Andar per orti botanici

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ariel.46
00martedì 22 febbraio 2011 00:19

Mete che possono essere il pretesto per conoscere anche il contesto urbano e ambientale di una città, la sua storia e la sua architettura, per assaggiare i prodotti tipici locali.

Gli orti botanici hanno per natura, molte funzion: sono un luogo di ricerca e di studio delle discipline botaniche, un luogo di conservazione della natura, anche per piante rare, o in via di estinzione.
Gli orti botanici danno lapossibilità di sviluppare l'educazione ambientale, per diffondere conoscenza sull'ambiente naturale.

Per scoprire nuove realtà.
Conifere, latifoglie, piante secolari o specie di recente scoperta, fiori e frutti esotici provenienti da tutto il mondo, piante officinali, acquatiche, succulente, piante da cui si ricavano spezie e tessuti, piante che hanno adottato peculiari tecniche di sopravvivenza (le specie insettivore, per esempio), piante tropicali lussureggianti: gli orti botanici offrono questo e non solo.
Sono occasioni di approfondimenti culturali, per scoprire ambienti spesso estranei, come i deserti, le giungle tropicali, i paesaggi esotici, la via delle spezie, le zone paludose.

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Tina



ariel.46
00martedì 22 febbraio 2011 00:45

Sono specchio dei tempi.
Nati in stretto contatto con le Facoltà di agraria, di farmacia e di medicina delle Università, questo orti sono sorti in alcune delle più grandi città universitarie, come Padova, Bologna, Napoli.
La loro storia è la storia delle città stesse, soprattutto con lo sviluppo dei giardini, progettati secondo lo stile del tempo.
Un viaggio che percorre tutta l'Italia, da nord fino a sud.
Un' occasione anche per conoscere grastronomia, arte, natura, tipiche proprio di queste località.

Quando visitarli.
Un orto botanico si può visitare tutto l'anno.

La primavera però è il periodo della fioritura, ed è la stagione giusta per osservare la morfologia dei fiori e gli espedimenti mssi in atto per l'impollinazione.

L'estate è il periodo della fruttificazione: l'orto botanico è allora un'occasione per passeggiare aal fresco.

In autunno si notano i colori delle foglie e i semi rilasciati dalle piante.

In inverno i rami spogli lasciano spesso intravedere i frutti.
E' questa la stagione in cui si valorizza perlopiù la struttura delle piante, degli alberi e degli arbusti in particolare, e la diversità delle cortecce.

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Tina




ariel.46
00martedì 22 febbraio 2011 11:23

Le origini... millenni fa (forse).
Secondo i più antichi documenti ritrovati, gli orti botanici hanno un'origine non databile con precisione, comunque lontana nel tempo.
Gli esperti ritengono che fossero già presenti millenni fa in Cina, in India, in Egitto, in Mesopotamia, legati alle più antiche civiltà.
Allora, negli orti botanici si coltivavano specie medicamentose, o ritenute addirittura magiche.
Chiamati "Orti dei Semplici", erano ubicati negli ospedali, nei monasteri, nelle corti, utilizzati perlopiù da speziali, monaci e medici.


Il progresso nel '500.
Verso la metà del '500 gli orti botanici furono affiancati alle Università (Facoltà di medicina e di farmacia) come strumento di studio e di insegnamento.
In questi orti, gli studenti ricevevano una formazione anche pratica e si esercitavano nel riconoscimento delle droghe vegetali.
Con i primi viaggi verso Paesi lontani, nacquw la curiosità per il diverso, il piacere della scoperta, e negli orti iniziarono ad essere introdotte anche specie vegetali esotiche: mais, patata, girasole e tabacco, provenienti dalle Americhe.
Venivano messe a dimora e studiate, prima di essere poi coltivate nei campi.
Risale proprio a questo periodo la nascita del 1° orto botanico italiano, quello di Padova.


