenoir, che recitava nella compagnia di Moliere. Facendo allusione al suo nome d’arte. la Biancolelli si faceva raffigurare nei cartelloni reggendo al braccio un paniere dal quale facevano capolino due colombe, chiaro simbolo dell’origine campagnola del personaggio della Servetta. Amante o marito di lei, che assumerà volta a volta i nomi di Betta, Franeeschina. Diamantina, Marinetta, Violetta. Corallina, sarà sempre Arlecchino. al punto che, in una rappresentazione avvenuta a Parigi nel 1695, adatterà a giubba e gonna l’abito a toppe colorate del suo compagno, e assumerà il nome di Arlecchina, così come Pierrette, la donna di Pierrot, si veste di bianco e s’infarina il viso. Solo in qualche spettacolo, a tagliar la strada agli amori di Corallina e Arlecchino interverrà un ricco pretendente di nome Leandro, ma basteranno poche astuzie a toglierlo di mezzo e a restituire la felicità alla classica coppia e il lieto fine per tutti.

Continua...

Tina


[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:33]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:40




CORALLINA


Colombina, Franceschina, Betta, Marinetta, Violetta, e molti altri nomi ancora, assunse nel teatro italiano delle maschere il tipo dell’ancella dal parlare audace e il gesto disinvolto, sempre disposta all’adulazione e alla malizia, che si richiama peraltro a un carattere dell’antico teatro classico: la schiava complice dei sotterfugi amorosi della padrona, che interviene a rimediare al candore e all’inesperienza di lei, guidando l’idillio a lieto fine. Il tipo della furba ancella, più spesso indicato col nome di Colombina, assunse quello di Corallina con Anna Veronese, una soubrette d’origine italiana che debuttò quattordicenne nel 1744 a Parigi dov’era giunta col padre, Carlo Veronese, che in quello stesso lavoro, « Il doppio matrimonio di Arlecchino », interpretava la parte di Pantalone. Il Veronese era stato assunto insieme alle figliole Anna e Camilla dal re di Francia, che aveva loro anticipato duemila franchi per il viaggio. Poichè, intascato il danaro, invece di partire, i tre se ne stavano tranquillamente a Venezia, a continuare le recite a 5. Samuele, fu incaricato di far loro rispettare il contratto un giovane diplomatico francese presso la Serenissima: Jean Jacques Rousseau. Il futuro autore del « Contratto Sociale », che aveva imparato a parlare correntemente il dialetto veneziano, riuscì con uno stratagemma ad avvicinare i Veronese, minacciando di farli arre stare se non fossero partiti entro Otto giorni. Il successo che essi ottennero a Parigi fu strepitoso, soprattutto per merito di Corallina, al punto che, nel volgere di poche stagioni, fu scritto per lei un intero repertorio: Corallina maga, Corallina giardiniera, Corallina intrigante, Le follie di Corallina, ecc. Sei anni dopo, appena ventenne, Anna Veronese lasciava la Francia e tornava a Venezia dove interpretava, sempre col nome di Corallina, commedie di Carlo Goldoni.

Continua...

Tina



[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:34]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:46




ARLECCHINO


Tradizione vuole che Arlecchino sia nato a Bergamo e che la madre, poverissima, gli abbia cucito il festoso costume con scampoli di vari colori, oppure secondo un’altra versione, che Arlecchino, ragazzo, sia stato al servizio di un avarissimo speziale che lo vestiva con le toppe dei propri abiti sdruciti. Però, arrivata in Francia con i comici del l’arte — quegli attori che, invece di imparare battute a memoria, improvvisavano lo spettacolo dopo averne studiata la trama — la popolare maschera lombarda gradualmente si trasforma: conserva la maschera nera e il berretto bianco, ma all’antico abito rappezzato sostituisce un elegante costume nel quale le toppe dei tempi poveri sono vagamente ricordate da losanghe a colori alterni simmetricamente disposte. Considerato fino allora come un balordo, Arlecchino acquista, insieme al mutar dell’abito, una nuova malizia.

