Halloween e Ognissanti, le usanze più strane!!!

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ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:37



Svezia
In Svezia il giorno di Ognissanti (Helgons Dag) dal 1953 è stato spostato al primo sabato tra il 30 ottobre e il 6 novembre. Nel cimitero di Skogskyrkogarden, a Stoccolma, l'atmosfera soffusa si riempie di mille luci.

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Tina

ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:42



Messico
In Messico la festività di Ognissanti non è all'insegna della tristezza. Anzi, La tradizione vuole che, nei giorni dello Xantolo, i morti tornino tra i vivi per stare con i loro parenti e amici. Quindi la parola d'ordine di questo periodo è: non farsi trovare affranti alla visita dei propri cari estinti.

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Tina




ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:45



Bolivia
In Bolivia Ognissanti è una festa allegra e conviviale, dedicata alla preparazione, che coivolge soprattutto le donne, di dolcetti, torte, focacce. Tutte queste squisitezze sono destinate ad accompagnare i defunti durante il loro passaggio nell'aldilà.

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Tina

ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:47



Cadice, Spagna
Il giorno di Ognissanti (Fiestas de Tosantos) è accolto in modo molto festoso da tutta la Spagna. Soprattutto a Cadice il primo novembre simboleggia il passaggio dall'estate all'inverno ed è diventato il festival della gastronomia locale. Durante i vari eventi ci sono bancarelle di frutta secca, formaggi, pollame e selvaggina.

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Tina

ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:49



Sicilia
Nella zona di Palermo per celebrare il giorno di Ognissanti si usa preparare la "frutta di Martorana". E' un tipico dolce siciliano simile al marzapane a base di farina di mandorle e zucchero e confezionato sotto forma di frutta. E' molto simile al marzapane, ma più dolce e saporito.

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Tina




ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:51



New Orleans
Tra gli stati americani New Orleans è quello in cui la celebrazione della festa di Ognissanti, meglio nota come Halloween, è maggiormente sentita. Gli abitanti della città si travestono, prendendo spunto da ogni tipo di creatura spaventosa. Vengono addirittura organizzati degli "haunted tours" attraverso i quartieri storici della città come il Quartiere Francese.

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Tina


ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:53



Polonia
Il primo novembre i polacchi vanno al cimitero per offrire crisantemi, ghirlande e candele, lo stesso giorno inoltre si celebra la Giornata della Memoria per i caduti di guerra. L'usanza vuole che gli abitanti di uno stesso villaggio si incontrino per condividere il cibo. Non di rado capita quindi di vedere venditori di cibo nei pressi dei cimiteri.

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Tina




ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:55



Mauritius
I mauriziani sono soliti andare al cimitero per omaggiare i defunti. La festa di Ognissanti è vissuta in modo gioioso, le tombe infatti sono decorate con fiori colorati, inoltre viene preparato il piatto preferito del defunto che si accompagna con un bicchiere di rhum.

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Tina




ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:57



Napoli
Il primo novembre a Napoli c'è l'usanza di fare il "torrone dei morti". Si tratta di un torrone morbido a base di cioccolato che si trova in tantissime varianti, le più gettonate sono alla nocciola e alla gianduja. E' facile trovare questa prelibatezza in tutte le pasticcerie e nelle bancarelle della città nei giorni che precedono il 2 novembre.

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Tina


ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 16:59



Martinica
Nel territorio francese d'oltremare il giorno di Ognissanti si festeggia con spirito d'allegria. Niente tristezza per gli abitanti del posto, forse per scongiurare la paura. Qui le famiglie si incontrano intorno alle tombe per pulirle e riempirle di fiori, la serata poi continua tra chiacchiere e snack da sgranocchiare.

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Tina




ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 17:01



Bormio, Sondrio
Anche nell'Italia del nord ci sono modi molto particolari di festeggiare il giorno di Ognissanti. A Bormio in Lombardia, ad esempio la notte del 2 novembre si è soliti mettere sul davanzale una zucca riempita di vino.

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Tina


ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 17:03



Filippine
Nelle Filippine la gente si incontra in festa nei cimiteri. Ognissanti in questo Paese è un'occasione molto sentita e qui sono soliti accorrere verso i loro villaggi di origine per passare la sera del 31 ottobre e i primi due giorni di novembre insieme alle loro famiglie, nell'onorare il ricordo dei loro defunti.

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Tina




ariel.46
00martedì 11 agosto 2015 17:06



Francia
In Francia, il primo novembre (Fête de la Toussaint) si festeggiano tutti i Santi riconosciuti dalla Chiesa Romana e il 2 di novembre (Le Jour des Morts) è dedicato alle anime dei defunti. I cimiteri si accendono di un'atmosfera suggestiva. Le famiglie si riuniscono per onorare la morte celebrando la messa in chiesa.

