Immagini di Natività.

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ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 13:30

IMMAGINI DI NATIVITA'.




Le immagini della Natività sono una delle più importanti espressioni artistiche intorno all'argomento della nascita di Gesù Cristo. Moltissimi artisti si sono cimentati nella rappresentazione della nascita di Gesù, tanto da costituire una particolare categoria dell'arte: le immagini della natività.


Lorenzo Lotto: L'adorazione dei pastori.

Già nelle opere del primo periodo veneto di Lorenzo Lotto era chiara, l'opposizione alle nuove poetiche di Giorgione e Tiziano.
Dal 11509 al 1511 è a Roma, poi nelle Marche e dal 1513, a Bergamo.
Le opere che precedono il ritorno a Venezia (1526) tradiscono l'irrequietezza dell'artista che cerca di combinare esperienze diverse, spesso compiacendosi del gioco dialettico a cui lo costringe la loro contraddizione.
Artista informato, attento a tutto ciò che vede nel suo vagare tra veneto Marche e Lombardia, non lascia passar nulla senza discutere e obiettare; col suo gusto di andare contro corrente, nulla lo irrita più che le poetiche sistematiche, universalistiche.


L'Adorazione dei pastori
Brescia
Pinacoteca Tosio Martinengo


Dopo il XVI secolo, gli artisti abbandonano la pittura su legno, materiale piuttosto pesante e ingombrante.
I pittori preferiscono dipingere su una tela tenuta tesa su un telaio leggero.
Smontata e rimontata, è più facile da trasportare.

Il dipinto è del 1550 circa, su tela.


Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 13:33

Simone Martini: Annunciazione.


L'ultima opera datata di Simone Martini prima di partire per Avignone è L'Annunciazione, del 1333. E' un'opera ormai lontana dalla macerazione ascetica del Sa Ludovico: Simone vi definisce il proprio ideale di bello spirituale in contrasto al bello intellettuale e morale di Giotto. La Vergine è il sommo ideale della persona umana; è avvolta di luce, ma non la emana. L'angelo è un essere celeste, della stessa sostanza luminosa e irradiante del fondo d'oro, del cielo.


Annunciazione
parte centrale del polittico
tavola insieme m 2, 65 x 3,05
Firenze. Uffizi.



Tina.
ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 13:37

Gentile da Fabiano: Adorazione dei Magi.


Gentile da Fabiano, il più celebrato maestro della corrente internazionale, L'adorazione dei Magi, che dipinge nel 1423, gli è stata ordinata da Palla Strozzi, l'uomo più ricco di Firenze. Per correre alla capanna di Cristo, i re hanno interrotto la caccia: sono arrivati col loro di gentiluomini, di falconieri, di cavalli e di cani.


Adorazione dei Magi
tavola, m 1,03 x 2,82
Firenze, Uffizi


Tina.




ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:16

Lorenzo Monaco: Adorazione dei Magi.


L'adorazione dei Magi allude all'omaggio dei potenti della terra a Dio nato in povertà, ma anche al favore di Dio per chi, dotato di tanti beni, li impiega per fini santi.
Lorenzo Monaco (1370 -1423) frate camaldolese e, come pittore, rigido seguace della tradizione fiorentino-senese.


Adorazione dei Magi
tavola, m 1,1,15 x 1, 70.
Firenze . Uffizi



Tina.


ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:19

Masaccio: Adorazione dei Magi.


L'adorazione di Masaccio (San Giovanni Valdarno, 1401 - Roma -1428) esprime una concreta ferma coscienza della realtà. E' stata dipinta, come parte della predella del polittico di Pisa, nel 1426, per un ricco notaio. Vi sono pochi personaggi.


Adorazione dei Magi
tavola , cm 21 x 61.
Berlino,
Staatliche museum.



Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:23

Giotto: Adorazione dei Magi.


