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20/10/2014 17:37 | |
Tra i loro riti più significativi, sopravvissuti alle dominazioni culturali, vi era il festeggiamento del Capodanno che ricadeva, secondo il calendario celtico in uso 2000 anni fa, tra il 31 ottobre e il 1 novembre, ossia nella transizione tra laa stagione calda e quella fredda.
Concluso il lavoro nei campi, i contadini si preparavano al ritiro invernale con una grande festa pagana denominata "Samhain" (dal gaelico antico, letteralmente, "Fine dell'estate"), una celebrazione che univa la paura della morta e degli spiriti all'euforia di poter finalmente godere dell'agognata pausa stagionale.
In questa ricorrenza si riteneva che il mondo degli dei fosse reso visibile ai comuni mortali e che i primi si divertissero a giocare brutti scherzi ai loro adoratori.
Dal canto loro, la notte si Samhain gli uomini si prodigavano per ingraziarsi le divinità attraverso sacrifici animali (ma alcune fonti ritengono anche umani) e riti propiziatori.
Le cerimonie avvenivano principalmente nei boschi e sulle colline con l'accensione di un falò (con la valenza di una Fuoco Sacro) da cui, alla fine dei festeggiamenti veniva attinto un tizzone ardente da riportare al villaggio all'interno di una cipolla o di una rapa incavata adibita a mò di lanterna. Tornando alle loro case i Celti usavano indossare maschere, incavate dalla pelle degli animali uccisi, allo scopo di spaventare e scacciare gli spiriti maligni senza essere da questi riconosciuti.
Continua...
Tina
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