Fonte

Tina


ariel.46
00venerdì 30 ottobre 2015 18:20



Molto erroneamente, è credenza popolar-cattolica che la festa americana chiamata Halloween, sia la festa di Satana..
Beh, iniziamo a fare un po di correzioni:

1) Non è una festa americana ma celtica (europea dunque)..

2) Essendo celtica non può essere rivolta a Satana poiché Satana è un personaggio introdotto con la chiesa cattolica..

3) Halloween è semplicemente la forma contratta della frase: “All allows’eve” ovvero, “vigilia di Ogni Santi”

4) Il vero nome della festa è Samhain.

Cosa ha di speciale questa festa?

È semplicemente il giorno più potente (a livello energetico) dell’anno..
in questo giorno, terza e quarta dimensione si fondono,
ovvero: il mondo fisico e quello astrale o degli spiriti, interagiscono.

Come molte feste celtiche, veniva celebrata a più livelli:
dal punto di vista materiale era il tempo della raccolta e dell’immagazzinamento del cibo per i lunghi mesi invernali.
Essere soli in questa occasione significava esporre sé stessi ed il proprio spirito ai pericoli dei rigori invernali.
Naturalmente, questo aspetto della festa ha perso in epoca moderna gran parte del suo significato, visto che oggi le carestie fortunatamente non costituiscono più un problema come presso le antiche società rurali..

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ariel.46
00venerdì 30 ottobre 2015 18:21

Spiritualmente parlando,
la festa era un momento di contemplazione..
Per i Celti morire con onore, vivere nella memoria della tribù ed essere ricordati nella grande festa che si sarebbe svolta la vigilia di Samhain era una cosa molto importante (in Irlanda questa sarebbe stata Fleadh nan Mairbh, “Festa dei Morti”).
Questo era il periodo più magico dell’anno: il giorno che non esisteva.
Durante la notte il grande scudo di Skathach veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi:
I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore.
Da questo punto di vista le tribù erano un tutt’uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l’avvento del Cristianesimo..

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ariel.46
00venerdì 30 ottobre 2015 18:23

Questo giorno non è né buono né cattivo..
è solo Potente.

Perché allora è così cara ai satanisti?

In questo giorno gli spiriti,compreso Satana, sono molto molto vicini: per cui, chi conosce questa realtà, la sfrutta..

Ma,nel tentativo di trovarmi il pelo nell’uovo e dirmi che però la tradizione di vestirsi da streghe e mostri è macabra,state tralasciando la cosa più importante di tutti:

in questo giorno, chi asserisce di essere di buoni intenti,
potrebbe pregare.
perchè non sono vicino a noi solo gli spiriti cattivi..
in questo giorno,
maestri ascesi, angeli, santi.. sono al nostro fianco,
e potremo, con loro, illuminare il mondo.

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ariel.46
00venerdì 30 ottobre 2015 18:25

E la zucca?

I celti intagliavano gli ortaggi in modo che somigliassero a loro e li ponevano sui davanzali delle finestre cosicché lo spirito dei loro antenati,li avrebbero riconosciuti e sarebbero andati a trovarli.

Per quanto riguarda il mascherarsi,
dato che si celebravano i morti e si doveva dire addio a ciò che non serviva,
la popolazione celta,
si travestiva nelle cose che più gli facevano paura,per esorcizzarla e mandarla via per sempre.

Trovo questa festa di un significato molto profondo,e anche noi potremo celebrarla eliminando ciò che ci fa male..
paure,rimpianti,rabbia,rancore ..

Ora che sappiamo il vero senso di Halloween,
potremmo unirci per sognare un mondo migliore per tutti".
[Luigi Perez]

Fonte

Tina

ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 22:53

Tradizioni gastronomiche in Italia per il giorno dedicato ai defunti


In Campania e in Lombardia, a Bormio, Vigevano e in Lomellina, un tempo era in uso lasciare in cucina un secchio o un vaso d’acqua per dissetare i defunti.

In Piemonte si aggiungeva un posto a tavola per i morti che sarebbero poi arrivati in visita.

In Puglia ed in Toscana la tavola veniva apparecchiata appositamente in Sardegna la tavola dopo cena non veniva sparecchiava per consentire ai defunti di rifocillarsi durante la notte.

In Basilicata e Calabria, presso le comunità albanesi, si usava andare al cimitero di sera e lì allestire un banchetto sulla tomba dei propri cari ed invitare tutti i passanti a prendere parte.

