Trapper, Scoutismo e vita all'aperto

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Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 16:26

Idee sulla vita da scout per qualche giornata all'aria aperta, o il campeggio, in parti di articoli da approfondire.
Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 16:29

L'Equipaggiamento
Nelle attività all'aperto, uno Scout porta con sè solo l'equipaggiamento veramente indispensabile. In questo modo potrai muoverti agevolmente senza essere troppo appesantito. Alcune cose ti saranno sempre utili: un taccuino, una penna, alcuni cerotti medicati, i fiammiferi che metterai in un astuccio impermeabile, il coltello, un fazzoletto, la carta igienica, la borraccia.

Vestiti: il migliore abbigliamento per un uscita, in qualunque stagione, è sempre l'uniforme scout, che è stata ideata proprio per le attività all'aperto ed è resistente e comoda.
D'inverno aggiungi una giacca a vento calda e impermeabile.
tieni sempre la testa coperta: il cappellone, con la sua larga tesa, ti proteggerà dalla pioggia e dal sole, però tenderà a volare se c'è molto vento; il basco ti terrà caldo d'inverno, ma ti proteggerà poco dalla pioggia o dal sole.
Per dormire: saccoletto, pigiama.
Pulizia: asciugamano, sapone, spazzolino, dentifricio.
Viveri: cibi energetici: pane, carne, patate, carote, zucchero, sale, frutta secca, tavolette di cioccolato.
Poncho: sia in estate che in inverno ti riparerà dalla pioggia, ti sarà molto utile per costruire un riparo di fortuna e in tante altre occasioni.
Zaino: di tipo leggero e resistente. Con tutto l'equipaggiamento non deve superare i 6/8 kg di peso. Per il campo il peso potrà arrivare a 10-12 kg.


Lo Zaino
Una delle cose più importanti del tuo equipaggiamento è lo zaino, perchè esso dovrà contenere tutto il tuo materiale e perchè dovrai portarlo sulle tue spalle. Occorre che lo zaino sia capiente, leggero e comodo da portare, con tasche esterne e con spallacci bene imbottiti e regolabili. Per le uscite di una sola giornata pu6ograve andare bene un piccolo zaino leggero della capienza di 20-25 litri /il volume di uno zaino si misura il litri) e del peso di 500-700 grammi, mentre per le uscite con pernottamento e per il campo ti occorrerà uno zaino più grande, con lo schienale rigido, della capienza di 80-90 litri e del peso di 1,5-2 kg. Quando acquisti uno zaino non farti attirare dalla marca o dai colori, ma guarda prima di tutto la praticità e la resistenza.

Lo schienale rigido realizzato con il "bastino" (fatto di fibra di vetro o di materiale plastico), permette di lasciare la schiena interamente staccata e aerata e fa gravare buona parte del peso sulle natiche. Lo schienale rigido realizzato con lo "schienale anatomico" (materiale espanso ricoperto di tessuto) mantiene lo zaino più a contatto con il dorso per distribuirvi meglio il peso, però provoca anche una maggiore sudorazione della schiena.

Vi sono zaini che hanno una "armatura" (in alluminio o in materiale plastico) che rende rigido lo schienale, però rende anche lo zaino piuttosto ingombrante e poco maneggevole. Zaini di questo tipo non sono adatti per i ragazzi. Fare lo Zaino Preparare lo zaino corettamente non si impara la sera prima della partenza. È necessaria un po' di esperienza e diverse prove.

Per sistemare meglio il materiale, mettilo in sacchette di tela che si chiudano con un laccio. Te ne occorreranno sei:

sacchetta biancheria,
sacchetta pulizia personale,
sacchetta cibo,
sacchetta calzature,
sacchetta varie,
sacchetta vuota per la biancheria sporca.
Metti contro la sciena tutto quello che è soffice (biancheria, maglione, ecc.). Nelle tasche esterne sistema i piccoli oggetti dei quali puoi avare bisogno più frequentemente (borraccia, torcia elettrica, bussola, poncho, ecc.).

Equilibra i pesi, facendo attenzione a non disporre tutti gli oggetti più pesanti dallo stesso lato. Non mettere mai il saccoleto fuori dello zaino, perchè pu6ograve inumidirsi o bagnarsi. Anche se richiederà un po' di pazienza, metti sempre tutto il tuo materiale dentro lo zaino e non legare oggetti all'esterno di esso: oltre a farti assomigliare a un caravanserraglio, possono darti molto fastidio mentre sei in cammino e sono anche pericolosi perchè possono impigliarsi da qualche parte.

Una volta preparato, per controllare lo zaino mettilo sulle spalle e fai 30 metri di corsa. Ti accorgerai subito se qualcosa non va.



Il Poncho
È un telo quadrato con un foro al centro sul quale è applicato un cappuccio. È indispensabile quando piove, perchè copre sia te che lo zaino. Ma, oltre che in caso di pioggia, il poncho ti sarà utilissimo anche in tante altre occasioni: come telo isolante da mettere sul terreno, per costruire un riparo di fortuna per la notte, per riparati dal sole. Le Scarpe Le scarpe sono una parte molto importante del tuo equipaggiamento, infatti con scarpe scomode, o con i piedi bagnati, non si va molto lontani.

Le calzature più adatte per attività all'aperto sono gli scarponi alti alla caviglia, con suola in gomma scolpita. Ne esistono di vari tipi, in pelle o in materiali sintetici e impermeabili. Prima di acquistarne un paio, provali con un calzettone di lana: non devono essere n&egave larghi nè stretti, se non vuoi avere vesciche.

Non partire mai per un'uscita o per un campo con scarponi nuovi. Mettili prima più volte, in modo che facciano amicizia con i tuoi piedi poco a poco. Per dormire Se vuoi dormire bene in tenda, o all'aperto, devi stare caldo. Il segreto è di avere sotto di te lo stesso numero di coperte che hai sopra. Quarda il tuo letto di casa: anche se hai delle coperte sopra di te, hai il materasso sotto di te, il cui scopo non è solo di farti stare morbido ma di tenerti al caldo. Anche all'aperto devi curare bene il tuo isolamento dal suolo.

Oltre alle coperte, metti sotto di te un telo impermeabile e più strati di fogli di giornale (la carta è un ottimo isolante), oppure una stuoina di materiale espanso o un materassino gonfiabile che ti proteggeranno anche dalle asperità del terreno.


Il saccoletto
Esistono essenzialmente due tipi di saccoletto: "a coperta" oppure "a mummia". Il saccoletto "a coperta" è detto così perchè si può aprire completamente e può diventare una coperta. Il saccoletto "a mummia" avvolge completamente il corpo e può essere imbottito con vari tipi di materiali, come le piume o le fibre sintetiche, a secondo dell'uso al quale è destinato. Il tipo migliore e più caldo, ma anche più costoso, è quello con l'imbottitura in piuma.

La Tenda

La tenda è una importante compagna di avventure, ma per divenirlo pienamente deve essere trasportabile con zaini personali e quindi sarà suddivisa in più sacche. Generalmente per ciascuna Squadriglia gli Scouts utilizzano una tenda a otto posti, del tipo cosiddetto canadese, di cotone, con il sopratelo e con un tappeto gommato o plastificato come pavimento ( che è detto catino ).

Il catino può essere cucito al telo della tenda, oppure può essere staccato. Il catino cucito evita che entrino acqua o spifferi d'aria resenti al pavimento, però, essendo cucito al telo della tenda, forma un collo pesante da portare. Il catino staccato, invece, rende la tenda più facilmente trasportabile e inoltre può essere sostituito senza difficoltà quando è rovinato. In alcuni modelli di tenda il sopratelo è molto ampio e forma una veranda anteriore, che protegge l'ingresso in caso di pioggia. Alcuni soprateli hanno anche un'abside posteriore, utile per riporre il materiale. qusto tipo di tenda ha però lo svantaggio di essere più pesante e per una Squadriglia diventa piuttosto difficoltoso portarla con zaini nelle attività all'aperto.

Per alcune attività può essere preferibile utilizzare tende più piccole, da 2 o 3 posti, del tipo canadese o a igloo. Le tende canadesi sono generalmente in cotone, con paleria in alluminio. Il peso di una canadese a due posti può variare da 5 a 8 Kg, a seconda della marca. Una volta chiusa è più ingombrante di quella a igloo ma in caso di brutto tempo è più affidabile.