Giotto (Colle di Vespignano, Mugello?, Firenze, 1266 - Firenze, 1337) nell'Adorazione dei Magi ha dipinto la cometa di Halley che aveva visto al suo passaggio nel 1301, si sa che la cometa di Halley passò nel 12 a. C. Tra il 1305 e il 1310 circa, ricopre le pareti della cappella degli Scrovegni con le storie della Madonna e di Cristo.


Adorazione dei Magi
Cappella degli Scrovegni



Tina.





ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:27

Sandro Botticelli: Natività.


Nel 1500 a Botticelli ( Firenze,1445 -1510 ) pare l'anno della fine del mondo, dipinge la Natività: forse il più ascetico, ma anche il più aspramente polemico dei quadri del suo ultimo periodo E l'accompagna con una scritta apocalittica che prevede immense sventure per il secolo che nasce.


Natività
tempera su tela,
cm 108 x 75.
Londra. National Gallery


Tina.


ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:31

Alessio Baldovinetti: Natività.


Alessio Baldovinetti (Firenze, 1425 - 1499) anch'esso uscito dalla cerchia dell'Angelico, è il tipico accademico: apparentemente aperto alle ricerche di Paolo Uccello, di Veneziano e perfino di Piero, si limita però a coglierne qualche spunto esteriore, tanto per dimostrare di saper tenere il passo coi tempi


Natività
1462
affresco, m 3, 30 x 3, 60. Firenze
Santissima Annunziata chiostro dei Voti



Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:35

Giovannino De Grassi: Natività.


Giovannino De' Grassi (1389 al1398,) dall'uffiziolo Visconti) è uno dei maestri che lavora al duomo milanese. Giovannino è un ricercatore che si serve del disegno come strumento d'indagine.


Natività
miniatura
Firenze, Biblioteca Nazionale



Tina.


ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:38

Domenico Veneziano: Adorazione dei Magi.


Domenico Veneziano (1406 - 1461 ) l'artista che, con ogni probabilità, aveva portato a Firenze le prime, inquietanti notizie dell'arte fiamminga.
Non si sa come si sia formato e quando sia giunto a Firenze ma certamente appartiene al primo tempo della sua permanenza in Toscana il tondo con l'Adorazione dei Magi.


Adorazione dei Magi
Diametro cm 84. Berlino, Staatliche Museum



Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:43

Benozzo Gozzoli: Viaggio dei Magi.


Benozzo Gozzoli ( Firenze 1420 - 1497 ), che aveva collaborato con
l'Angelico nella cappella Niccolina, è al colmo della sua fortuna di pittore ufficiale; ma è proprio lui che secolarizza la lezione del maestro. Facendo un passo indietro: nel Viaggio dei Magi (1459 ) non sa far altro che riproporre, con un frasario più moderno e più accessibile alla borghesia elegante del tempo, l'ideale cortese di Gentile da Fabiano.


Viaggio dei Magi
(1439); Affresco, Firenze, palazzo Medici



Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:48

Hugo Van Der Goes: Trittico Portinari.


Il trittico Portinari, il capolavoro di un grande pittore fiammingo, Hugo Van Der Goes.
Se già le grandi teorie del principio del secolo erano in crisi, l'opera del fiammingo affretta il processo di dissoluzione: dimostrando per esempio, che la prospettiva priva gli oggetti (cose o persone che siano) di ogni vivezza o singolarità di carattere, riducendoli a pure funzioni di un sistema.


Trittico Portinari
1475, tre tavole, rispettivamente m 2, 49 x 1, 37;
2, 49 x 3, 00; 2, 49 x 1, 37. Firenze, Uffizi.


Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:51

Pietro Perugino: Adorazione dei Magi.


