Tradizioni natalizie

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ariel.46
00domenica 26 dicembre 2021 19:43

CEPPO DI NATALE
Un antico rito che purtroppo è andato perduto, non perché non fosse più apprezzato, ma perché lo stile di vita moderno è troppo differente da quello che si praticava un tempo nelle campagne.
Si tratta della tradizione del ceppo natalizio.
Durante l'anno il "Capoccia" teneva d'occhio i ceppi che venivano tolti dai campi e fra questi sceglieva quello più adatto per andare nel camino la sera della vigilia di Natale.
Il ceppo è esattamente quello che si trova alla base di un albero, vicino alle radici.
Questo legno doveva ardere fino a Santo Stefano, in alcuni casi fino all’Epifania. Il significato simbolico del ceppo era fortissimo: il fuoco è vita, morte e resurrezione. Era un’offerta alle forze vitali della natura, un modo per creare un legame con i cari defunti, era il simbolo della speranza tenuta accesa per una notte intera.



BABBO NATALE
Il mito di Babbo Natale nasce dalla leggenda di San Nicola, vissuto nel IV secolo, che si festeggia tradizionalmente il 6 dicembre: secondo la tradizione,
San Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero andare spose invece di prostituirsi.
Nel Medioevo si diffuse in Europa l’uso di commemorare questo episodio con lo scambio di doni nel giorno del santo (6 dicembre). L'usanza è ancora in auge nei Paesi Bassi, in Germania, in Austria e in Italia (nei porti dell’Adriatico, a Trieste e nell’Alto Adige).
Nei Paesi protestanti San Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico ma mantenne il ruolo benefico col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus.
I festeggiamenti si spostarono alla festa vicina più importante, Natale.
L’omone con la barba bianca e il sacco pieno di regali, invece, nacque in America dalla penna di Clement C. Moore, che nel 1822 scrisse una poesia in cui lo descriveva come ormai tutti lo conosciamo. Questo nuovo Santa Claus ebbe successo, e dagli anni Cinquanta conquistò anche l’Europa diventando, in Italia, Babbo Natale.




Continua...


ariel.46
00domenica 26 dicembre 2021 19:49

IL NATALE
La festa del Natale si sovrappone quasi perfettamente alle celebrazioni per il solstizio d’inverno "21-22 dicembre", anticamente il 25 dicembre si festeggiava il sole che, dal solstizio d’inverno “rinasce”: da questa data le giornate ricominciano infatti ad allungarsi e lasciano presagire il ritorno della primavera, il ritorno della “vita”. Molto diffuso in oriente, in particolare in Siria ed Egitto, era il culto del “Sol Invictus”, le cui solenni celebrazioni prevedevano che i sacerdoti, ritiratisi in appositi santuari, ne uscissero a mezzanotte annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un infante. Da qui il culto arrivò poi a Roma, dove il “sole che nasce” veniva festeggiato con riferimento al Dio Mitra. Simbolo ricorrente legato alle celebrazioni per il solstizio d’inverno.
Il Natale cristiano festeggia la nascita di Gesù. La data del 25 dicembre è convenzionale, ed è documentata nei calendari delle festività religiose a partire dal III-IV secolo d. C.; il Natale fu stabilizzato in quella giornata dopo che diverse tradizioni avevano sostenuto, nei primi secoli del cristianesimo, anche date diverse. Oggi viene celebrato in quel giorno da tutti i cristiani, tranne che dagli ortodossi russi. La Chiesa ortodossa russa, infatti, continua ad adottare il calendario giuliano (dovuto cioè a Giulio Cesare) invece di quello gregoriano, diffuso nel 1582 grazie a papa Gregorio XIII. Il calendario gregoriano fu introdotto per rimettere in pari le date di inizio delle stagioni astronomiche con il calendario civile, che nel XVI secolo a causa del moto di precessione della Terra erano sfasate di circa 11 giorni. Oggi il ritardo è di circa 13 giorni. Risultato: il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie celebra la messa di Natale il 7 gennaio, 13 giorni dopo il nostro Natale.

L' ALBERO
Simbolo di vita (e talvolta anche di morte) era diffuso in tutte le culture e in tutte le epoche, anche molto prima della nascita del cristianesimo.
Anche nella cultura cristiana l'albero è presente fin dall'inizio e si mescola spesso con il candelabro. Entrambi portano le luci che illuminano e che si spengono.
L'antico tema dell'Albero della vita si fonde anche con la croce di Cristo.
Sembra che l'albero di Natale, così come viene usato oggi, sia nato a Tallinn, in Estonia nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell'anima gemella. Questa usanza venne poi ripresa in Germania: una cronaca di Brema del 1570 racconta di un albero che veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta.
Anche la città di Riga (in Lettonia) è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale: vi si trova infatti una targa scritta in otto lingue, secondo cui il
"primo albero di capodanno" fu addobbato in questa città nel 1510.
Un'altra notizia sull'uso dell'albero di Natale viene dall'Alsazia: una cronaca di Strasburgo annota nel 1605: "Per Natale i cittadini si portano in casa degli abeti ('Dannenbaumen' nel tedesco dell'epoca), li mettono nelle stanze, li ornano con rose di carta di vari colori, mele, zucchero, oggetti di similoro".
Un'antecedente dell'albero potrebbe essere l'antico rito pagano di portare in casa, prima del nuovo anno, un ramo beneaugurante. Nel Medioevo si diffonde la tradizione degli "Adam und Eva Spiele" (giochi di Adamo ed Eva) che prevedevano la ricostruzione nelle chiese dello scenario del paradiso in terra, proprio il 24 di dicembre, alla vigilia di Natale, con tanto di alberi di frutta, simboli dell'abbondanza e del mistero della vita.
Poi, a questi alberi di frutta si preferirono sempre di più gli abeti.
L'abete, il "Tannenbaum", ha la caratteristica "magica" di essere sempreverde, che, secondo una favola, ha avuto come dono da Gesù stesso, per avergli offerto rifugio mentre era inseguito dai suoi nemici.
Così non stupisce che l'abete, con la sua sagoma triangolare che rispecchiava anche bene la struttura piramidale e gerarchica della società medievale, diventa nel folclore tedesco anche l'albero cicogna dal quale la levatrice scuote i neonati.
Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord delle Alpi.
All'inizio, i cattolici la consideravano un uso protestante e solo nel '900 questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico.



Leggende e storie della Toscana

Tina

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