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ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 22:55

I dolci dei morti simboleggiano i doni che i defunti portano dal cielo e contemporaneamente l’offerta di ristoro dei vivi per il loro viaggio. Un modo per esorcizzare la paura dell’ignoto e della morte.
Particolarmente diffusa in Sicilia era l’usanza, citata anche da Giovanni Verga nella sua novella, La Festa dei Morti, dove descrive le emozioni legate alla ricorrenza del 2 novembre nella sua terra. Segretezza e complicità dei genitori, aspettative dei bimbi in un’aria di mistero, gioia di donare e di ricevere regali e dolciumi!Difatti, in Sicilia la Celebrazione dei Defunti era una vera e propria festa dedicata ai bambini – e si credeva che i defunti tornassero a visitare i loro cari portando doni, frutta e dolci, qualcuno dice addirittura a rubare, ai loro piccoli parenti che erano stati buoni durante l’anno, mentre per coloro che non lo erano stati, vi era l’usanza di nascondere le grattugie, questi regali, venivano lasciati nelle loro scarpe o nelle loro calze.

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ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 22:56

Altre storie raccontano dei genitori che allestivano cesti di doni e dolci confezionati per la Festa e, durante la notte, li nascondevano in casa, così al loro risveglio i bambini entusiasti ne cominciavano la ricerca e, una volta scoperti, si recavano con i propri cari al cimitero a trovare e ringraziare i defunti. I bambini, siciliani tutt’oggi e specialmente a Palermo, sentono questa festività in modo particolare, poiché ricevono ancora i regali (cosi di morti) e questa notte è, per i piccoli siciliani, l’equivalente della Notte di Natale o di Santa Lucia di altre zone.
Una tradizione simile esisteva anche in Puglia, a Manfredonia: dove alla viglia dei Morti i bambini appendevano al bordo dei loro letti delle calze, chiamate “cavezette di murte” e, che durante la notte,venivano riempite di dolci dai defunti che passavano.

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ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 22:58

La questua invece, era una delle usanze più diffuse in tutta Italia In Sardegna i bambini, prima di cena, andavano a bussare alle porte delle case dicendo “Morti, morti” e ne ricevevano dolci, frutta secca e qualche volta anche denaro.
Mentre in Abruzzo, invece erano i ragazzi a bussare alle porte delle case chiedendo offerte per le anime dei morti e ricevevano dolci e frutta fresca e secca.

In Emilia Romagna la questua veniva fatta dai poveri, che bussavano alle porte chiedendo la carità per i morti e ricevendone cibo. In Puglia ragazzi e contadini bussavano alle case cantando una sorta di serenata alla ricerca dell””aneme de muerte” (l’anima dei morti) e venivano fatti entrare in casa e rifocillati con vino, castagne e taralli.

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ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 22:59

Le fave
Nell’antichità le fave erano il cibo rituale dedicato ai defunti e venivano servite come piatto principale nei banchetti funebri. Venivano offerte alle Parche, Ade e Proserpina.
I Romani le consideravano sacre ai morti e ritenevano che ne contenessero le anime, molto probabilmente questa credenza era legata ai caratteri botanici della pianta: le sue lunghe radici che affondano in profondità nel terreno; il suo lungo stelo cavo, secondo le credenze popolari faceva da tramite tra il mondodei morti e quello dei vivi, ma erano soprattutto i suoi fiori bianchi con sfumature violacee e con una caratteristica macchia nera, a ricordare la lettera greca theta, lettera iniziale della parola greca thànatos che significa morte. In seguito con l’avvento del Cristianesimola tradizione popolare muto’ dal mondo Romanoquesto uso delle fave, e cosi’ a seguire nel X secolo le fave divennero cibo di precetto nei monasteri durante le veglie di preghiera per la Commemorazione dei Defunti. Per la stessa ricorrenza vennero usate come cibo da distribuire ai poveri o da cuocere insieme ai ceci e lasciare a disposizione dei passanti agli angoli delle strade.

