| | | OFFLINE | Post: 165.957 Post: 132.904 | Registrato il: 02/06/2006 Registrato il: 28/10/2008 | Sesso: Femminile | Nevin | Utente Gold | | |
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28/12/2022 16:31 | |
COSA POSSONO DIRE QUESTI APOLOGHI ALLE DONNE E AGLI UOMINI DI OGGI?
Man mano che crolla, sotto i colpi della stessa scienza, l'antropocentrismo, l'animale riemerge come interlocutore, se non altro esistenziale, dell'uomo che lo riscopre come compagno nel viaggio della vita.
I poeti e i pensatori che hanno spinto lo sguardo avanti nel mondo che ci prospetta la civiltà industriale, ne hanno ricavato la sensazione di un deserto, dove l'uomo resta sempre più chiuso nella propria individualità, in un mondo dove la comunicazione umana è sempre più precaria e quella con la natura quasi impossibile.
L'animale in questa prospettiva si presenta come un'ancora di salvataggio.
L'uomo contemporaneo, dalla stessa logica dell'economia, viene momentaneamente sbalzato a un posto di potere, di forza, di ricchezza per essere emarginato ben presto in un limbo senza resurrezione, nel quale l'impottenza e l'inutilità sono pari alla frustrazione e alla solitudine.
La logica di tutto il sistema pone l'uomo nella condizioned'essere prima o poi un perdente, tanto più quanto può raggiunge successo e potere.
Ciò si tocca con mano in carriere di impiegati come quelle di cantanti, sportivi, industriali, politici.
L'animale si fa sempre più il compagno dell'emarginato, dello sconfitto, ma anche del solitario, del pensionato, dell'uomo che non trova rapporto con gli altri.
- Tratto da Mistero n. 101/2022 -
Tina
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