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27/10/2014 15:18 | |
Le questue
Le questue rituali, comuni a molte altre festività, erano un'altra delle peculiarità della notte di Ognissanti.
Gli autori del libro le distinguono in questue attive, dove i bambini e i poveri, in qualità di rappresentanti dei defunti, facevano il giro delle case del villaggio per chiedere pane, fave e legumi bolliti o piatti di minestra, e questue passive in cui i generi alimentari venivano lasciati, sempre per onorare i defunti, come offerta in qualche luogo pubblico o di passaggio.
Ancora la signora Costanza mi raccontava che lei e i suoi amichetti andavano in giro per i rioni, a bussare di casa in casa gridando "Ai Morti! Ai Morti!", e qualcuno offriva loro mandarini, papassini e castagne bollite, qualcun altro invece gettava in testa ai piccoli visitatori dei catini d'acqua fredda.
Una mia amica di origine siciliana mi ha detto che invece dalle sue parti la sera di Ognissanti è usanza lasciare in un angolino della casa le scarpe vecchie dei bambini, per poi fargliene trovare un paio nuovo la mattina seguente, pieno di dolciumi e caramelle, che rappresentano un omaggio da parte dei defunti.
Anche nel libro c'è un riferimento a questa usanza, una sorta di questua passiva presente non solo in Sicilia, ma anche in altre parti del Sud Italia. Secondo la tradizione, gli Antenati premierebbero così i bambini che si sono comportati bene, e questo simboleggia l'atteggiamento protettivo che essi hanno nei confronti dei più piccoli.
Continua...
Tina
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