Pietro Perugino ( 1450 - 1523 ) è il primo pittore umbro che esca dalla situazione di provincialismo aggiornato e spesso signorilmente raffinato, che si era stabilito a Perugia con pittori aggraziati come il Caporali, il Boccati, il Bonfigli Di Lorenzo: più sensibili i primi all'Angelico e a Domenico Veneziano i secondi a qualche eco smarrita di Andrea Del Castagno e di Donatello, ma ugualmente lontani gli uni e gli altri, dal sospettare quanti e quali problemi si dibattessero, allora, nella pittura.


Adorazione dei Magi
(1475 1478): tavola m 2,41 x 180. Perugia,
Galleria Nazionale



Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:54

Giotto: Il Presepe di Greccio.


Nel presepe di Greccio sono di mano di Giotto gli elementi prospettici: essenziali perché tutto il significato sta nella giustapposizione di due entità spaziali e di due momenti della storia. Al di qua del piano luminoso dell'iconostasi i chierici e i notabili osannano al miracolo che si compie; al di là s'indovina la navata gremita di fedeli che attendono.


Il Presepe di Greccio
affresco, m 2,70 x 2, 30. Assisi,
San Francesco chiesa superiore.



Tina.


ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 15:57

Liberale Da Verona: Adorazione dei Magi.


La Natività è uno dei temi che nell'arte ha avuto molta fortuna. Molti gli artisti che hanno rappresentato: La nascita di Gesù, Il Presepe, L'Adorazione dei Magi, La Sacra famiglia, La Madonna con il Bambino.

Liberale Da Verona ( 1445 - 1529 ) che, tra il 1469 e il 1475 lavora nell'Italia centrale, a Siena, insieme a Girolamo Da Cremona. A Mantova dipendono direttamente dal Mantegna, a cui furono anche dubitativamente attribuite, alcune sculture di eccezionale vigore plastico.


Adorazione dei Magi
Verona duomo


Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 16:01

Leonardo: La Madonna del garofano.


L'esordio fiorentino di Leonardo
Non si può separare lo sviluppo iniziale dell'eccezionale personalità di Leonardo Da Vinci(1452 -1519) dalla situazione culturale fiorentina in cui si forma ed a cui ben presto il Quattrocento reagisce con tanta vivacità polemica che perfino la vasta e diramata ricerca sperimentale che svolgerà nel campo naturali appare sollecitata se non determinata, dalla reazione all'idealismo estetizzante della cerchia neoplatonica fiorentina.
Al primo tempo dell'attività di Leonardo, ancora sotto l'influenza diretta del Verrocchio, appartengono alcune Madonne (nell'Ermitage dl Leningrado, nella Pinacoteca di Monaco), in cui la sorgente luminosa è duplice, frontale e dal fondo, Leonardo tende bensì a ottenere l'effetto del rilievo e a questo scopo accentua l'andamento curvilineo dei contorni; ma le opposte incidenze della luce impediscono al chiaroscuro di « girare» in un senso solo e lo diffondono sulle forme con un primo effetto di « sfumato ». La Madonna del garofano (Monaco) è molto vicina al busto della dama col mazzolino del Verrocchio: la mano (e il Bambino) in avanti; la luce che batte sul petto, vibra nella stoffa increspata allo scollo, si riflette tremula sul volto; il modellato espanso del viso tra i capelli ricciuti in cui s'impiglia e scherza la luce; i contorni volutamente indecisi perché la figura appaia immersa in un mezzo atmosferico imponderabile ma non privo di densità e movimento.
Più volte i pittori fiorentini avevano cercato di dare alla forma dipinta la saldezza della forma scolpita: all'opposto, la scultura interessa il giovane Leonardo perché non ha contorni definiti e perché è un corpo immerso nella luce e nell'atmosfera naturali.



Madonna del garofano
( tra il 1478 e il 1481); olio su tavola;
cm 62 x 47. Monaco, Alte Pinakothek.




Tina.



ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 16:05

Leonardo: Madonna Benois.


