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Come si sceglie il profumo giusto per sé, la risposta è nell'aromacologia

La memoria olfattiva non mente: a ogni profumo corrisponde un’emozione che appartiene al proprio armadio olfattivo.
Di Serena Roberti

L’olfatto è il più potente dei nostri sensi ed è capace di far riaffiorare un baule di ricordi in un solo istante. Basta un attimo, una scintilla per ricostruire un mondo. Aveva ragione Pessoa quando diceva che “L’olfatto è una vista strana. Evoca paesaggi sentimentali attraverso il disegno improvviso del subconscio”. È proprio lì che va ad agire, nel subconscio del nostro sistema limbico, dove gli odori che abbiamo sentito nel corso della nostra vita sono stati accuratamente registrati e archiviati. Sentire un profumo è un po’ come aprire il file di un’immensa biblioteca olfattiva personale, dove sono state collezionate sensazioni ed emozioni. “Il senso dell’olfatto si sviluppa ancora prima della nostra nascita. Per esempio, il tipo di alimentazione scelta da una donna in gravidanza, influenzerà la percezione di alcuni odori da parte del bambino”, spiega Raffaella Tarana, naso di Rajani Parfums. Quando veniamo a contatto con un profumo, i ricettori del cervello si mettono in funzione, stimolando la produzione di adrenalina ed endorfina. La memoria olfattiva non mente, ed è per questo che quando si sceglie di indossare una fragranza, lo si fa per “vaporizzarsi” una sensazione che non è casuale.

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