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Gatto: un enigma lungo secoli

Ultimo Aggiornamento: 23/10/2023 18:56
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Nevin
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23/10/2023 18:19


Gatto: un enigma lungo secoli

Adorati o perseguitati come maligni: scopriamo la complicata relazione tra Uomo e gatto dalla "viva voce" del felino più amato. Un'intervista impossibile all'animale domestico più misterioso.
La divinità egizia Bastet, venerata già a partire dalla II dinastia (2890 a.C.), aveva le sembianze di una gatta.


Indaghiamo sull'importanza di questo felino domestico nella storia dell'Uomo. Abbiamo chiesto proprio a lui, l'enigmatico gatto, di raccontarci il suo rapporto con gli umani, in prima persona, attraverso l'articolo "Una relazione complicata" di Federica Ceccherini, tratto dagli archivi di Focus Storia.

Parola di gatto.
Non avevo raggiunto ancora l'età delle pubertà quando morii e fui seppellito, con tutti gli onori, circondato da una ghirlanda di 24 conchiglie. Riposavo a poca distanza dal mio inseparabile amico, un signore distinto e nobile con cui passai un sacco di belle giornate sull'isola di Cipro, circa 9mila anni fa. Mi hanno ritrovato molto tempo dopo, solo vent'anni fa, i discendenti di quell'uomo e da allora sono considerato il primo gatto domesticato della Storia (strappando il primato ai miei simili egizi).

Un titolo di cui, non lo nego, vado molto fiero. Gli umani ci ammirano e ci amano oggi. Ma mica è sempre stato così. Abbiamo passato con loro momenti bellissimi e altri molto difficili, a causa del nostro carattere non proprio malleabile. E allora chi e perché ci ha addomesticato? Vi svelo un segreto: abbiamo fatto tutto da soli, ci siamo autoaddomesticati.





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Nevin
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23/10/2023 18:35


ANTENATI.
La nostra, dicevo, non è sempre stata una vita facile, osannati in alcuni periodi, in altri perseguitati come maligni, portatori di malattie e creature del demonio (che qualsiasi cosa significhi, visto l'accanimento, deve essere qualcosa di molto brutto). Ma partiamo dall'inizio. Secondo gli studi umani, noi felidi abbiamo un antenato, il proailuro, che sarebbe vissuto nientepopodimeno che 25 milioni di anni fa. Di lui poco si sa. Di più sappiamo del mio diretto parente, il Felis silvestris o gatto selvatico africano, visto che gli odierni gatti da divano... Ehm volevo dire domestici (Felis catus) derivano proprio da quel selvaticone, che esiste ancora e abita in solitaria, in steppe e savane di mezzo mondo.

CACCIATORI. Fu in Medio Oriente, nella cosiddetta Mezzaluna fertile, che i primi gatti selvatici si avvicinarono agli uomini, quando questi divennero agricoltori. I loro depositi di cereali, infatti, erano pieni di roditori. Era questione di reciproco interesse: granai senza topi per loro e cibo con poca fatica per noi. Finché ci possiamo rendere utili così ok, ma di andare a caccia, fare le guerre, o altre attività faticose per gli umani, come fanno altri animali, non se ne parla proprio.

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23/10/2023 18:37


SACRI.
Eppure anche noi abbiamo avuto i nostri eroi.
Nel delta del Nilo, a Bubasti, città egizia sacra ai gatti, sono stati ritrovati i resti di 30mila mummie di felini. Va beh... forse non tutti furono valorosi (e probabilmente non erano nemmeno tutti gatti), ma una cosa è certa: gli Egizi seppero ringraziarci per il nostro lavoro di "pulizia". Ci dedicarono oltre a una città, anche un tempio, e perfino una dea, che aveva le nostre sembianze: Bastet, protettrice della casa e della famiglia. Ah, e guai a farci del male: chi ci provava veniva arrestato e rischiava anche la pena di morte.

Secoli di migrazioni.
In seguito abbiamo cominciato a estendere il nostro dominio su altri continenti. La qual cosa, a causa della nostra nota mania del controllo del territorio, fu molto stressante ma proficua. Con i Fenici arrivammo in Grecia, dove conoscevano solo furetti e donnole come cacciatori di topi. Iniziò così la nostra espansione in Europa. I Romani ci apprezzarono molto, per loro possedere un gatto era simbolo di agiatezza e nobiltà. Si narra che anche Maometto ci amasse, perché uno di noi un giorno lo salvò dal morso letale di un serpente. Ragion per cui gli islamici ci hanno sempre lasciati liberi di scorrazzare, perfino nelle moschee.