Le tende a igloo si montano più velocemente di quelle canadesi e sono più leggere perchè sono in materiale sintetico, però, proprio per questo motivo, possono rompersi o danneggiarsi più facilmente. La paleria è in vetroresina, molto più leggera dell'alluminio. Il peso di un modello a 2 posti è di 2 o 3 Kg. La forma a igloo offre una minore resistenza al vento, però alcuni modelli, costruiti senza aperture di ventilazione o con tessuti non traspiranti, hanno un inconveniente: può formarsi la condensa all'interno della tenda, o fra il soprattetto e la tenda, con possibile caduta di gocce d'acqua.


Manutenzione
La tenda è la compagna fedele delle tue avventure. Abbine cura per averla sempre in ordine a ogni necessità. Prima di partire verifica sempre che la tenda sia a posto, senza strappi e con tutti i tiranti in ordine. controlla che ci siano tutti i paletti e tutti i picchetti necessari e che nessuno sia storto o inutilizzabile. Dopo averla adoperata, apri sempre la tenda ed esponila al sole per farla asciugare bene e per controllare che non manchi nulla.

Se dovesse essersi rotto qualcosa (strappi sui teli o sul catino, paletti piegati o rotti, ecc.) provvedi subito alle riparazioni necessarie. Poi piega accuratamente la tenda, mettila nelle apposite sacche e riponila in un luogo asciutto e aerato.



continua...
Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 16:30




La natura

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Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 16:35


Acqua


Ai fini della sopravvivenza, l'acqua è un elemento estremamente importante, considerando che il 60% circa del peso di un individuo è composto d'acqua. Quanto più sale la temperatura esterna e cresce l'impegno fisico, tanto più il corpo ha bisogno d'acqua.

In mancanza di cibo, a condizione però di disporre di acqua a sufficienza, è possibile vivere e muoversi per tempi relativamente lunghi. La mancanza di acqua, al contrario, provoca una serie di disturbi di crescente entità:

Una perdita di acqua corrispondente al 5% del peso corporeo provoca nausea e sonnolenza.

Una perdita del 10% infligge al corpo umano un grave deterioramento delle condizioni psico-fisiche, con vertigini, difficoltà di parola e grande spossatezza.

Una perdita del 25% provoca sicura morte alle basse temperature, mentre per giungere alla morte in climi temperati se ne deve perdere il 20% ed in presenza di clima torrido è sufficiente perderne il 15%.

Assodato il principio che senz'acqua e impossibile vivere, si tenga presente che quando si hanno a disposizione piccole quantità d'acqua bisogna consumarle con grande parsimonia e mai in un'unica soluzione.

E' preferibile, infatti, berne poca e spesso, piuttosto che assumerne in quantità eccessiva ed unica, per consentire all'organismo migliori possibilità di assorbimento e per reintegrare quantità ottimali di liquidi.

Va evitato, inoltre, di bere acqua molto fredda, specie in climi torridi, o, almeno, è bene usare l'accuratezza di trattenerla in bocca per consentirne un leggero innalzamento della temperatura prima di deglutire.



Come conservare i liquidi

Per ridurre al minimo la perdita di liquidi, bisogna prendere le seguenti precauzioni:

Evitate gli sforzi. Restate fermi e riposate.

Non fumate.

Restate al fresco, all'ombra. Se non c'è ombra, procuratevela costruendovi un riparo.

Non stendetevi su una superficie troppo calda.

Mangiate il meno possibile. Se non avete l'acqua, l'organismo utilizzerà i propri liquidi per la digestione, aggravando la disidratazione. I grassi sono i più difficili da digerire e richiedono molta acqua per la loro scomposizione.

Non bevete mai alcolici. Anche l'alcol richiede molti liquidi degli organi vitali per la sua scomposizione.

Non parlate troppo; respirate con il naso, non con la bocca.



Come trovare l'acqua

Il primo posto è nei fondovalle, dove si raccoglie di norma l'acqua. Se non ci sono corsi o stagni visibili, provate a scavare dove la vegetazione è più verde. Può esserci acqua subito sotto la superficie, e potrà riempire la buca. Scavate anche nelle gole e nei letti asciutti dei torrenti; può darsi che scopriate una sorgente, soprattutto nei tratti ghiaiosi. In montagna cercate l'acqua negli anfratti delle rocce.

Lungo le coste, scavate al di sopra del livello dell'alta marea, soprattutto dove ci sono dune di sabbia: ci sono buone probabilità di trovare uno strato di cinque centimetri d'acqua dolce che filtra e che galleggia sopra l'acqua salata, che è più pesante. Potrà essere salmastra, ma pur sempre bevibile. E, dove la costa è rocciosa, cercate i punti più coperti di vegetazione, anche di felci e muschio e, probabilmente, in una fessura della roccia troverete acqua raccolta oppure una sorgente.

Se non trovate acqua dolce, è possibile di stilare l'acqua di mare. (vedi più avanti)



ATTENZIONE

Diffidate di tutti gli stagni senza vegetazione o con ossa di animali intorno. Probabilmente l'acqua sarà inquinata da sostanze chimiche presenti nel terreno. Controllate la sponda alla ricerca di tracce di minerali alcalini. fate sempre bollire l'acqua stagnante. Non bevete mai né l'urina né l'acqua di mare. Mai! Però, se le distillate, potete ottenere acqua potabile, e l'acqua di mare, per di più, vi darà il sale.



Una sufficiente depurazione dell'acqua potrà essere ottenuta:

Con l'ebollizione per alcuni minuti.

Con pasticche potabilizzanti.

Con tintura di iodio (3-10 gocce per litro).

Con pochi grani per litro di permanganato di potassio.

Per filtrazione attraverso un panno pieno di sabbia.

Per decantazione quando l'acqua e torbida.



L'acqua piovana è, praticamente, distillata ed è quindi una fonte ottimale di approvvigionamento. E' quindi opportuno, ogni volta che se ne presenti l'occasione, cercare di raccoglierne il più possibile, con ogni mezzo. Se si dispone di recipienti impermeabili il compito è, ovviamente, facilitato, ma anche indumenti di cotone o di lana possono ben servire allo scopo se esposti alla pioggia e periodicamente strizzati in un recipiente.

In caso di sopravvivenza su un battello di salvataggio si può bere la pioggia che si deposita sul fondo (precedentemente svuotato dell'acqua marina) oppure, con una spugna o con un indumento di cotone, si può raccogliere l'umidità che si deposita sui galleggianti durante la notte.

Nei climi in cui di giorno fa molto caldo di notte fa freddo, si può prevedere la formazione di una densa rugiada. Quando questa si condensa su superfici lisce, potete raccoglierla con una spugna o con del tessuto.

Altro sistema per accogliere la rugiada è legarsi della stoffa pulita attorno alle gambe e alle caviglie, camminare nella vegetazione bagnata, e poi strizzare o succhiare la stoffa umida.

Neve e ghiaccio si possono bere se si dispone di combustibile per scioglierli e, in questo caso, è sempre preferibile sciogliere del ghiaccio perché, a parità di combustibile, si ricava più acqua. Gli strati inferiori di neve sono più granulosi di quelli superficiali e danno più acqua.

Il ghiaccio marino è salato - non serve per bere - finché non è invecchiato. Più giovani più salato. Il ghiaccio nuovo ha forme ruvide e colore bianco lattiginoso. Quello vecchio è azzurrognolo e ha spigoli arrotondati dalle intemperie. Dal ghiaccio azzurro si può tenere buona acqua, più oscuro il liscio meglio è. Attenti, però, al ghiaccio vecchio rimasto esposto alla spuma salina.

L'acqua dei fiumi è sicuramente potabile e di ottima qualità dove non sono visibili tracce di inquinamento. In prossimità delle sorgenti, ma anche nelle pianure solcate dai fiumi, è possibile trovare acqua potabile con scavi di piccola entità da effettuare, qualora si avessero dei dubbi sulla potabilità, all'esterno delle anse formate dal corso d'acqua. Anche dai torrenti e rigagnoli asciutti è possibile ottenere acqua, con piccoli scavi effettuati sempre all'esterno delle anse e nei punti più bassi. L'acqua va comunque (quando la prudenza lo consigli ed i mezzi a disposizione lo consentano) bollita a lungo prima di essere bevuta. In zone tropicali, dove è assai probabile che l'acqua di un fiume contenga germi e batteri di malattie molto pericolose come dissenteria, colera, tifo ed infezioni parassitarie, deve sempre essere bollita a lungo.