Questo dipinto si trova al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, dal 1914.
Il nome di Madonna Benois deriva dagli vecchi proprietari della tavola, la famiglia Benois, che la avevano acquistata nel 1824 ad Astrakan, da un mercante d'arte di nome Sapoznikov.
La Madonna è molto giovane sembra una bambina che gioca col figlio, sono dipinti in modo che il fulcro della composizione sia il fiore, con i quali madre e figlio giocano.
Alcuni affermano che i quattro petali sarebbero un'allegoria della futura crocifissione. Sul fondo del dipinto una finestra.


Madonna Benois
olio su tavola
trasportato su tela di cm 48 x 31
Leningrado, Museo dell'Ermitage
realizzato tra il 1478 ed il 1482.



Tina.
ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 16:09

Sacra Famiglia - Tondo Doni.


Michelangelo Pittore.
Fin dal 1490 si parlava delle doti eccezionali di un giovanissimo, Michelangelo Buonarroti ma nel 1494, all'avvicinarsi di Carlo VIII, aveva lasciato Firenze, dove torna nel 1495 e, per rimanervi abbastanza a lungo, nel 151.
Michelangelo è nato a Caprese nel 1475; tredicenne vien posto a bottega dal Ghirlandaio.
Non vi rimane a lungo: vuole diventare scultore, e si mette a studiare col Bertoldo, un seguace di Donatello, che teneva scuola nel giardino Mediceo, in piazza San Marco. Lo nota subito Lorenzo il Magnifico, che lo prende sotto la sua protezione e lo introduce nella sua cerchia neo-platonica di filosofi letterati.
Neoplatonica è dunque l'impostazione della cultura di Michelangelo e neoplatonica rimarrà fino alla fine la sostanza ideale della sua opera di artista, ma anche della sua intensa, tormentata vita religiosa.
Il primo dipinto sicuro di Michelangelo è il Tondo Doni (1504 c.): e l'immagine formata dal nodo, ritorto delle figure chiuse entro il tondo e tuttavia solide e aggettanti come se questo fosse una sfera di vetro, è l'opposto de l'immagine espansa, sfumata, inafferrabile dei dipinti di Leonardo.
Dove tutto è fenomeno, mentre qui tutto è più che simbolo, concetto: « la Vergine e San Giuseppe appartengono per nascita al mondo del Vecchio Testamento sub gratia.
I nudi rappresentano il mondo pagano.
Il San Giovannino è il legame tra i due mondi » (Tolnay).
Il tema del succedersi delle generazioni, lo stesso che Leonardo affronta nella Madonna con Sant'Anna, è neoplatonico:. Leonardo lo interpreta nel senso delle generazioni naturali, Michelangelo nel senso delle generazioni storiche, del sormontarsi degli evi.
Il concetto è una verità che raggiunge la mente senza interessare i sensi; poiché qui le immagini sono la forma di concetti, non hanno alcun rapporto con l'esperienza, sensoria, sono insensibili all'aria e alla luce, hanno contorni duri e colori freddi.
Diceva Michelangelo che la pittura è tanto più buona quanto più è simile alla scultura; e l'eccellenza della scultura consisteva nella vittoria sulla materia.
In quest'opera Michelangelo non si propone di simulare con la pittura il forte rilievo della scultura: vuoI fare opera di pittore vincendo la debolezza della pittura, la sua soggezione alla materia.
La materia della pittura è il colore: si propone dunque di vincere la mutevolezza, la sensibilità del colore all'aria e alla luce.
Ogni colore è dato nella sua qualità pura, archetipa, di giallo, rosso, azzurro; i colori sono accostati in modo che nessuna fusione, nessuna reazione reciproca sia possibile; il chiaroscuro non è ottenuto con l'aggiunta di bianco o di nero, ma graduando la stessa tinta dalla nota più intensa e profonda alla nota più chiara ed alta.
Non per questo la forma-concetto è immobile, statica.
Il nodo plastico delle figure non è al centro: la simmetria arresterebbe il moto a spirale della forma, priverebbe di ogni evidenza il concetto del sormontarsi e scavalcarsi dei tempi.
Questo moto non può localizzarsi in gesti, perché cosi si avrebbe la rappresentazione di un fatto e non di un concetto; né, come in Leonardo, trasmettersi dallo spazio alle figure, perché lo spazio, il fondo, è anch'esso costruito in funzione del concetto (il parapetto che separa il mondo ebraico-cristiano dal pagano, i nudi, San Giovannino).
Nasce dunque entro la piramide del gruppo da un concatenarsi di spigoli, vivi (le ginocchia della Madonna e di San Giuseppe, il braccio della Madonna, la cui flessione è ripetuta in senso inverso da quello del Bambino etc.) che costituiscono gli scatti del ritmo a spirale ascendente dell'insieme. Proprio perché questi atti non hanno un significato in sé, ma sono come sorgenti di forza o di
spinta per tutto il gruppo, la muscolatura è turgida e tesa: non in funzione di uno sforzo reale, ma come pura carica di energia per un ritmo astratto di curve e di angoli.
Michelangelo, infine, non vuole soltanto esprimere la forza, ma la forza del concetto: sono le idee che mettono in moto la realtà, determinano il succedersi delle epoche, la storia.
Esattamente quello che, negli stessi anni e in quella stessa Firenze repubblicana, pensava Niccolò Macchiavelli.