Un giorno, ad esempio, il re di Francia si accorge che Arlecchino (l’attore Domenico Biancolelli) non riesce a distogliere lo sguardo da un appetitoso arrosto. « Dategli quel piatto! » ordina il re. E Arlecchino, di rimando:« Maestà, posso tenermi anche l’arrosto? ». il piatto era d’oro massiccio. La trasformazione del costume e del carattere di questa maschera è appunto attribuita al Biancolelli, figlio di artisti, chiamato in Francia d Mazzarino nel 1659. Egli conservò e perfezionò peraltro l’antica vivacità e agilità del personaggio, fino a pagare con la vita: morì di congestione polmonare dopo una danza acrobatica che egli aveva pro tratta in gara con gli ininterrotti applausi del re, Suo figlio Pier Francesco, degno emulo del padre, dovette presto, benché agilissimo, rinunciare all’interpretazione di Arlecchino, poiché era diventato troppo grasso. Evaristo Gherardi di Prato, loro successore, morì per aver battuto violente mente il capo sull’assito durante una catena di piroette.

Continua...

Tina


[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:36]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:48




TRIVELLINO


E’ la maschera gemella di Arlecchino, anche se porta un nome e un costume differenti: non è anzi da escludere che quello sia stato l’antico nome di Arlecchino, giacché Trivellino significa appunto « uomo con l’abito trivellato ». L’abito rammendato con toppe di disparati colori si tra sformerà per Arlecchino in un completo a losanghe alterne di due colori; per Trivellino, invece, in giubba e pantaloni di color giallo camoscio, bordati di triangoli di stoffa verde e fantasiosamente disseminati di mezzelune e di stelle scarlatte. Entrambe le maschere conserveranno però la maschera nera, che richiama il loro carattere a un ruolo che figurava già nel teatro dell’antichità classica ed era interpretato da schiavi negri. Nelle compagnie che percorsero I’ Italia ai primi del ‘600 Trivellino sosteneva la parte dell’intrigante, impegnato a tormentare senza posa quell’ingenuo sciocco di Arlecchino, e arrivava talvolta ad assumere parti da scellerato, degne di gareggiare con quelle solitamente assunte da Brighella. Tutti e due servitori, Arlecchino e Trivellino si trovano ad avere parti affini, talvolta usate insieme, a contrasto, per comodità del commediografo. Il maggior interprete di Arlecchino, l’italiano Biancolelli, debuttò appunto come Trivellino; il maggior interprete di Trivellino, Domenico Locatelli, recitava a Parigi quando Biancolelli lanciò il suo Arlecchino. Il figlio del Biancolelli, Pier Francesco, innamoratosi della figlia di un attore, trascurò i severi studi che aveva compiuto in un collegio di Gesuiti per seguire la sua donna sulle scene: sarà appunto lui che, dopo aver debuttato a Tolosa nella parte di Trivellino, rinnoverà la figura di Arlecchino trasfondendo nella vecchia figura del bergamasco sciocco un’opposta vena di astuzia e di mordente. Da allora la maschera di Trivellino scomparirà dal teatro per riapparire soltanto, qualche volta, negli spettacoli di marionette.

Continua...

Tina


[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:37]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:51




