Il torrone nel resto del mondo e le sue interpretazioni moderne
Come spesso accade, il torrone ha preso vie particolari, arrivando oltreoceano grazie a viaggi e dei flussi migratori. In Perù si fa un torrone morbido, aromatizzato all’anice, mentre Il turrón de ajonjolí portoricano è a base di sesamo, cannella e succo di limone; il tutto tenuto insieme da un impasto di zucchero di canna e miele.
Chumbeque un dolce peruviano simile al torrone
Torrone di Alicante
Torrone portoricano di sesamo
A Cuba c’è il torrone de maní con arachidi, in versione blando (con la frutta secca tritata e di consistenza morbida) oppure duro. Infine le isole delle Filippine, dove si chiama anche cashew e somiglia a una pasta di marzapane e anacardi, composta in una cialda bianca. Un dolce antico e variegato che però non smette di ispirare chef e pasticcieri. Oltre al “famigerato” semifreddo al torroncino — protagonista da decenni in trattoria e pizzeria — segnaliamo l’ottima produzione artigianale di Scutellà, in provincia di Reggio Calabria, quella di Bandirali 1951 a Crema e le varie versioni di Corrado Assenza al suo Caffè Sicilia di Noto.
Torroncini rivestiti di cioccolato di Scutellà
Ancora in Sicilia, lo chef Pasquale Caliri del Marina Del Nettuno di Messina propone invece un “mash up” tra torrone e cannolo, mentre il maestro pasticciere campano Sal De Riso lo ha declinato in forma di torta moderna, con crema al torrone, panna e frutta secca. Da Caino a Montemerano invece c’è stato il “falso torrone”, un cremoso di nocciole da intingere in un mix di frutta secca — nocciole, pistacchio e mandorle — al piatto. Alla Festa del Torrone, che si tiene ogni novembre a Cremona, c’è anche chi col torrone ci ha fatto un risotto e infine lo chef campano Antonio Corrado, che ne prepara un’inedita versione a base di pere volpine e gorgonzola.
Cibo Today
Tina