FINOCCHIO
Il Finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) è una pianta erbacea mediterranea della famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere).
Conosciuto fin dall'antichità per le sue proprietà aromatiche, la sua coltivazione orticola sembra che risalga al 1500.
Si distinguono le varietà di Finocchio selvatico dalle varietà di produzione orticola (dolce).
Il Finocchio selvatico è una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2m, possiede foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum), di colore verde e produce in estate ombrelle di piccoli fiori gialli. Seguono i frutti (acheni), prima verdi e poi grigiastri.
Del Finocchio selvatico s'utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente chiamati "semi").
Il Finocchio coltivato ( o dolce) è una pianta annuale o biennale con radice a fittone, raggiunge i 60-80 cm di altezza e si consuma la grossa guaina a grumolo bianco che si sviluppa alla base.
Il Finocchio ha proprietà: emmenagoghe, diuretiche, carminative, aromatiche, antispasmodiche, anti-infiammatorie, epatiche; é utilizzato per chi ha difficoltà digestive, aerofagia, vomito e nell'allattamento per ridurre le coliche d'aria nei bambini, é noto infatti che un forte tè fatto con i semi di questa pianta sia molto efficace nel trattamento di gonfiori addominali da aerofagia.
In cucina si possono usare tutte le parti del Finocchio. Il bulbo si può mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e si può aggiungere agli stufati. Per quanto riguarda il Finocchio selvatico, chiamato in cucina anche "finocchina" o "finocchietto", si usano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti o “diacheni”, impropriamente chiamati “semi”, che sono più o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, sia le foglie (o “barba”). I fiori si usano per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in salamoia e le carni di maiale (in particolare la "porchetta" dell'Alto Lazio). I cosiddetti "semi" si usano soprattutto per aromatizzare ciambelle o altri dolci casalinghi e per speziare vino caldo o tisane. Le foglie s’usano fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e formaggi; é in uso nelle regioni costiere del Tirreno, un "liquore di finocchietto", per il quale s'utilizzano i fiori freschi e/o i "semi" e le foglie.
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