NARCISINO


Le popolari maschere di Brighella in Italia e di Scapino in Francia sono espressioni di un carattere di valletto cinico e intrigante che già si ritrova nel teatro dell’antichità classica e che, frequente nel teatro italiano del ‘500, ispirò alcuni tipi di maschere regionali: Narcisino, nativo di Malalbergo, fra Bologna e Ferrara, può dunque considerarsi, per parecchi lineamenti, come il tipo del Brighella emiliano. Ma, a differenza del Brighella bergamasco, che celava il volto sotto una truce maschera e non rifuggiva dal servirsi della violenza per realizzare i suoi propositi, Narcisino conta su un’unica arma: quell’astuzia paesana che lo accosta, per qualche aspetto, alla tradizione emiliana del contadino scaltro e spiritoso, espressasi nelle immortali figure di Bertoldo e Bertoldino. I bolognesi avevano già un’altra maschera, il dottor Ballanzone, che parlava nel loro dialetto, infiorettandolo con dotte ma strampalate citazioni latine; al bolognese dei signori, parlato da Ballanzone, Narcisino oppone la parlata contadina, meno esornata, ma assai più pungente ed efficace. La maschera di Malalbergo, d’altra parte, non venne impiegata soltanto nella parte del servitore, ma impersonò anche il padre, il tutore, il padrone, sempreché si trattasse di personaggi testardi e maliziosi, finché, col tempo, finì con lo specializzarsi nell’intrattenere il pubblico durante gli intervalli con frizzi, galanterie, satire e piccole mordaci moralità. Sbucava dietro il sipario portando in capo un cappello di paglia, simile a quello dei mietitori, dal quale spiovevano sulle spalle i capelli, alla maniera contadina; talvolta teneva sul braccio il tabarro, il tipico mantello degli emiliani poveri, oppure reggeva un paniere colmo di frutta, e si produceva in discorsi mordenti tali da inimicargli in più d’un caso la censura e di far parlare di lui, nella storia del teatro, come di un precursore del famoso Pasquino.

Continua...

Tina



[Modificato da ariel.46 17/01/2019 16:42]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































ONLINE
Post: 164.738
Post: 131.685
Registrato il: 02/06/2006
Registrato il: 28/10/2008
Sesso: Femminile
Nevin
Utente Gold
25/01/2012 12:55




FRITELLINO


Prima ancora che si affermassero sulle scene italiane le celebri maschere di Arlecchino, Pulcinella, Brighella, Pantalone, che i nostri comici resero celebri in tutta Europa, il teatro era dominato da figure di mimi e di interpreti il cui ricordo andò perduto nel tempo e i cui tipi si richiamavano agli esecutori di quegli antichi canti fescennini, schietti ma piuttosto sboccati, che furono per parecchi secoli il maggior divertimento dei romani, Unica traccia di quelle figure ci resta in un volume che il francese Callot, stabilitosi a Firenze per studi d’arte, compilò raccogliendo una cinquantina di ritratti, desunti dall’attualità teatrale di quel tempo e tra i quali domina, accanto al tipo di Coviello, scaltro e fanfarone, il personaggio di Fritellino, con sciabola al fianco, un drappo scarlatto avvolto intorno al collo e un copricapo ornato di piume, lungo e appuntito, la cui forma ricorda i tradizionali berretti della goliardia. Fritellino godette nel ‘500 una popolarità pari almeno a quella che si conquistò più tardi il bergamasco Arlecchino, come lui agile e destro, tanto che numerosi comici della fine del secolo interpretarono alternativamente i due personaggi, portando sul viso, in entrambi i casi, quella maschera nera che Arlecchino, nonostante le numerose trasformazioni subite dal suo tipo e dal suo costume nel tempo, non smetterà mai, Fritellino figurerà spesso in coppia anche con un altro curioso personaggio, il Franca-Trippa, armato di una spada di legno, e assumerà in qualche lavoro anche il nome di Gian Fritello, soprattutto nelle interpretazioni del comico Pietro Maria Cecchini che, dopo aver dominato per molti anni le scene italiane, fu chiamato nel 1612 alla corte del l’imperatore tedesco Mattia che lo tenne in grande onore e lo favorì al punto di conferirgli un titolo nobiliare.

Fonte

Tina



[Modificato da ariel.46 30/01/2021 18:02]

Image and video hosting by TinyPic


















FAT BOTTOMED GIRLS official page!
































Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 » | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum
Tag cloud   [vedi tutti]


Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:42. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com
.....
FORUM AMICI E ADOTTINI


.... Web stats powered by www.webstat.ms