Pastarelle, nostalgia dell'Italia più dolce
Mignon moderni tutti mousse e gelatine non riusciranno mai a rimpiazzare il mitico cabaret di pastarelle, che in ogni regione si presenta con colori e sapori diversi, accomunati da quella carta vintage, la velina che si appiccica allo zucchero a velo, il senso d’attesa mentre si rivela il contenuto. Pastarelle grandi da dividere, retaggio anni ’80 che fa ancora capolino in alcune pasticcerie d'antan, tagliate a metà o sporzionate alla buona, oppure piccoli scrigni di bontà, soldatini dolci in fila composti, da mangiare in un sol boccone. Si va in negozio al mattino presto, altrimenti ci si mette in coda sporgendosi in avanti per sbirciare tra le delizie esposte, ripassando a memoria la preferita di ognuno, il diplomatico per nonno, il bignè allo zabaione per nonna, al cioccolato per zia.
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