Va infine considerato che lo scorrimento stesso dell'acqua, specie in corsi impetuosi, contribuisce, seppur in minima parte, al purificarsi di questo prezioso liquido.

Nei pressi della costa: in situazione di sopravvivenza è sempre utile e conveniente prendere esempio dal comportamento animale. L'elefante, ad esempio, indica un interessante metodo per ricavare acqua dalla sabbia, in vicinanza della riva. A circa un metro e mezzo dalla battigia, l'astuto mammifero scava una buca di poche decine di centimetri di profondità che, dopo alcuni minuti, è piena di acqua potabile, risultato della filtrazione compiuta dalla sabbia. Si tenga inoltre presente che l'acqua piovana defluisce verso il mare mescolandosi ad esso ed è quindi possibile, cercando una depressione ad un centinaio di metri dal bagnasciuga e scavandovi una buca, ottenere acqua potabile in abbondanza.

Laghi e stagni: il metodo migliore per purificare le acque dei laghi di dubbia potabilità, acque stagnanti e acque fangose, è quello di filtrarle più volte con la sabbia, contribuendo così anche ad eliminare il sapore salmastro delle acque di stagni adiacenti al mare. Anche in questo caso il massimo grado di sicurezza è ottenibile attraverso l'ebollizione.

Boschi: nei boschi, nei quali sono presenti vaste aree umide, è decisamente facile procurarsi, con l'ausilio di distillatori, acqua potabile. Dove sono presenti il salice ed il sambuco, inoltre, basterà effettuare piccoli scavi per ottenere l'acqua.

Distillatore: è cosa nota che l'evaporazione venga favoriva dal calore del sole. Questo principio può essere convenientemente sfruttato realizzando un "distillatore" (figura a lato). Si scava una buca con profondità e diametro di circa un metro sulla quale si stende un telo impermeabile. Disposto al centro della buca un recipiente (una lattina, un bicchiere, ecc.), si fissano i bordi del telo con delle pietre e gli si fa assumere una forma concava ponendo al centro un piccolo sasso in corrispondenza del contenitore. In questo modo l'aria imprigionata sotto il telo si satura rapidamente e gocce di vapore condensato si raccolgono sulla parte convessa del telo dal quale cadono poi nel recipiente. E' così possibile raccogliere circa un litro d'acqua ogni 24 ore. Volendo, si può agevolare la condensazione ricoprendo il fondo della buca con foglie e rami verdi o bagnandolo con acqua non potabile.

Con questo metodo non è raro catturare anche rettili e piccoli animali che, attratti dall'acqua, si introducono nella buca, non riuscendo poi a risalirla. Il distillatore può essere utilizzato, sia pure con capacità produttiva dimezzata, anche di notte, poiché il terreno continua ad avere una temperatura relativamente elevava, mentre il telo si raffredda rapidamente.

Acqua dalle piante: le piante sono formate, per buona parte, di acqua, ed il loro succo, purché non presenti un aspetto lattiginoso o schiumoso, è generalmente potabile. Alcune piante, come la vite, possono fornire acqua intaccandole nella parte alta ed effettuando una seconda incisione vicino al terreno: poco dopo l'acqua comincerà a gocciolare. Quando non si abbia il tempo o il modo di purificare acqua di dubbia potabilità si può agevolmente ricorrere alle piante acquifere, che consentono di ricavare discrete quantità di liquido. L'acqua può inoltre essere sostituita da frutti ricchi di succo come l'uva, le pesche, le arance, ecc..

Nelle zone tropicali le possibilità di ricavare acqua dalle piante sono estremamente più elevate e per i viticci si potrà fare uso degli avessi procedimenti sopra esposti, facendo sempre attenzione che il succo non sia lattiginoso. Le canne di bambù contengono spesso acqua: se agitandole si provoca uno sciacquio sarà sufficiente intaccare lo stelo all'altezza dì ogni nodo per raccogliere il liquido.

Nelle zone desertiche sono le piante grasse in generale, ed i cactus in particolare, ad offrire discrete quantità d'acqua. In qualunque clima, infine, è bene tenere conto del comportamento degli uccelli e delle tracce degli animali che, frequentemente, conducono all'acqua.



Per approfondire consigliamo: Manuale di sopravvivenza, Manuale pratico di sopravvivenza, Scuola di sopravvivenza e pronto soccorso, Guida per la sopravvivenza, Survival e Il manuale di sopravvivenza dei corpi speciali


Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 16:39

Fuoco


Di primaria importanza, in condizioni di sopravvivenza, è il fuoco, quale fonte di calore, di luce, insostituibile per conservare e cucinare i cibi, per depurare l'acqua, per asciugare gli abiti, per fare segnalazioni, per tenere lontani gli animali. Accendere un fuoco può sembrare di estrema facilità. Chi è costretto a sopravvivere, però, non sempre disporrà dei moderni mezzi di accensione e sarà quindi costretto a provocare il fuoco in altri modi. Prendiamo pertanto in esame il materiale occorrente ed i metodi per l'accensione di un fuoco.

Esca

È composta principalmente da materiale asciutto, facilmente infiammabile, adatto ad innescate la combustione. Sono buone esche paglia, rami sottili, pigne, polvere di legno, nidi, felci, carta, cotone, ecc.. Se su questi materiali avremo la possibilità di versare liquido infiammabile (alcool, benzina, nafta, kerosene, ecc.) o polvere da sparo il risultato, in termini di facilità e rapidità d'accensione, sarà decisamente migliore.

Accensione

Per legna da accensione si intendono rami, tronchi, assi o tavole di limitate dimensioni che, per la loro elevata infiammabilità, favoriscano lo svilupparsi della fiamma.

Mantenimento

Il materiale di mantenimento è costituito da tronchi o rami di generose dimensioni, più adatti alla produzione di braci. Quando si necessiti di un fuoco dalla fiamma alta (per friggere cibi o far bollire dell'acqua), sarà opportuno utilizzare materiali il più possibile secchi. Se, invece, si avesse bisogno di un fuoco lento e duraturo (per arrostire della carne o scaldare il ricovero), si dovrà utilizzare come legna di mantenimento anche quella bagnata o umida. Per far sviluppare correttamente il fuoco e mantenerlo, si ponga attenzione a non soffocarlo, evitando di deporre sull'esca o sul materiale d'accensione legna troppo pesante che limiterebbe l'apporto di ossigeno necessario. Il fuoco deve essere alimentato costantemente e senza sprechi, evitando l'uso di liquidi infiammabili (se non per la sola accensione, come già detto), e tenuto sempre sotto controllo per evitare che si propaghi alla vegetazione circostante. Se si dispone di fiammiferi, cercare di economizzarne l'uso e, quando possibile, è bene allestire un riflettore di tronchi o sassi, con il duplice scopo di proteggere la fiamma dal vento e di permettere che il calore venga riflesso verso la persona con il minimo grado possibile di dispersione. E preferibile, anziché un gran fuoco, allestirne alcuni di piccole dimensioni, al fine di ottenere una migliore propagazione del calore, un risparmio del combustibile ed una maggiore facilita di controllo. Il luogo dove si intende accendere il fuoco deve essere accuratamente preparato, eliminando la sterpaglia e circondandolo con grossi sassi, quando il terreno sia secco, per evitare incontrollate accensioni, oppure, se possibile, disponendo il fuoco stesso su una roccia (o su un piano di pietre o di metallo), quando il terreno sia coperto di neve o di ghiaccio. E sconsigliabile accendere i fuochi sotto gli alberi per il pericolo di incendi improvvisi e perché, se questi sono innevati, il calore potrebbe provocare la caduta della neve con conseguente spegnimento della fiamma.



Metodi per l'accensione del fuoco

Per accendere un fuoco e bene preparare una piccola catasta con l'esca, aggiungere della legna da accensione per permettere lo sviluppo della fiamma e, solo dopo che questa si sia ben sviluppata, aggiungere la legna di mantenimento. Quando possibile, è conveniente rialzare il fuoco da terra, per mezzo di sassi, per permettere all'ossigeno di circolare meglio e facilità re così l'accensione.