Lo stato delle cose.
La maggior parte degli orti botanici si sono però diffusi tra il '700 e l'800, per l'esigenza di catalogare e di studiare con rigore scientifico le specie vegetali.
Gli orti botanici diventano quindi una sorta di biblioteca naturale, all'aria aperta.
Nel tempo con l'avanzare delle conoscenze sulla botanica e con il progresso culturale, hanno subito un'evoluzione concettuale fino a essere riconosciute come vere e proprie istituzioni scientifiche, con scopi didattici e di ricerca nel campo della biologia vegetale, di conservazione di specie vegetali sempre più rare e di educazione ambientale.

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Tina



ariel.46
00martedì 22 febbraio 2011 17:29

ORTO BOTANICO DELL'UNIVERSITA' DI PADOVA

Via Orto Botanico n. 15 - 35123 Padova


SCHEDA TECNICA

Orario di apertura: dal 1 novembre al 31 marzo 9-13 (lunedì-sabato)
Dal 1 aprile al 31 ottobre 9-13 15-18 (tutti i giorni).

Le visite per scolaresche devono essere prenotate in segreteria dal 1 febbraio al 30 giugno dalle 11 alle 13.

Da qualche anno, è percorribile un itinerario didattico per non vedenti e ipovedenti: collezioni di piante coltivate in vaso, con caratteristiche apprezzabili con il tatto o l'odorato, contrassegnate da etichette in linguaggio Braille.



Il più antico del mondo.
E' stato fondato dalla Serenissima nel 1545, su invito della scuola medica.
E' l'Horto Medicinale universitario più antico del mondo, ha conservato la sede originaria e ha mantenuto l'architettura inalterata dalla fondazione a oggi.
Dal 1977 è un bene culturale nella lista del patrimonio Mondiale dell'Unesco, perchè ha un valore universale e insostituibile per tutta l'umanità.
Dal 1 giugno 2002 è uno dei Centri dell'Ateneo padovano.
E' retto da un prefetto, gestito da un comitato scientifico.

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Tina


ariel.46
00martedì 22 febbraio 2011 17:46



La palma di Goethe
L'orto sorge su un'area di circa 2 ettari.
Il nucleo originario è il cosiddetto Hortus sphaericus (o Hortus cinctus) delimitato da un muro con balaustra, dove si coltivano piante provenienti da tutto il mondo, in caselle, collocate secondo disposizioni geometriche, o in vasche.
Ci sono piante medicinali, velenose, insettivore, acquatiche, succulente, rare, piante delle dune.
Nell'area esterna ci sono l'Arboretum, le serre (arancere e serra tropicale di orchidee e di felci) e un teatro botanico, dove un tempo si svolgevano le lezioni.
L'orto botanico ha contribuito alla diffusione in Italia di numerose piante esotiche.
Tra le piante "storiche" si può citare la palma di Goethe, impiantata nel 1585.
Lo scrittore tedesco (1749 - 1832) durante un viaggio in Italia, era solito passeggiare all'ombra di questa pianta meditando sui propri scritti.

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Tina


ariel.46
00martedì 22 febbraio 2011 17:59

Per conoscere i Colli Euganei

Lungo la riviera.
Numerosi canali, percorribili in battello, partono da Padova e tracciano un percorso naturalistico e culturale.
L'antico canale Battaglia (risale al '200) parte dal bogo marinaro del Bassanello con un andamento rettilineo, tra le sponde alte e verdi e fitti canneti.

Navigando lungo il canale si possono raggiungere le ville e i castelli della zona, la riviera Euganea: Villa Molin, il castello del Catajo, circondato da platani secolari, villa Selvatico-Sartori, villa Barbarigo, con il giardino all'italiana di oltre 50mila mq. di estensione.
dopo villa Maldura Emo Capodilista (giardino all'italiana con rose, peschi, carpini, bodure di fiori perenni), si prosegue nella campagna dei Colli Euganei, fino al porto fluviale di Monselice, dominata dal castello Cà Marcello dalla cima del monte della Rocca.

Per informazioni, programmi, tariffe, noleggio battello: Consorzio Battellieri di Padova.