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[Modificato da ariel.46 23/10/2023 18:37]
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23/10/2023 18:40


DEMONIACI.
Nell'Europa del Medioevo cattolico, invece, la nostra indipendenza e la poca attitudine a essere manipolati furono scambiate per malanimo. Gli animali – credevano allora gli uomini – dovevano essere creature docili e utili all'uomo, e noi non lo eravamo (così pensavano, sbagliando!). Roba da non credere: ben due papi, nel 1233 Gregorio IX e nel 1484 Innocenzo VIII, si scomodarono per condannarci come esseri diabolici. Nella notte di San Giovanni, nelle piazze, per anni si sono compiute vere e proprie stragi di gatti arsi insieme alle donne considerate streghe.

Capro espiatorio.
E se per caso il continente era scosso da qualche emergenza sanitaria ecco che se la prendevano con noi. Un esempio? Nel XIV secolo ci fu una terribile epidemia di peste bubbonica, detta la Morte Nera, e migliaia di gatti furono uccisi, accusati di portare la malattia. Mai convinzione fu però più stupida e nociva: la diminuzione della popolazione felina portò al proliferare dei topi diffusori, loro sì, in parte, della malattia (con le loro pulci).

SALOTTIERI.
Più tardi anche in Occidente qualcuno ha ricominciato ad apprezzarci. I primi furono personaggi importanti come re e cardinali (un tale Richelieu, nel 1642, lasciò in eredità ad alcuni di noi gran parte dei suoi averi).

La nostra presenza nelle corti e nelle case dei ricchi crebbe. La svolta però ci fu nell'800 quando i borghesi cominciarono ad adottarci come animali da compagnia.

I gatti "civilizzati", quelli di casa, erano esseri da curare e da custodire, a differenza di quelli randagi nelle strade, che per alcuni erano animali "incivili", per altri invece il simbolo di una vita libera. Finalmente però arrivò un po' di pace per tutti. E così abbiamo potuto compiere a pieno la nostra missione: allietare gli umani con la nostra compagnia, se è vero quello che ho sentito dire una volta a qualcuno "Il tempo trascorso con i gatti non è mai tempo perso".

Fonte: Focus.it

Tina


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23/10/2023 18:42

11 ragioni scientifiche per vivere con un gatto



Il primo motivo per vivere con un gatto è il reciproco affetto che vi lega. Ma esistono almeno altri 11 ottimi motivi per scegliere di abitare con un gatto. Per chi fosse indeciso se adottarne uno o meno, ecco - ricerche scientifiche alla mano - una lista di validi motivi per decidere, una volta e per sempre, per il sì. Tra l'altro, diversi studi hanno rivelato che vedere filmati di gattini su Internet fa bene all'umore, perché distoglie i pensieri negativi aiutando gli utenti a riprendere energie. E se basta una "pet therapy" virtuale per ricaricare le pillole, figuriamoci che effetto può fare godere della compagnia di un micio in carne e ossa.

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23/10/2023 18:43




Dormirai meglio. Molti "gattari" dichiarano di dormire sonni più miti e profondi con il proprio micio, che con il partner. Uno studio della Mayo Clinic Center for Sleep Medicine in Arizona sembra rinforzare questa convinzione: il 41% delle persone che vivono con animali ha detto di dormire meglio grazie al proprio cane o gatto, e solo il 20% ha sonni più agitati a causa di esso. I mici in particolare sembrano garantire sonni più placidi: chi li vuole accanto al cuscino giura di sentirsi più rilassato, accanto ad essi.

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23/10/2023 18:45




Avrai sempre chi ti consola. La presenza di un gatto per casa sembra dare un po' di sollievo a chi ha vissuto un lutto recente. Spesso chi vive con un micio supera più facilmente la perdita di una persona amata, o almeno riesce a sfogarsi meglio: parlare con un animale che ci rimane vicino, fedele e silenzioso, è in alcune circostanze più liberatorio che farlo con un umano, che può risponderci ma anche giudicarci.