Fiammiferi

Al fine di preservarli dall'umidità, vanno custoditi in contenitori stagni e possono essere impermeabilizzati con una colata di cera, con smalto per unghie o con paraffina. Se già umidi possono essere utilizzati dopo averli ripetutamente passati tra i capelli (che dovranno ovviamente essere asciutti). I fiammiferi non devono essere sprecati per altri usi.

Archetto

È il più romantico, ma anche il più complicato, metodo per accendere un fuoco, consistente nel far ruotare velocemente la punta di un ramo, secco e duro, nell'incavo ricavato in un pezzo di legno dello spessore di alcuni centimetri. Per permettere la stabilità del ramo bisogna effettuare una pressione, superiormente, con una pietra conca va (o una conchiglia) mentre con l'archetto vero e proprio (un ramo flessibile ai cui estremi si lega una funicella) si impone al ramo appuntito una velocissima rotazione. L'attrito, così procurato, da luogo ad un pulviscolo incandescente che, radendo sull'esca precedentemente disposta, ne provoca l'accensione. E un metodo, questo, che ha bisogno di tanta volontà e pazienza e i cui risultati sono fortunosi, specie nelle stagioni umide. Per accendere ,l fuoco con il Sistema dell?archetto sì deve far ruotare velocemente la punta dì un ramo secco e duro nell?incavo in un pezzo dì legno di un certo spessore Per mantenere stabile il ramo sì effettua superiormente una pressione con una piccola pietra concava mentre con l'archetto t, impone al ramo stesso una velocissima rotazione.

Sfregamento

Si utilizza un ramo secco con la punta sollevata da terra, mediante uno spessore, sotto la quale viene posta l'esca. Tenendo fermo il ramo con un piede si aziona velocemente un cordino di canapa (o striscia di cuoio o cavetto) che sfregando contro la parte inferiore del ramo provoca la formazione di pulviscolo incandescente che incendia l'esca. Inadatti sono funi o cordini di nylon che, per effetto del calore prodotto, si fonderebbero.





Quarzo

Nel caso fosse possibile reperire un cristallo di quarzo, si può fissarlo a due rami mediante un cordino e dopo aver preparato l'esca, si deve battere, per esempio con il pugnale, contro il quarzo, dal quale si staccheranno le scintille che provocheranno la combustione dell'esca stessa. In alternativa si possono usare pirite di ferro, pietra focaia o pietre dure. Questo metodo ha bisogno di esca asciutta e di molta, molta fortuna.

Accumulatori di corrente

Se chi è costretto a sopravvivere deve il suo stato ad un incidente aereo, o comunque, ad un veicolo semovente, e dispone quindi di un accumulatore, potrà, con i due poli della batteria, creare un arco voltaico le cui scintille, facilmente, provocheranno la combustione del l'esca.

Polvere da sparo e simili

Il disporre di munizioni o razzi da segnalazione, semplificherà le operazioni. Infatti, disponendo di munizioni, si potrà asportare la pallottola (o i pallini), spargere un po? della carica sull'esca, mentre il resto si lascia nella cartuccia bloccandolo con un pezzo di carta (o paglia o altro), introdurre la cartuccia nel l'arma e fare fuoco sull'esca impregnata di polvere da sparo, da una distanza di 5 10 cm, provocandone così la combustione. Se, invece, si ha a disposizione una pistola da segnalazione, si estrae l'artifizio dalla cartuccia e, dopo aver estratto anche la borra e aver depositato il tutto sull'esca, si libera lo stoppino e vi sì spara contro con la pistola (nella quale si è provveduto ad inserire la cartuccia) ottenendo così una fiamma assai viva.

Lenti

In una bella giornata di sole, con una lente d'ingrandimento o con un pezzo di vetro di opportuna forma (tipo il fondo di una bottiglia), si possono concentrare i raggi solari verso l'esca provocandone, dopo alcuni secondi, la combustione.



Tipi di Fuochi

Ci sono fuochi che scaldano e fuochi che illuminano. Si ha bisogno di tutti e due i tipi: il calore del fuoco della cucina per nutrirsi e la luce viva del fuoco da campo per la sera. Fare un fuoco più adatto a scaldare o uno più adatto a illuminare dipende dal tipo di legna che si usa e dalla forma del focolare.

Per cucinare occorrono due tipi di fuochi: uno rapido e ardente per far bollire l'acqua, l'altro che bruci lentamente e senza fumo, mantenendo un calore costante, per cucinare le vivande.

Scegli bene la legna adatta:

I legni duri ( quercia, frassino, olmo, faggio, ecc. ) hanno un grande potere calorifico e combustione lenta. Buoni per la cucina e per il riscaldamento.

I legni teneri ( pioppo, tiglio, acero, platano, ecc. ) hanno un potere calorifico medio e combustione rapida. Buoni per il fuoco da campo e per la legna di accensione.

I legni resinosi ( pino, abete, larice, ecc.) hanno un potere calorifico medio e combustione molto rapida. Buoni per il fuoco da campo e per la legna di accensione.





Fuoco a piramide

Si accende con ogni tempo, fornisce calore e luce, però disperde calore e consuma legna. Riscalda in maniera irregolare. Va alimentato costantemente. È adatto per il fuoco da campo. È la base per l'accensione di ogni fuoco.




Fuoco a trincea

Ha un ottimo tiraggio e può essere alimentato regolarmente con rami lunghi. È stabile per mettervi pentole grosse e consente anche di metterne due o più, una accanto all'altra. Va orientarlo esattamente secondo il vento perché diventa poco efficace se il vento cambia direzione. Inoltre richiede un terreno sufficientemente compatto, altrimenti, se la trincea È poco solida, non sostiene bene la pentola.

Fuoco a croce

È una variante del fuoco in trincea, puoi utilizzarlo se il vento cambia frequentemente direzione. Consuma legna e non è facile né da regolare, né da alimentare, né per disporvi sopra le pentole.


Fuoco polinesiano

È un fuoco tipico dei popoli della Polinesia. Si fa un buco nel terreno e si ricopre sul fondo e sui lati con pietre piatte. In caso di pioggia, si può copre con uno strato di terra. Il fuoco polinesiano riscalda bene, mantiene il calore, non risente assolutamente del vento ma è poco pratico da alimentare.


Fuoco del boscaiolo

Si accende facilmente e dà molta luce. Brucia bene e con ogni tempo. È ottimo per il fuoco da campo e per riscaldare. Richiede una preparazione accurata, ha bisogno di molta legna e deve essere alimentato costantemente.



Fuoco a riflettore

Alcune pietre servono a formare il focolare e a sorreggere le barre di ferro, mentre alcuni tronchetti, disposti l'uno sopra l'altro, fanno da riflettore per il calore. È adatto per la cucina individuale e per scaldarsi.



Fuoco in scarpata

Unisce i vantaggi del fuoco a riflettore a quello sopraelevato.


Fuoco del pastore

È facile da costruire e cuoce rapidamente perché mantiene abbastanza il calore. Bisogna fare attenzione al tipo di pietra utilizzata perché alcune pietre, con il calore, possono spaccarsi e lanciare schegge.





Fuoco alla "trapper"

Ha un buon tiraggio, ma risente molto dei cambiamenti del vento. È adatto per la cucina individuale. Si scava una trincea larga 30 cm e lunga 50, orientata in modo che il vento vi soffi dentro.







Fuoco a capanna

Consente di sfruttare il vento ed è possibile accenderlo anche in condizioni meteorologiche avverse.



Fuoco al calore di pietra


Serve per cucinare con più pentole contemporaneamente.



Fuoco del pioniere


È orientabile secondo il vento. È pulito e rapido, però produce fumo, perchè i due tronchetti laterali devono essere di legno verde, per evitare che brucino troppo velocemente.



Per approfondire consigliamo: Manuale di arte scout

Tenere presente anche: Manuale di sopravvivenza, Manuale pratico di sopravvivenza, Scuola di sopravvivenza e pronto soccorso, Guida per la sopravvivenza, Survival e Il manuale di sopravvivenza dei corpi speciali





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Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 16:44


Il Cibo

I vegetali hanno un alto contenuto di carboidrati, possono da soli permetterci di sopravvivere ed offrono l'innegabile vantaggio, al contrario degli animali, di non correre, non nascondersi, non aver bisogno di essere catturati. La stragrande maggioranza dei vegetali è, soprattutto alle nostre latitudini, commestibile ma è fondamentale poter distinguere, tra le numerosissime specie che la natura offre, le erbe, i funghi e le piante che non lo sono. Ci si può comunque attenere ad un semplice sistema empirico per evitare di assumere varietà tossiche o addirittura letali: (NON VALIDO PER I FUNGHI)

assaggiare una piccola quantità di vegetale scelto (possibilmente bollito);

trattenerlo in bocca per alcuni minuti e, dopo essersi assicurati che non presenti sapore sgradevole, ingoiarlo;

attendere circa otto ore e, se non sopraggiungono dolori gastrointestinali, nausea o altri disturbi, ripetere l'operazione con una quantità sensibilmente maggiore;

attendere altre otto ore dopo le quali, in assenza di disturbi, il vegetale può essere considerato commestibile.



