| | | ONLINE | Post: 166.072 Post: 133.019 | Registrato il: 02/06/2006 Registrato il: 28/10/2008 | Sesso: Femminile | Nevin | Utente Gold | | |
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27/10/2014 15:03 | |
Bisogna considerare che i morti, nella tradizione e nel folklore, sono da sempre stati considerati entità ambigue.
Nel Culto dei Morti vengono celebrati sia gli Antenati, sia i morti in generale, temuti proprio perchè ormai fanno parte di una dimensione che, dal punto di vista empirico, per i vivi è ancora estranea.
Durante la notte si temeva di incontrare anime di persone morte di morte violenta, o anime che ancora vagavano per i villaggi, impossibilitate a lasciare la nostra dimensione terrena per via di qualche torto subìto o perpetrato in vita, o comunque per qualche conto lasciato in sospeso.
Questa credenza si può ricollegare all'antica immagine della "Caccia selvaggia", rintracciabile già nel Basso Medioevo, per cui si pensava che le anime di persone morte prematuramente non trovassero una precisa collocazione nell'Aldilà, e che fossero condannate a vagare in eterno riunite in una sorta di schiera volante che travolgeva tutto ciò che trovava sulla sua strada, urlando e sibilando in modo spaventoso.
Questo mito, nonostante gli sforzi da parte della Chiesa che cercò di collocare le anime inquiete nel purgatorio, sopravvisse fino agli inizi del ventesimo secolo, e restò diffuso soprattutto nelle credenze dei montanari delle Alpi.
Continua...
Tina
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