Sacra Famiglia - Tondo Doni
verso il 1504;
tempera su legno, diametro m 1,20.
Firenze, Uffizi



Tina.


ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 16:13

Raffaello: Madonna del cardellino.


Raffaello è nato a Urbino nel 1483 ed ha ricevuto i primi insegnamenti dal padre Giovanni Santi.
Rimasto orfano quand'era ancora un ragazzo, Raffaello passa in Umbria e diventa scolaro e collaboratore del Perugino.
Dal 1504 al 1508 Raffaello è a Firenze, I disegni di quegli anni provano che studia a fondo, nella struttura, l'opera di Leonardo e di Michelangelo.
La Madonna del Cardellino (1507 c.) sintetizza la composizione espansa di Leonardo e la composizione bloccata di Michelangelo.
La posa de!la Vergine è leonardesca, tende a dilatare la figura nello spazio ma, nello stesso tempo è contenuta in una piramide, che include i due bambini con evidente richiamo alla Madonna di Bruges. Lontano, il paesaggio sfuma in trasparenze azzurrine, leonardesche; più vicino si precisa in un'orizzontale che taglia tutto il quadro, come nel tondo Doni.
Ma non è un parapetto rigido, è un ciglio erboso e alberato, che segna una larga cesura tra la luce che si diffonde all'orizzonte e la che prende forma nel volto della Vergine e nei corpi nudi dei due due bambini in primo piano.
Se lo spazio del fondo è nettamente definito da linee verticali e orizzontali lo schema triangolare del gruppo combina quelle coordinate spaziali e condensa la profondità del paesaggio nel volume a piramide che affiora e quasi oltrepassa con il ginocchio della Madonna, il piano limite del quadro.
Entro il gruppo la composizione è tutta un succedersi di curve variamente modulate. Ma se Leonardo considera la curva come espansione e Michelangelo come contrazione e tensione, le curve di Raffaello non espandono né contraggono, definiscono: più precisamente, modulano il risalto della forma plastica dal termine minimo, il piano, al massimo, la sfera.


Madonna del cardellino
verso il 1507; olio su tavola, cm 107x 77.
Firenze, Uffizi



Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 16:16

Andrea Solario: Riposo durante la fuga in Egitto.