Piante commestibili

Ortaggi: sono tutti commestibili, crudi o bolliti, e della maggior parte di essi è possibile mangiare tutto, comprese foglie, bucce e bulbi (due eccezioni sono le foglie delle patate e dei pomodori). Alcuni, come piselli, ceci, fagioli e fave, sono molto nutrienti; altri, come pomodori, finocchi e ravanelli, possono anche sostituire adeguatamente l'acqua.

Vegetali selvatici: generalmente commestibili, possono essere ingeriti crudi o bolliti e l'eventuale sapore amaro può essere attenuato lasciandoli immersi per alcune ore in acqua fredda e risciacquandoli, dopo la cottura, sempre in acqua fredda. Vanno sempre lavati molto accuratamente. Si tenga presente che una prolungata dieta vegetale produce generalmente un effetto lassativo, non preoccupante se non sfocia in dissenteria. I più comuni vegetali selvatici presenti in tutta la Penisola e in gran parte dell'Europa, sono:

cardi: i migliori, alti, una volta liberati dalle spine, possono essere bolliti, fornendo ottimi brodo e cibo, o assunti crudi;

ortica: verde, tenera, è gustosa. Con un po' di bollitura è ottima;

felce: verde è gradevole dopo la bollitura. Sono teneri i gambi giovani e ottime le radici, che costituiscono un cibo molto nutriente;

asparagi: ricchi di ferro, sono facilmente reperibili in primavera;

acetosa: reperibile nei prati, caratteristica per il gradevole sapore acidulo, si consuma cruda;

cortecce: dai pini, dai pioppi, dalle betulle e dai salici è possibile trarre nutrimento dalle parti interne della corteccia, che possono essere consumate crude, cotte o, essiccate, ridotte allo stato farinoso;

menta, rosmarino, alloro e salvia si usano solo per insaporire altri cibi; e aglio, cipolla e porri, ottimi disinfettanti intestinali, possono essere ingenti crudi, come contorno, oppure bolliti; e more, lamponi, fragole, mele, pere, mirtilli, corbezzoli, noci, nocciole e castagne costituiscono un ottimo cibo.



Piante tossiche


Per quanto sia improbabile cibarsi di piante velenose, è comunque opportuno conoscerle per evitare di inserirle nella dieta vegetale:

aconito: pianta che vive in zone fredde e montagnose. Ha fiori blu a forma di spiga o pannocchia

e fusto lanuginoso;

cicuta: fusto alto fino ad oltre un metro, vagamente somigliante al prezzemolo, riconoscibile per le macchie porporine sul fusto e per i frutti, che presentano numerose costoline. Vive prevalentemente nei luoghi umidi e nelle rovine;

belladonna: vive anch?essa nei luoghi ombrosi e tra le rovine. Alta fino a m 1,5 con fusto robusto e foglie grandi ovali, produce fiori violacei;

dafne: ha fusto verde, fiori bianchi e rosa ed il frutto, simile ad una bacca, ha sapore acre. Vive nel la macchia.

mandragola e stramonio: hanno foglie lunghe e fiori bianchi ed appartengono alla stessa famiglia.



Per approfondire consigliamo: Piante selvatiche. Come riconoscerle, raccoglierle e usarle in cucina, Come alimentarsi con le piante selvatiche e Le nostre piante medicinali



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ulteriori approfondimenti sulle piante commestibili con fotografie

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Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 16:46


Pronto soccorso
Il kit del Pronto Soccorso



Avere a disposizione una valigetta contenente tutto il necessario per effettuare una prima medicazione in attesa dei soccorsi, può rivelarsi più utile di quanto si pensi.

Sia che si effettui una uscita in giornata o che ci si prepari per un impegnativo viaggio in luoghi con scarsa assistenza è sempre prudente portare con se un piccolo pronto soccorso.

La quantità di materiale da portare dipende dal tipo di attività, dalla realtà sanitaria del luogo in cui si svolge, dalla durata dell'escursione e dalla qualità e quantità delle nozioni di primo soccorso in possesso dell'utilizzatore.

Dovendo portare tutto nello zaino, sarà bene che il set di pronto soccorso sia poco ingombrante, impermeabile e leggero, in modo da non appesantire: il peso totale non dovrebbe superare i 300/400 grammi.

I farmaci contenuti nel kit sono spesso sottoposti a notevoli sbalzi di temperatura, ciò implica una notevole diminuzione dei termini di scadenza riportati sulle confezioni. Per evitare di somministrare farmaci di dubbia efficacia è consigliabile, nonostante comporti una spesa consistente, provvedere annualmente alla loro sostituzione.

Per gli escursionisti che intendono effettuare una camminata che si conclude in giornata, si può limitare il contenuto del kit ad un antidolorifico, un antispastico ed un minimo di materiale per le medicazioni di ferite e abrasioni.



Cosa mettere nel Kit di pronto soccorso

Cotone idrofilo
Disinfettante: acqua ossigenata, Betadine

Laccio e cotone emostatico
Cerotti medicati
Cerotto largo
Bende da cm. 5 e da 10 cm.
Pomata antistaminica per punture d'insetti
Fiale coagulante
Ammoniaca
Cardiotonico in gocce
Antidolorifici, antiacidi e digestivi
Succhia veleno
Compresse di garza medicata e non
Stecche per fratture
Sapone in polvere
Forbici, n. 2 pinze da medicazione, n.1 bisturi retto, n. 6 spille di sicurezza, lametta
N° 2-3 siringhe pronto uso
Cortisone a fiale (tipo: Urbason fiale)
Antispastico (tipo: Spasmex)
Antibiotico






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Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 16:51


Equipaggiamento da sopravvivenza



Kit tascabile d'emergenza
Per tutti coloro che si muovono fuori casa, sia per un semplice campeggio sia per un viaggio lontano dall'Europa, è consigliabile un equipaggiamento per la sopravvivenza. Questo perché è praticamente impossibile prevedere il momento in cui ci si troverà costretti ad iniziare un regime di sopravvivenza e, conseguentemente, non sia realistico ipotizzare di avere al seguito tutti i materiali utili ai fini della sopravvivenza stessa.

Anche quanti abbiamo inizialmente classificato come appartenenti a categorie "a rischio" (piloti, naviganti, ecc.), che pure dispongono di materiale previsto per lo scopo, ne rimarranno, assai probabilmente, privi, proprio a causa dell'incidente che provoca il repentino passaggio dall'attività di routine alla sopravvivenza.

Ben guardandoci dal cadere nel "folklore" di taluni organizzatori di corsi alla moda, che suggeriscono ai propri allievi l'acquisto di cataste di materiale da portare al seguito (non è né pratico, né opportuno viaggiare in aereo o in nave con stivaletti isolanti, suspenders, borracce, coltello, sacco termico, materassino, ecc.), è utile invece effettuare una breve disamina di pochi materiali consigliabili e fornire alcune indicazioni su come utilizzarli al meglio.

Pacchetto di sopravvivenza

L'equipaggiamento tascabile di emergenza, o "pacchetto di sopravvivenza", costituisce una soluzione ottimale di primaria importanza, l'extrema ratio in caso di incidenti e situazioni di emergenza.

Pochi oggetti di base possono essere tutto in situazioni di emergenza. Possono entrare tutti in una scatoletta metallica o in plastica rigida, poco più grande di un paio di pacchetti di sigarette, che starà comodamente nella tasca della giacca a vento. Prendete l'abitudine di portarla sempre con voi; inutile avere qualcosa di più ingombrante, finirebbe per darvi fastidio e la lascereste a casa proprio quando vi potrebbe servire. L'esperienza ha dimostrato che questi articoli sono tutti utili, anche se alcuni lo saranno più in determinate circostanze.


