IL SUO DOPPIO, SEKHMETH
Un aspetto importante di Bast era l’essere sorella gemella di Sekhmet, dea raffigurata come una donna con la testa di una leonessa e, anch’essa con l’utchat come attributo..
Ma mentre, nel binomio, Sekhmet rappresenta il lato distruttivo e oscuro della dea e le forze disgreganti che agiscono negli umani e nella natura, Bast impersona gli aspetti creativi e vivificanti speculari. Insieme, le sorelle gemelle rappresentano l’equilibrio tra la luce e l’ombra, il creativo e il distruttivo, il bene e il male: in pratica l’armonia del Cosmo.
Bast e Sekhmet sono un interessante esempio della dualità che permeava la cultura egiziana: Bast era una Dea del Basso Egitto (il nord, il delta) mentre Sekhmeth proveniva dall’Alto Egitto (la Nubia). La loro sorellanza oltre che dell’armonia cosmica era simbolo dell’Unione dei Due Regni.
Secondo H.P. Blavatsky “[Bast] È chiamata anche Beset o Bubastis, ovvero il principio che riunisce e quello che separa”.
Bast era espressione della magia della vita, della lungimiranza, della fertilità e della prosperità dei felini, mentre Sekhmet ne rappresentava la potenza (anche in guerra), l’abilità e la chiaroveggenza: veniva infatti interrogata dai sacerdoti per conoscere i piani del nemico e quindi aiutare i soldati in battaglia.
Quando le due sorelle sono affiancate le loro forze sono in equilibrio, mentre – in mancanza di una di esse – vi è la separazione, la disarmonia. Così gli aspetti estremamente positivi, femminili, amorevoli di Bast bilanciano l’aggressività di Sekhmet, mentre la vitalità e la potenza di Sekhmeth danno nerbo a una delle dee più aggraziate e femminili del pantheon egizio.
Continua...