Il ciocco di Yule.
Un'antichissima tradizione nordica voleva che nel giorno del Solstizio d'Inverno si bruciasse un grosso tronco di legno di quercia, reliquia dell’antico culto che associava la quercia a Thor, il dio del tuono, per illuminare la notte più lunga dell'anno. Una parte del legno veniva riposta con cura, per essere usata l'anno seguente nell'accendere il nuovo ciocco.
Largamente diffusa in tutta l'Europa, questa usanza fu particolarmente seguita in Inghilterra, in Francia, in Germania e tra gli Slavi meridionali; il vecchio rito del ceppo è ancora vivo in molti paesi, dato che oggi si tende a salvare ed a riproporre le antiche tradizioni popolari. In alcuni villaggi tedeschi si usava togliere il ceppo dal fuoco appena un poco carbonizzato, e si conservava per rimetterlo sul fuoco quando sopravveniva un temporale con molti tuoni, perché si credeva che il fulmine non potesse colpire una casa in cui bruciava il ceppo.
In Provenza il nuovo ceppo veniva messo sul fuoco alla vigilia di Natale, e bruciato per poco tempo ogni giorno, per durare fino all’Epifania, perché potesse proteggere la casa dagli incendi e dai fulmini per tutto l’anno. Posto sotto il letto, si credeva che impedisse agli abitanti della casa ammalarsi.
Nel Perigord si raccoglievano i carboni e le ceneri del ceppo per guarire le ghiandole gonfie. La parte del ceppo che non veniva consumata dal fuoco era usata dai contadini per costruire il cuneo dei loro aratri, perché in questo modo le loro messi sarebbero state più ricche. Le donne ne conservavo piccoli pezzi da dare alle loro galline.
Anticamente vi era la tradizione di accendere il ceppo con un frammento del suo predecessore, conservato, a questo scopo, per tutto l’anno. In Val di Chiana, in provincia di Arezzo, la sera della vigilia ogni famiglia si riuniva mettendo nel camino il ciocco e recitava, nel frattempo, una magica filastrocca:
"Si rallegri il ceppo, domani è il giorno del pane:
ogni grazia di Dio entri in questa casa.
Le donne facciano figlioli, le caprette, i capretti,
le pecore, gli agnelli; abbondi il grano e la farina,
e si riempia la conca di vino".
Poi si bendavano i bambini, che dovevano avvicinarsi al camino e battere con le molle sul ceppo, recitando una canzoncina detta “Ave Maria del Ceppo”, che aveva la virtù di far piovere su di loro regalini e dolci.
Continua...
Tina.