Lucidate a specchio l'interno del coperchio, se avete scelto una scatola metallica, perché possa servire per segnalazioni, e sigillate la scatola a tenuta stagna, con un giro di nastro adesivo, facile da togliere e da rimettere. Ma non dimenticatevela: controllate periodicamente il contenuto, sostituendo ciò che può deteriorarsi, come i fiammiferi e i medicinali. Contrassegnate le confezioni di farmaci con uso e scadenza, e sostituiteli. Imbottite tutto con ovatta che eviterà tintinnii all'interno e potrà servire, all'occorrenza, per accendere un fuoco. Il fuoco è indispensabile per sopravvivere, e quattro oggetti vi aiuteranno ad ottenerlo.

Fiammiferi
i fiammiferi impermeabili sono utili, ma più ingombranti di quelli normali, del tipo Zolfanelli, che si accendono strofinandoli ovunque, e potete renderle impermeabili immergendone le capocchie nella cera fusa. Per risparmiare spazio, potete tagliarli a metà. È molto più facile usare i fiammiferi per accendere il fuoco, ma non sprecateli, usateli soltanto quando con gli altri metodi non ci riuscite. Toglieteli uno alla volta dalla scatola e richiudete subito il coperchio. Non lasciate mai la scatola aperta né per terra.

Candela
senza pari per accendere un fuoco, e per far luce. Tagliatela in forma squadrata perché occupi meno spazio, o procuratevene una con tale forma. Se è di sego può servire, in caso d'emergenza, come alimento o per friggere, ma accertatevi che sia proprio di sego: quella di cera o di altro materiale non sono commestibili. Il sego non si conserva bene, soprattutto col caldo.

Pietra focaia
funziona anche se bagnata e continuerà a funzionare molto tempo dopo che avrete esaurito tutti i fiammiferi. Procuratevene una già pronta, con acciarino a denti di sega.

Lente
può accendere un fuoco, focalizzando i raggi del sole, ed è utile per cercare schegge, spine o pungiglioni.

Aghi e filo
parecchi aghi, compreso almeno uno con la cruna molto larga, che si possa infilare con filo grosso o con un tendine. Avvolgete il mazzetto di aghi con filo grosso e robusto. Aggiungete una o due spille da balia.

Ami e lenza
una serie di ami, in una scatolina o in un pacchetto, insieme con un po' di piombini spaccati. Ricordatevi che un amo piccolo può anche prendere pesci grossi, mentre un amo grosso ne pescherà soltanto, se mai, di grossi. Portate molta lenza, sarà utile anche per catturare uccelli.

Bussola
una bussola a bottone, fosforescente, ma ricordatevi che dovete saperla usare, perché alcune sono di difficile lettura. Ideale è un modello a liquido, ma controllate che non perda, che non contenga bollicine e che funzioni. L'ago tende ad arrugginirsi in fretta: controllate che sia sul perno e che si muova facilmente.

Filo per trappole
preferibilmente filo di rame: 60-90 cm basteranno. Tenetelo per trappole a cappio, ma può risolvere molti problemi.

Sega a filo
di solito è venduta con grossi anelli per maniglie, che però occupano troppo posto: toglieteli, li sostituirete con bastoni di legno quando la userete. Ungetela con grasso per evitare che si arrugginisca e che si spezzi. Una sega di questo genere può essere usata anche per tagliare alberi abbastanza grossi.

Bisturi sterile
almeno due lame di dimensioni diverse. Il manico potete fabbricarvelo di legno se e quando necessario.

Suture a farfalla
si usano per ravvicinare i lembi di una ferita.

Cerotti
di formati assortiti, preferibilmente impermeabili, per abrasioni e per tenere puliti i tagli.

Palloncino gonfiabile
è un buon recipiente per acqua, ne tiene almeno un litro.

Fischietto a pallina
per segnalazione, di plastica è molto leggero.


Pronto soccorso
I farmaci vanno in recipienti impermeabili, con un batuffolo d'ovatta per evitare che le pastiglie si muovano. Si indicano i farmaci necessari per tutti i disturbi, ma sono soltanto una guida e si consiglia comunque il parere di un medico.

Analgesici: per togliere un dolore leggero o moderato. Il fosfato di codeina è ideale per dolori auricolari, mal di denti e di testa. Dose: una pastiglia ogni sei ore, all'occorrenza, può causare costipazione come effetto collaterale, per cui sono utili anche in caso di diarrea. Sconsigliati ai bambini, agli asmatici e a chi soffre di fegato.

Calmante intestinale: contro diarrea acuta e cronica. Di solito è consigliabile l'Imodium. Dose: due capsule subito, poi una dopo ogni nuova scarica.

Antibiotici: Per infezioni in generale. La tetraciclina può essere usata anche da chi ha ipersensibilità alla penicillina. Dose: una compressa da 250 gr, quattro volte al giorno, per cinque-sette giorni. Portarne una provvista generosa. Evitare, durante la cura, latte, calcio e preparati a base di calcio e ferro, o altri farmaci contenenti idrossido di alluminio.

Antistaminici: per allergie, punture d'insetti (può anche servire in caso di reazione negativa a un farmaco). Si può usare il Piriton o il Benadryl. Il primo provoca sonnolenza, per cui, in caso di necessità si può utilizzare anche come sonnifero leggero. Non superare le dosi indicate e non bere alcolici.

Compresse potabilizzanti: da usare quando l'acqua è sospetta e non potete bollirla. Seguire le istruzioni d'uso.

Pastiglie antimalariche: essenziali nelle zone malariche. Esistono tipi che richiedono l'assunzione di una sola pastiglia al mese.

Permanganato di potassio: Parecchi impieghi. Sciogliere in acqua e mescolare. La soluzione rosa la sterilizza, rosa più scuro serve da antisettico e rossa nel trattamento di micosi, come per esempio il piede d'atleta.

Parte dei testi sono di John Wiseman - Informzioni sull'edizione


Riscontrerete che alcuni oggetti da inserire nel "kit di sopravvivenza" non sono facilmente reperibili. Ovviamente, però, nel kit dovete metterci quello che riuscite a trovare. Ad esempio la luce beta è praticamente introvabile in Italia, ma può essere sostituita efficacemente da una minuscola torcia a led (la cui carica dura anche centinaia di ore), anche la pietra focaia non si trova facilmente (anche se nei grandi negozi di armi o forniture militari si dovrebbe trovare), ma può essere sostituita con una piccola scorta di fiammiferi, magari inseriti in una scatoletta dei rullini in modo da non bagnarli...
Non esiste "LA" scatola della sopravvivenza, ma una scatola che ognuno personalizza come vuole, in base a quello che riesce a trovare e agli oggetti che pensa gli possano servire, in base all'esperienza e alle proprie capacità. Per questo è inutile inserire oggetti, magari consigliati da esperti, ma di cui non se ne conosce neanche l'uso. Come è anche inutile, ad esempio, aggiungere la pietra focaia se non si è riusciti ad accenderci il fuoco dopo molti tentativi, si provvederà prima ad impararne l'utilizzo e a quel punto sarà un oggetto "indispensabile" da inserire nel kit.



Ecco alcune foto che illustrano il contenuto della mia cassetta della sopravvivenza: fiammiferi, scatola dei rullini con dentro alcuni cerini con fascia di accensione e alcuni raudi per segnalazione o per spaventare gli animali pericolosi, sull'esterno della scatola dei rullini è avvolto qualche metro di nastro per pacchi, pasticca di combustibile solido, lente d'ingrandimento, bustine di raccolta, minicoltellino svizzero, rocchetto di filo di rame sottile, lenza completa di esca finta, fischietto a pallina, ago e fili con spilla da balia e bottone, lametta, candela, foglio e piccola matita, foglio di alluminio, codice morse codice terra-aria e segnalazioni di emergenza, succhiaveleno con bisturi sterile, cerottone, rotoletto di garza, salvietta disinfettante, pasticche medicinali vari (non presenti nella foto).



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Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 16:54


Regole di base per la sopravvivenza


La sopravvivenza é il sapersi adattare ad ogni luogo e in qualsiasi situazione: il saper vivere senza comodità e con delle difficoltà da superare. L'avventura é la "sopravvivenza volontaria": un'impresa più o meno pericolosa che attrae con il fascino del rischio che comporta. E' avventura anche una gita in montagna, ma servirà una maggiore conoscenza delle tecniche se decidiamo di non portare la tenda o di non portare i panini e mangiare erbe, radici o piccoli animali.