Andrea Solario con Antonio De Predis, Giovanni Antonio Boltraffi, Giampetrino, Marco D'Oggiono, Cesare Da Sesto, Andrea Solario, Bernardino Luini, faceva parte dell'Accademia che seguiva Leonardo.
A Milano, Leonardo ha avuto una schiera di seguaci diretti e indiretti: quasi una «accademia leonardesca ».
Questi vedono in Leonardo soltanto il creatore di un tipo di bellezza: il bello malinconico, espresso piuttosto nella grazia dell'atteggiamento, nella morbidezza dello sfumato », nell'ambiguità di un sorriso che nel nuovo significato della natura intuito da Leonardo.
Anche in Lombardia, del resto, Leonardo non è il solo fattore dell'evoluzione in senso umanistico di una cultura figurativa attardata. li maggior maestro lombardo del Quattrocento.


Riposo durante la fuga in Egitto
firmato e datato 1515; tavola, cm 72 x 55.
Milano, museo Poldi Pezzoli.



Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 16:19

Cesare da Sesto: Madonna col Bambino.


Le prime notizie di Cesare da Sesto (Sesto Calende, 1477 - Milano, 1523) risalgono al 1508, che riguardano pagamenti per la decorazione (perduta) dei Palazzi Vaticani a Roma, per conto di Giulio II.
A questo periodo risale probabilmente una lunetta con la Madonna col Bambino fatta nel convento di Sant'Onofrio sul Gianicolo e altri lavori trovati nella chiesa di Campagnano Romano.
Verso il 1513 Cesare si trasferì in Sicilia e dipinse un'importante pala per l'altare della chiesa di San Giorgio dei Genovesi (oggi a San Francisco, De Young Museum).
Nel 1515 si trasferì a Napoli. Cesare realizzò un monumentale polittico per l'abbazia di Cava dei Tirreni.
Ha lavorato anche a Messina dove dipinse l'opera più famosa: L'Adorazione dei Magi, (oggi a Napoli). Tornato a Milano, fece con Bernardino Bernazzano: Il Battesimo di Cristo oggi nella Collezione Gallarati Scotti.


Madonna col Bambino
copia parziale della vergine e Sant'Anna di Leonardo al Louvre;
tavola, cm 37 x 30. Milano, museo Poldi Pezzoli



Tina.

ariel.46
00martedì 1 dicembre 2009 16:24

Luca Cambiaso: Adorazione dei pastori.


Luca Cambiaso nasce a Moneglia il 18 ottobre 1527- Madrid, 1585). Il padre è il pittore Giovanni Cambiaso (1495-1579), nato a San Quirico,
Iniziò lavorando con il padre Giovanni con il quale realizzò alcune opere.
Luca si formò attraverso gli esempi di artisti importanti che lavoravano presso il Palazzo del Principe Doria a Fassolo, Perin del Vaga, Pordenone, Beccafumi.
Di Giovanni artista non si sa niente fino a quando non realizza il suo primo dipinto nel 1545 in collaborazione col figlio.
Si tratta del polittico di Breccanecca (Cogorno), commissionato il 6 febbraio 1545 a Giovanni Cambiaso dai Massari della chiesa.
L'atto notarile, rintracciato da Federico Alizeri, è conservato in Sant’Antonino Martire di Cogorno. L'opera è un trittico a cinque scomparti (dimensione calcolata con tutti gli scomparti: cm 167x146).
Le raffigurazioni sonoi:
l'Ascensione di Cristo al centro (cm 149x60);
nei pannelli laterali (cm 109x35) sono San Cristoforo e Sant'Antonio martire;
sopra, nei pannelli più piccoli (cm 33x35), Angelo Annunciante e Vergine Annunziata.
Il polittico di Breccanecca nel 1954 viene restaurato e modificato dalle aggiunte del 1776, e si evidenzia la mano di Giovanni.
Ma fu Michelangelo a impressionare Luca, sensibile, come molti giovani artisti sensibili alle novità di Michelangelo.

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Adorazione dei pastori
tavola, m 1,35x 1,18.
Milano Brera


Tina.

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