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23/10/2023 18:46




Sarai amico dell'ambiente. Lasciamo per un attimo le ragioni più egoistiche e concentriamoci sull'impatto ambientale di un "pet": secondo uno studio del 2009 commissionato dal NewScientist allo Stockholm Environment Institute di York, UK, allevare un cane di grossa taglia per 10-14 anni comporta maggiori emissioni dannose che possedere un SUV; un gatto, abituato a mangiare più pesce e meno cereali, ha la stessa impronta ambientale di un'utilitaria. Meglio il cane o il gatto? La gara continua

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23/10/2023 18:47




Diverrai (o sarai considerato) più intelligente. Una ricerca dell'Università di Bristol condotta nel 2010 rivela che chi ha un gatto ha maggiori probabilità di avere anche una laurea universitaria. Uno studio condotto 4 anni dopo nel Wisconsin sostiene invece che i padroni di gatti siano più anticonformisti, aperti, sensibili e intelligenti dei padroni di cani. Si tratta però più probabilmente di una correlazione di questo tipo: le persone più istruite hanno maggiori probabilità di avere un lavoro intellettuale che le impegna fino a tardi, ed è quindi più probabile che vivano con un gatto, dai bisogni meno impegnativi di quelli di un cane (nella foto, un gatto "aiuta" il suo amico umano a lavorare).

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23/10/2023 18:48




Avrai un cuore più sano. Prendersi cura di un gatto abbassa il livello di stress e ha - specie nel lungo periodo - un effetto calmante che protegge la salute del cuore. Uno studio ha rivelato che chi ha avuto un gatto per 10 anni corre, a parità di condizioni di salute, un rischio minore del 30% di ammalarsi di cuore. Forse, perché la cura di un gatto è meno impegnativa di quella di un cane. O forse, più semplicemente, perché chi vive con un gatto è in genere una persona più tranquilla e meno stressata di altre.

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23/10/2023 18:50




... e troverai l'anima gemella. Soprattutto se sei uomo: diversi sondaggi rivelano che le donne, siano esse single o fidanzate, sono più attratte dagli uomini che hanno un animale domestico che da quelli che non ne hanno. Il motivo è forse da ricercare nel tipo di rapporto che si instaura con l'animale, che le donne considerano alla stregua di un "figlio" (ma che per gli uomini è più un "amico peloso"). Se dunque avete un gatto, spargete la voce: ma ricordatevi, un gatto è per la vita (e non solo finché siete single).

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23/10/2023 18:51




Ti proteggerà dalle allergie. A patto che diventiate amici già dal (tuo) primo anno di vita. I bambini che trascorrono molto tempo in compagnia di un gatto - o anche di un cane - crescono più protetti non solo dalle allergie al pelo animale, ma anche da quelle agli acari, all'ambrosia e alle graminacee.

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23/10/2023 18:52




Ti aiuterà a conoscerti meglio. Rivelerà molto, infatti, sulla tua personalità: diversi studi psicologici sostengono che chi sceglie la compagnia di un gatto sia più introverso, sensibile, anticonformista e affidabile di chi ha invece un cane. Le persone tendono a dividersi piuttosto nettamente, quando devono dire se preferiscano i cani o i gatti, e la maggioranza, però, dice di preferire i cani.

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23/10/2023 18:54




Sarà il tuo migliore compagno. Quello che vuole che i cani siano più affettuosi dei gatti non è altro che uno stereotipo. Uno studio austriaco del 2003 ha dimostrato che, specialmente per le donne, la presenza di un gatto in casa è appagante quasi quanto quella di un partner, e che i gatti ricordano i gesti affettuosi ricevuti e trovano il modo di sdebitarsi in un secondo momento. Certo, i mici hanno anche imparato a chiedere coccole e grattini nel modo giusto: l'incrocio tra fusa e miagolii che producono si è evoluto per somigliare il più possibile al pianto di un bambino, uno stimolo a cui gli umani non possono resistere. Perché il gatto fa le fusa?

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23/10/2023 18:55




Ti salverà la vita. O perlomeno lo farebbe, se ne avesse occasione: dai gatti che vanno in cerca di aiuto se il padrone ha una crisi epilettica a quelli che hanno salvato gli umani da fughe di gas domestiche, sono molti gli esempi di mici accorsi in soccorso dei loro amici bipedi. Celebre la storia di Simon, un gatto della Royal Navy britannica che ricevette la medaglia d'onore per essere sopravvissuto al bombardamento della nave britannica Amethyst sul Fiume Azzurro da parte dell'Esercito Popolare di Liberazione Cinese nel 1949, aver superato le gravi ferite e avere in seguito liberato la nave da un'invasione di topi. Nella foto, uno dei gatti sopravvissuti al terremoto in Giappone del 2011 e al disastro di Fukushima, impegnato a manifestare con il suo padrone contro gli impianti nucleari in Giappone.

Fonte: Focus.it

Tina

[Modificato da ariel.46 23/10/2023 18:56]
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