Cinque norme per la sopravvivenza

(IN ORDINE DI IMPORTANZA)



1. Volontà

2. Riparo - Fuoco

3. Segnalazione

4. Acqua

5. Cibo



"Le doti necessarie per sopravvivere sono innumerevoli: esse variano dalla capacità di adattamento alla rapidità e sicurezza nella decisione; dall'ostinazione all'autocontrollo; dall'efficienza fisica e psichica all'insaziabile desiderio di continuare a vivere comunque nonostante una situazione di disagio; dall'allenamento ad una vita disagevole alla accettazione di situazioni difficili; dall'abilità manuale nel procurarsi il cibo o costruire un riparo allo spirito di adattamento nell'alimentazione. Tutto questo é importante, ma una sola é la dote indispensabile per sopravvivere: la volontà." (Palkiewicz).



I quattro mai



1. Mai rinunciare alla lotta.

2. Mai disperare.

3. Mai pensare di aver fatto tutto il possibile.

4. Mai arrendersi, tentare ancora.



Regole base per la sopravvivenza

1. Mai svolgere attività turistico - sportiva da soli (scalate, sci, pesca, campeggio, escursione a piedi, ecc.).

2. Vestirsi in modo appropriato alle condizioni che si devono affrontare.

3. Portare almeno un equipaggiamento base: coltello, fiammiferi e fischietto.

4. Riconoscere i propri limiti fisici e le capacità tecniche nell?affrontare certe imprese.

5. Conoscere, almeno a grandi linee, la zona dove si è diretti.

6. Portare carta e bussola e saperli usare.

7. Comportarsi con prudenza valutando i rischi.

8. Lasciare una specie di programma circa il proprio spostamento.

9. Rafforzare la volontà, aver fiducia in se stessi, non mollare mai.


Testi di Jacek E. Palkiewicz - Scuola di Sopravvivenza - Ed Mursia. informazioni sull'edizione


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Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 17:00

Radiantismo


Tutti coloro che si sono avvicinati anche solo marginalmente al mondo della radio, avranno sicuramente intuito quale indiscutibile fascino emana.

Ci sono moltissimi utilizzi delle radio comunicazioni: oltre alla radiofonia (trasmissione delle informazioni in formato vocale: parlare con la radio) a breve, media e lunga distanza, esistono sistemi di radiolocalizzazione come l'APRS (Automatic Position Reporting System) che veicola, mediante comunicazioni radio, la posizione ricevuta dalla rete satellitare GPS (Global Position System) in modo da permettere agli utenti la visualizzazione in tempo reale delle posizioni delle stazioni mobili di radiamatori e di altri oggetti sulla mappa di un PC; comunicazioni miste radiofonia-VoIP come Echolink, mediante le quali si veicola nella rete internet i segnali radiofonici di stazioni radioamatoriali a bassa potenza di tutto il mondo; radiotrasmissioni dati a pacchetti per scambiare programmi, informazioni digitali, posta elettronica tra radioamatori; trasmissioni di immagini e video mediante la radio; comunicazioni in fonia e dati mediante l'utilizzo dei satelliti radioamatoriali; e molti altri sistemi.

Il radioamatore viene generalmente definito OM, dall’inglese OLD MAN (affettuosamente traducibile in "vecchio uomo"). Per poter "operare" necessita di una regolare concessione che si ottiene superando un esame ministeriale. Viene assegnato dal ministero un nominativo internazionale e si può usufruire di tutti i sistemi elencati brevemente in alto.

In sostanza il radioamatore è uno sperimentatore di nuovi sistemi di trasmissione e anche un utilizzatore dei sistemi già esistenti. L’OM può parlare via radio con tutto il mondo, utilizzando a volte anche il computer, con lo scopo di scambiare informazioni tecniche, offrire supporti ed aiuti di pubblica utilità, (affiancando la protezione civile in casi di calamità) o per il semplice gusto di contattare persone all’altro capo del mondo.
Di seguito vengono spiegati e analizzati alcuni dei sistemi di trasmissione citati e l'equipaggiamento necessario.






Per approfondire consigliamo: Radiotecnica per radioamatori. Con elementi di elettronica e telecomunicazioni, Nuova normativa per radio amatori. Leggi, procedure, patenti, frequenze, Le nuove telecomunicazioni radio private. I collegamenti privati, PMR e PAMR, il multiaccesso, la nuova normativa, radioamatori, CB, il GPS..., Il tuo PMR. Trucchi e segreti delle ricetrasmittenti e Voip: il progetto di interconessione radio via internet

RADIOLOCALIZZAZIONE MEDIANTE L'APRS

SOTA: SIMBIOSI DI RADIO E MONTAGNA


EQUIPAGGIAMENTO PORTATILE QRP PER IL SOTA


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Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 17:07


Database per la pianificazione e la verifica delle dotazioni


La scelta e la verifica dell'equipaggiamento svolge un ruolo fondamentale nella preparazione di un'escursione o di un trekking. In montagna, come in molti altri ambienti naturali, bisogna sempre essere pronti a tutto. Questo non vuol dire avere uno zaino pesante, ma avere le cose giuste al momento giusto.


Descrizione del database

Questo database vuole essere un ausilio alla pianificazione e alla verifica delle dotazioni. Al suo interno sono inseriti, come esempio, alcuni oggetti comuni nell'equipaggiamento dell'escursionista. Per ogni oggetto è riportato il peso, l'area di appartenenza (abbigliamento, alimenti, accessori, emergenze e riparo), l'utilizzo o meno dell'oggetto per diversi tipi di escursione (invernali, estive, giornaliere e di più giorni), l'utilizzo personale o di gruppo, infine è presente un campo che consente di abilitare solo l'equipaggiamento desiderato.

Questo database, non è una seplice lista delle dotazioni, ma uno strumento di calcolo che consente di verificare in modo immediato l'equipaggiamento necessario per una particolare escursione in funzione della stagione, della durata, del modo di pernottare e di sfamarsi. Mediante un potente filtro, accessibile tramite alcuni pulsanti, è possibile visualizzare solo l'equipaggiamento che interessa, quindi abilitare soltanto l'equipaggiamento desiserato. Di questo equipaggiamento (filtrato e abilitato) viene calcolato il peso totale ed il peso a persona dividendo le dotazioni di gruppo per un certo numero (modificabile) di escursionisti. Inoltre viene mostrata la ripartizione del peso per area di appartenenza in termini assoluti e percentuali sul totale. Mediante un pulsante si può stampare un report riassuntivo che include la lista degli oggetti abilitati e tutti i dati mostrati nella maschera.


Scelta dell'equipaggiamento

Saper scegliere l'equipaggiamento veramente utile da un mare di attrezzatura disponibile in commercio non è cosa facile. Gli oggetti abilitati che sono già inseriti nel database sono una buona base di partenza per un'escursione estiva di quattro giorni. Partendo da questi oggetti puoi inserirne di nuovi e modificare od eliminare quelli che non ti servono. Devi pensare a cosa potrebbe essere utile e a cosa puoi rinunciare, tenendo sempre d'occhio il peso totale e la ripartizione del peso per aree di appartenenza. E' utile fissare un livello di peso massimo e controllare che il peso totale rimanga al di sotto del livello fissato, se ciò non fosse, rileggendo la lista troverai sicuramente qualcosa di non indispensabile che puoi disabilitare.


Per far fruttare l'esperienza acquisita, rientrando da un'escursione, rivolta per terra il contenuto dello zaino. Di questo contenuto fai tre mucchi: il primo mucchio comprenderà gli oggetti che hai usato tutti i giorni e tutto l'equipaggiamento di emergenza, il secondo mucchio quelli che hai usato qualche volta e il terzo quelli che non hai usato mai. Le idee preconcette, le abitudini della nostra cultura si mescolano alle vere necessità del campeggiatore. Quindi, con decisione, elimina completamente l'ultimo mucchio ed analizza molto bene il contenuto del secondo per vedere ciò che può essere eliminato, perché solo con il materiale veramente necessario potrai avere lo zaino meno pesante ed essere pronto per qualsiasi avventura. Di conseguenza (anche in previsione di carichi superiori) , devi fissare un limite di peso proporzionato alle tue forze fisiche a alla durata dello sforzo: generalmente per un'escursione lunga e dovendo camminare per molti giorni di continuo, non bisogna superare i 12 kg; per una marcia media si può arrivare a 15 kg; per una marcia corta a 20 kg.