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Tina


ariel.46
00martedì 22 febbraio 2011 18:12
Farfalle in libertà
Poco distante da Padova, Motegrotto Terme ospita la Casa delle Farfalle, un grande complesso all'aperto, suddiviso in tre ambienti: Amazzonia, Indoaustralia e Africa (le principali zone biogeografiche tropicali), con farfalle e piante tipiche di quei tre ambienti.
Le farfalle sono ovunque, migliaia, libere, per cui la visita segue un percorso obbliato e richiede regole comportamentali precise nel rispetto delle farfalle.
Nascoste tra il fogliame e tra i fiori delle piante, si possono osservare anche ad ali chiuse, soprarttutto nel tardo pomeriggio.
La Casa delle Farfalle ospita anche altre specie animali, tra cui i cosiddetti insetti-foglia, praticamente invisibili perchè mimetizzati con l'ambiente intorno.










PER I GOLOSI
Da provare minestre e frittate con germogli ed erbette che crescono spontanei nella zona.
Fitto il calendario delle manifestazioni:
in maggio festa della fragola (Galzignano) e festa delle ciliegie (Zavon di Vò), pan biscotto e anguria in luglio (Baone), festa dell'uva in settembre (Arquà Petrarca), sagra dei marroni in ottobre (Teolo).
Per info: Apt tel. 049/8669055

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Tina


ariel.46
00giovedì 24 febbraio 2011 16:56

ORTO BOTANICO DELL'UNIVERSITA' DI BOLOGNA

Via Irnerio n. 42 - 40126 Bologna



SCHEDA TECNICA

Orario di apertura: dal lunedì al venerdì 8 - 15
sabato 8 - 13
Chiuso nei giorni festivi.

L'ingresso è gratuito.

Le insegnanti dell'Aula didattica del Museo conducono visite guidate gratuite su 17 percorsi per le scuole (ad esclusione del sabato), con prenotazioni telefoniche.

Le stesse insegnati effettuano inoltre interventi a scuola e/ sul territorio inerenti tematiche di approfondimento su pecifici argomenti botanico-scientifici.

Per una visita "intelligente", è disponibile una guida tascabile con cenni storici, pianta della struttura, elenco delle specie e la loro localizzazione per settori.




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Tina




ariel.46
00giovedì 24 febbraio 2011 17:14

All'inizio solo piante officinali

L'orto botanico bolognese ha oltre quattro secoli di storia ed è uno dei più antichi tra quelli legati agli studi universitari.

E' stato fondato infatti nel 1568 per iniziativa di Ulisse Adrovrandi (naturalista e filosofo bolognese, 1522 - 1605).

Inizialmente la struttura occupava uno dei cortili del Palazzo Pubblico ed era adibita in prevalenza alla coltivazione di piante officinali.

Dopo diversi trasferimenti è stato poi collocato presso l'antico Collegio Ferrerio.





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Tina



ariel.46
00giovedì 24 febbraio 2011 17:31

Il bosco-parco è un prato

La superficie complessiva è di circa due ettari: qui si coltivano più di cinquemila piante locali ed esotiche.

Sono presenti tre serre: due accolgono piante tropicali e delle foreste equatoriali (principalmente felci, orchideacee, bromeliacee, alberi di interesse alimentare, come banano, mango, tamarindo, caffè, cocco, pepe), nella terza è ospitata la collezione di piante grasse.





In altri settori si trovano le piante officinali, quelle acquatiche, quelle ornamentali ed esotiche, il bosco-parco e una serie di ricostruzioni di ambienti naturali.




Il bosco-parco è un ampio prato dove crescono alberi isolati per lo più originari delle zone temperate.

Sono adiacenti alcune ricostruzioni ambientali con rispettive associazioni vegetali: lo stagno con la vegetazione palustre, i boschi appenninici e il bosco sempreverde dell'area mediterranea.