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ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 23:01

In Toscana, in Veneto e in Calabria era tradizione recarsi al cimitero e mangiare fave sulle tombe dei propri cari.
In Liguria piatto tipico del 2 novembre era lo “stoccafisso e bacilli”, stoccafisso con le fave, mentre nel Veneto erano le “faoline”, semplici fave, e in Sicilia le “fave a coniglio“, che venivano lesse con aglio e origano.
Nel corso dei secoli, causa dei rischi che le fave provocano su chi è affetto da favismo (difetto genetico ereditario che provoca gravi anemie in caso di assunzione di legumi), vennero sostituite da dolci a base di mandorle o pinoli a forma e col nome rituale di “fave dei morti”. Dolci che ri troviamo tutt’oggi in molte cucine regionali italiane, dalla Lombardia al Lazio all’Emilia Romagna al Veneto, alle Marche, all’Umbria, alla Sardegna ecc.
Anche i ceci vengono associati fin dai tempi più antichi ai defunti.
Nell’antica Grecia, durante le Antesterie, feste che duravano 3 giorni a fine inverno in onore di Dioniso si riteneva che i defunti tornassero sulla terra, l’ultima giornata era dedicata alla “festa della Pentola”, in questa giornata si cuocevano grandi pentole di civaie (ceci, fave, fagioli e altri semi) dedicate a Dioniso e Ermes, che venivano poi esposte sugli altari e offerte alle anime dei defunti affinché si rifocillassero prima di intraprendere il lungo viaggio di ritorno nell’aldilà.

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ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 23:02

E, cosi anche i ceci come le fave divennero parte della tradizione culinaria Romana e poi cristiana, nel Giorno dei Morti ceci e fave lesse venivano distribuiti ai poveri o lasciati agli angoli delle strade perché tutti potessero attingervi.
Piatti a base di ceci comparivano (e probabilmente ancora compaiono) quel giorno sulle tavole di molte regioni italiane.

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ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 23:04

L’altro importante cibo tradizionale presente sulle tavole il Giorno dei Defunti è il grano.
In tutte le culture e le religioni il grano è il simbolo stesso della vita e della fertilità. Ma per raccogliere il chicco di grano bisogna recidere la spiga – ucciderla – e il chicco solo dopo essere morto a sua volta sottoterra rinascerà in una nuova spiga.
Il grano dunque viene associato nello stesso tempo anche alla morte e alla resurrezione e diviene il simbolo del continuo e incessante ciclo di morte e rinascita della natura. In una delle tradizioni religiose più antiche, il culto misterico di Eleusi, le celebrazioni in onore di Demetra-Cerere dea dell’agricoltura e dei raccolti, prevedevano che gli iniziati partecipassero recando fiaccole e spighe di grano, simboli di luce e vita, e che, durante il rituale, la sacerdotessa tagliasse una spiga di grano – la uccidesse – e annunciasse subito dopo la nascita del divino bambino Dioniso.
Morte e rinascita, vita che nasce dalla morte. Mangiare il grano nel Giorno dei Morti viene così ad assumere, oltre che valore rituale, valore propiziatorio per garantire continuazione alla vita e prosperità. Nella tradizione culinaria italiana il grano è presente sopratutto nelle regioni meridionali e della Magna Grecia. Cotto e mischiato a vino cotto, chicchi di melograno, cannella, noci e, zucchero faceva (e fa ancora) parte delle celebrazioni rituali in Puglia, dove troviamo il Grano de Morti o anche Colva o Colba, Cicc Cuott (nella zona di Foggia), una preparazione a base di grano tenero in chicchi, lessato e condito con mosto cotto, acini di melagrana, cioccolato, noci e canditi, ed ancora in Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Da Nord a Sud dello stivale, con poche varianti, come le preparazioni casalinghe, artigianali o di pasticceria, ma quasi ovunque i nomi attribuiti sono similari, tralasciando le varie forme dialettali.

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ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 23:05

I dolci sono probabilmente il cibo rituale più usato in tutte le tradizioni regionali per commemorare il Giorno dei Morti.
Ogni regione ha i suoi dolci tipici che, già dal nome, richiamano la celebrazione, anche se le varie tipologie sono tra loro molto simili.
Oltre al grano cotto appena ricordato, i dolci più usati sono biscotti di consistenza più o meno dura, in genere a base di mandorle, pinoli, albumi e talvolta cioccolato. In quasi tutte le regioni italiane questi biscotti vengono chiamati “fave dei morti” o “fave dolci”.

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ariel.46
00sabato 31 ottobre 2015 23:09

In Lombardia si chiamano“ossa da mordere”e in Veneto, Toscana e Sicilia “ossa di morto”.
Un altro dolce tipico di questo periodo è il “pane dei morti”, che viene preparato in diversi modi nelle nostre regioni: a base di biscotti sbriciolati, cioccolato e uvetta in Lombardia; con pepe in Toscana; a forma di mani incrociate in Sicilia.
In Campania, si usa preparare il “torrone dei morti”, un torrone morbido a base di cioccolato, una piccola curiosita’ qualcuno chiama questi piccoli torroni “morticielli”, probabilmente perche la forma, ricorda quella di una cassa da morto.



La Casa della Strega

Tina


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