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Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 17:09


Equipaggiamento


L'abbigliamento che indosseremo e l'equipaggiamento che ci porteremo appresso con lo zaino variano notevolmente in funzione delle condizioni climatiche (e quindi della stagione, della quota e della latitudine in cui si svolge l'escursione), delle caratteristiche del terreno, dei punti di appoggio, del modo di pernottare e di sfamarci, della durata del viaggio. L'equipaggiamento dunque dipende da molti fattori.

In montagna bisogna sempre essere pronti a tutto. Per essere pronti ad ogni evenienza che ne dite di uno zaino da 120 litri di capacità con 25 Kg di attrezzatura dentro? Tutt'altro: essere pronti non vuol dire avere uno zaino pesante, ma avere le cose giuste al momento giusto.

Saper scegliere da un mare di attrezzatura, descritta in queste pagine, l'equipaggiamento giusto, non è cosa facile. Un metodo potrebbe essere il seguente: dovete pensare a cosa vi potrebbe essere utile e a cosa potreste rinunciare, poi dovete fare una lista e controllare che il peso totale rimanga al di sotto del livello da voi fissato, se ciò non fosse rileggete la lista e sicuramente troverete qualcosa di non indispensabile che potete eliminare. Un'altro metodo è descritto alla pagina dello zaino: un consiglio utilissimo.


A questo proposito riporto il contenuto tipico del mio zaino (per una settimana; d'estate) in modo che possa essere utile come base di partenza per fare la vostra lista.

Attrezzatura Peso (in gr)
Zaino 1200
Stuino 250
Tenda due posti 2100
Sacco a pelo 750
Kit di sopravvivenza (con minikit medico) 250
GPS (con doppie batterie) 230
Carta topografica 80
Bussola da carteggio 25
Torcia frontale a led (con batterie) 120
Acqua (bottiglia di plastica da 2 litri nello stuino) 2050
Cambi intimi (mutande e calzini) 160
Occhiali da sole (clip on) 30
Occhiali da neve 90
Per lavarsi (spazzolino, asciugamano e sapone) 100
Macchina fotografica (con 2 batterie di riserva) 450
Poncho 460
k-way (per il vento) 180
Fazzoletto di stoffa triangolare 40
Magliette di ricambio (2 T-Shirt e 1 maniche lung) 470
Pantaloni lunghi di ricambio 360
Pile 420
Per dormire (calzoncini e maglietta) 250
Fazzoletti di carta (2 pacchetti) 50
Salviette umidificate 125
Crema solare (bustine monouso) 20
Burro di cacao 13
Tappi orecchie 7
Coltello opinel 40
Tovaiolo e posate (forchetta e cucchiaio) 75
Corda e spago (di canapa, 15m e 15m) 220
Soldi, documenti e chiavi 70
Cellulare (con la batteria carica!) 100
Tanica d'emergenza da 8 litri 50
Cibo per 4 giorni per 2 persone (poi rifornimento) 4460
PESO TOTALE 15295
PESO TOTALE a persona dividendo per due l'equipaggiamento di gruppo (cibo, tenda, kit sopravvivenza, GPS, carta topografica, macchina fotografica, corda e spago, tanica di emergenza) 11363



Per approfondire consigliamo: Il grande libro della montagna, Trekking. Organizzazione, abbigliamento, equipaggiamento e Manuale di trekking



Ed ora vediamo tutta l'attrezzatura da tenere in considerazione (da selezionare a seconda degli usi e delle necessità) per riempire il nostro zaino.


www.avventurosamente.it/md/mod-subjects-viewpage-pageid...
Gabriel-1
00mercoledì 3 giugno 2009 17:11


Equipaggiamento
I consigli del CAI per gli escursionisti


COME PREPARARE LO ZAINO


1) mantellina per la pioggia


2) guanti di lana


3) stringhe di ricambio per gli scarponi


4) n. 2 buste in plastica


5) giornale quotidiano (serve per accendere il fuoco, ripararsi dal vento, ecc.)


6) fiammiferi svedesi in scatola stagna (buone quelle per le pellicole fotografiche)


7) foulard di emergenza a colori vivaci


8) coltello con ferma lama


9) fischietto


10) matassina di 10/15 m. in filo di nylon da 3 mm


11) rotolo di nastro isolante in tela


12) grosso ago da cucito con 2/3 m. di filo robusto in nylon


13) n.6 spille di sicurezza (tipo balia) in varie misure


14) torcia con pile di ricambio


15) occhiali da sole o da neve


16) fazzoletti in stoffa e di carta


17) borraccia termica per l'acqua


18) berretto leggero meglio se impermeabile


19) passamontagna


20) maglione di lana





I 20 oggetti sopra descritti dovrebbero stare permanentemente nello zaino. Qui di seguito si elencano altri oggetti molto utili per il buon escursionista.


21) Cassetta di pronto soccorso (vedi descrizione in basso)


22) lampada frontale


23) torcia meccanica


24) bussola, meglio se di tipo per l'orienteering


25) telo termico di emergenza


26) segnalatore a pile per lo zaino


27) binocolo


28) altimetro


29) burro cacao e crema solare


30) bicchiere e/o gavetta


31) guanti impermeabili per neve


Ricordarsi che tirando verso il corpo i cinghietti tensionali superiori che uniscono gli spallacci alla parte alta dello zaino si porta il peso sulle spalle, facilitando la discesa; mentre rilasciandoli il peso si sposta sulle anche, facilitando la salita.



COSA METTERE NELLA CASSETTA DEL PRONTO SOCCORSO


1) cotone idrofilo


2) disinfettante: acqua ossigenata, Betadine


3) laccio e cotone emostatico


4) cerotti medicati


5) cerotto largo


6) bende da cm. 5 e da 10 cm.


7) pomata antistaminica per punture d'insetti


8) fiale coagulante


9) ammoniaca


10) cardiotonico in gocce


11) antidolorifici, antiacidi e digestivi


12) succhia veleno


13) compresse di garza medicata e non


14) stecche per fratture


15) sapone in polvere


16) forbici, n. 2 pinze da medicazione, n.1 bisturi retto, n. 6 spille di sicurezza, lametta


17) n. 2/3 siringhe pronto uso


18) cortisone a fiale (tipo: Urbason fiale)


19) antispastico (tipo: Spasmex)


20) antibiotico




DIVERTITI IN SICUREZZA

Ti suggeriamo dieci regole fondamentali


Andare in montagna senza conoscerla e senza essere preparati vuol dire esporsi a Bravi pericoli e procedere a occhi bendati rinunciando alla possibilità di scoprire gioie e segreti affascinanti. Le statistiche elaborate dal Soccorso Alpino parlano chiaro. La maggior parte degli incidenti di montagna avvengono su percorsi non difficili, spesso su sentieri o su pendii erbosi e sono causati dalla imprudenza e dall'impreparazione. Quindi non cercare inconsciamente un'avventura temeraria. Ricordati queste regole fondamentali:


1 Preparati fisicamente per poter sostenere gli sforzi che la montagna comporta.


2 Preparati moralmente con quella carica di energia interiore che consente di far fronte a qualsiasi evenienza.


3 Preparati tecnicamente aggiornando le tue conoscenze sull'equipaggiamento e sul suo impiego in modo da poter procedere agevolmente su qualsiasi tipo di terreno.


4 Conosci la montagna e i suoi pericoli (scariche di pietre, valanghe, crepacci, maltempo) in modo da poterli evitare. Informati sulle previsioni meteorologiche.


5 Conosci i limiti delle tue forze e conserva sempre un adeguato margine di energie.


6 Scegli le imprese adatte alle tue possibilità e studia preventivamente il percorso.


7 Scegli bene i compagni per poterne fare pieno affidamento anche nell'emergenza.


8 Non lasciarti trascinare dall'ambizione o da un malinteso spirito di emulazione in imprese superiori alle tue possibilità.


9 Stai costantemente allerta soprattutto là dove le difficoltà diminuiscono e quando la stanchezza annebbia i tuoi riflessi.


10 Sappi rinunciare. Non c'è da vergognarsi. Le montagne ci attendono anche la prossima volta.


www.avventurosamente.it/md/mod-subjects-viewpage-pageid...

Gabriel-1
00lunedì 12 luglio 2010 01:35
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