Ma perchè?
Se lo sta chiedendo un gruppo di studiosi della voce umana, capitanati dal medico austriaco Christian Herbst, che hanno pubblicato uno studio su una rivista scientifica specializzata, "Logopedics Phoniatrics Vocology".
Dalle analisi delle registrazioni, hanno constatato che Mercury, parlando, aveva una voce da baritono, ma cantando riusciva a coprire con la sua estensione vocale tre ottave, e in varie occasioni sono stati analizzati dei picchi perfino fuori da questo range.
L'indagine ha sottolineato, esaminando le subarmoniche, una specie di "doppia voce", prodotta da una specifica inconsapevole tecnica di utilizzo delle differenti cavità del cavo orale e da una particolare abilità nel modificare la sua conformazione laringea alle proprie esigenze musicali, creando una combinazione unica, che ha dato vita a una voce tanto particolare.
Una parola che dice tutto: irripetibile.
Studio che di fatto, per la morte del cantante, si è arenato, senza riuscire a indagare ulteriormente sui processi fisici per spiegare il timbro e la modulazione dell'artista, che quindi, anche per la scienza, resteranno un mistero.
O "una specie di magia", a kind of magic, tanto per parafrasare.
E unitamente al film Bohemian Rhapsody, riviviamo le magnificenze di una band e di un cantante, una Regina, che ancora oggi non ne vuole sapere di passare lo scettro.
Franco Brizi
- Tratto da Classic Rock -
Tina