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Tina


ariel.46
00giovedì 24 febbraio 2011 17:51

Cosa c'è da visitare nel circondario

Ci sono orchidee e succulente.
La città di Bologna è circondata dalle colline.
Alle pendici di una di queste, in località Farneto, c'è il parco regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell'Abbadessa, sorto intorno ad affioramenti gessosi che hanno dato vita a un complesso roccioso di quasi 5 mila ettari lungo la via Emilia tra Bologna e Imola.
Il parco è un'area protetta, per la tutela delle specie vegetali e della fauna presente.
Ricchissima di vegetazione: Grandi alberi, arbusti, conifere, piante erbacee da fiore, piante aromatiche, orchidee, piante succulente sul versante più assolato.







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Tina

ariel.46
00giovedì 24 febbraio 2011 18:12

I prodotti alimentari tipici: un altro "tesoro"

Il territorio collinare compreso tra Bologna e Modena si estende tra le valli circoscritte dai fiumi Panaro e Samoggia: qui è nato il primo itinerario enogastronomico di tutta la regione - La Strada dei vini e dei sapori Città di Castelli Ciliegi -

La zona è anche ricca di castelli, mentre le piante di ciliegio sono caratteristiche della zona: qui le ciliegie sono prodotti tipici di qualità.







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Tina


ariel.46
00martedì 25 ottobre 2011 16:58

ORTO BOTANICO DI NAPOLI - PORTICI

Orto Botanico della Facoltà di Agraria dell'Università di Napoli - Portici

Via Università n. 100 - 80055 Portici (Na)



SCHEDA TECNICA

L'Orto botanico è aperto dal lunedì al sabato dalle 7 alle 13.

L'ingresso è gratuito.

Possibilità di visite didattiche su prenotazione da marzo a ottobre.



Vento di guerra
Sorto nel 1872, l'orto botanico più noto della regione ha sede presso il palazzo Reale di Portici.
Una sezione del parco esteso per 36 ettari, è stata infatti trasformata in orto botanico ad uso della Cattedra di Botanica della Reale Scuola di Agricoltura e successivamente della Facoltà di Agraria dell'Università di Napoli.
Nel 1875 fu pubblicato il 1 Index seminum.
Con la 2 Guerra Mondiale molti esemplari andarono distrutti: Le collezioni oggi disponibili sono quelle conservate solo dal 1948 in poi.



Piante del deserto
L'orto botanico occupa 20 ettari e comprende oltre 1000 specie (circa 4000 esemplari complessivamente).
Di rilievo è la raccolta delle piante desertiche che conta oltre 600 diverse specie.
Si può inoltre osservare una ricca collezione di piante provenienti dal sudafrica e dal Madagascar.
Il resto delle collezioni è costituito perlopiù da conifere, piante insettivere e arbusti provenienti da diverse zone del mondo a clima mediterraneo.
Una piccola sezione è dedicata infine alle piante alimentari e medicinali.

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Tina

ariel.46
00martedì 25 ottobre 2011 17:28

UN GIRO FUORI E DENTRO LA CITTA'

Oasi protetta
Il parco degli Astroni è una riserva del WWF ed è nei pressi di Napoli, nella zona dei Campi Flegrei.
Il parco è costituito da un cratere vulcanico di 4 mila anni fa, ogi trasformato in un piccolo lago azzurro.



Il clima mediterraneo e l'umidità che il cratere conserva causano un fenomeno raro, l'inversione vegetazionale: qui la macchia mediterranea cresce in alto, mentre più in basso ci sono i boschi di querce, castagni, olmi, frassini, pioppi, l'incontrario di quanto accade normalmente.
La riserva è aperta tutto l'anno, tranne il 31/12, il lunedì di Pasqua e il 15/8.

I Campi Flegrei
Si chiama così l'area che si estende a est di Napoli, dalla conca di Agnano (dove c'è anche un'importante stazione termale) fino a Cuma.



Flegrei viene dal greco "flegraios", vale a dire ardente: la zona è infatti caratterizzata dalle fumarole della solfatara e dal bradisismo, ovvero dall'innalzarsi e dall'abbassarsi della crosta terrestre.



Da visitare: il Museo dei Campi Flegrei, l'anfiteatro Flavio, il tempio di Serapide, le grotte della Sibilla, il castella Angioino, il parco Archeologico.



- Tratto da Casa in fiore -

Tina


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