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L'Albero scintillante - Icona del Natale

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2023 22:25
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Nevin
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05/01/2023 15:53


L'Albero scintillante - Icona del Natale

Tra culto e storia.
Alla radice di uno dei simboli più amati del Natale.
La venerazione degli alberi è uno dei riti più antichi dell'umanità.
Ma l'innocente abete che sta nelle noste case, allegro e luminoso, non sempre ha avuto vita facile.


Sono vecchie di millenni e abbracciano tutta la Terra le radici dell'Albero di Natale, uno dei simboli più amati e universali delle festività invernali.
Niente di sorprendente, visto che il culto degli alberi, o dendrolatria, è uno dei più antichi dell'umanità.
Ma l'innocente abete che sta nelle nostre case, allegro, luminoso e adorato dai bambini, non sempre ha avuto vita facile; in alcuni momenti della sua lunga storia ha assunto caratteri inquietanti ed è stato persino messo al bando.


L'albero del Ritz


Secondo alcune leggende che risalgono fino alla Bibbia, le origini dell'albero di Natale andrebbero cercate direttamente nel Giardino dell'Eden:

"Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male". (Genesi 2,9)

Il Giardino dell'Eden di Lucas Cranach il Vecchio


Nel Giardino dell'Eden
In alcune versioni,il moderno abete addobato con sfere multicolori di vetro soffiato, festoni brillanti e lucine che rallegra case, piazze e vetrine nei giorni di festa, non sarebbe altro che l'erede simbolico dell'albero edenico del Bene e del Male.
Quando Eva ne colse il frutto proibito, le foglie avvizzirono fino a trasformarsi in aghi e i rami non dettero più fiori fino alla nascita di Gesù Bambino.
Cacciato con la sua compagno dal Paradiso terrestre, Adamo però ne portò con se un ramoscello che molto tempo dopo fornì il legno utilizzato per la croce di Cristo, prima di essere "redento" come uno dei protagonisti del Natale.
Secondo questa leggenda, infatti, l'albero del Bene e del Male si sarebbe trasformato in un ginepro; non a caso, anticamente si credeva che le bacche di questo arbusto avessero il potere di proteggere dai morsi dei serpenti.
Più numerose le versioni che identificano l'albero di Natale con l'altro albero nel giardino dell'Eden, quello della Vita o dell'Immortalità, e che riuniscono sotto una ghirlanda di sempreverdi le tradizioni di popoli antichi e lontani: dalla Cina al Vicino Oriente, dall'Egitto fino al nord Europa.

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Nevin
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05/01/2023 16:26


Gilgames e la pianta dell'irrequietezza
Nell'Epopea di Gilgames, poema epico mesopotamico di cui le prime tracce sembrano risalire alla metà del Il Millennio a.C., il dispotico re di Uruk, di origini semi-divine, disperato per la morte dell'amico Enkidu, parte alla ricerca della "Pianta della Vita".
Ma, secondo alcuni studiosi, il nome di quell'albero magico andrebbe più correttamente tradotto come "pianta dell'irrequietezza", perchè capace di ridare giovinezza, salute, e vigore sessuale agli anziani.
Dopo molte peripezie l'eroe raggiunge il vecchio Utanapishtim, versione babilonese di Noè: unico sopravvissuto al Diluvio Universale.
L'uomo è stato reso immortale dagli dei e ora vive isolato in un luogo circondato da acque mortifere.
Utanapishtim conosce l'esistenza di una pianta magica, che si trova in fondo al mare:
"Vi è una pianta le cui radici sono simili a un rovo, le cui spine, come quelle di una rosa, pungeranno le tue mani; se tu puoi raggiungere tale pianta e prenderla nelle tue mani...".
Purtroppo non sappiamo cosa promettesse esattamente quella pianta misteriosa, ma Gilgames si tuffa e, con un peso legato ai piedi, raggiunge gli abissi dove riesce a strapparne un rametto.
Mentre fa ritorno al suo regno, però, un serpente ruba il prezioso bottino e, dopo aver mutato pelle, fugge via ringiovanito, lasciando l'eroe disperato e consapevole del destino mortale dell'umanità, a cui, come Prometeo, egli aveva sperato di donare una scintilla divina.
E' questa una delle più antiche testimonianze del valore simbolico attribuito in ogni cultura ai sempreverdi, vegetali capaci di sopravvivere al gelo e all'oscurità e di superare la ruota del tempo, che inverte il suo giro al solstizio d'inverno del 21 dicembre, quando nell'emisfero settentrionale cadono il giorno più corto e la notte più lunga dell'anno.
Da questo momento in poi la luce torna a guadagnare spazio sul'oscurità, e il sole malato riprende forza e vigore, pronto a riversare la sua energia nei raccolti.

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05/01/2023 18:15


Lunga vita ai sempreverdi
L'uso di ghirlande sempreverdi, di conifere e agrifoglio, giunchi o palme, per simboleggiare il ritorno alla vita - e, per estensione, la vita eterna, soprattutto nel caso del sicomoro per gli Egizi - accomunava molti popoli antichi, dai Cinesi agli Ebrei.
I Romani decoravano i templi con rami di abete bianco durante i Saturnali, feste solenni in onore di Saturno, che si svolgevano dal 17 al 23 dicembre.
Virgilio racconta che negli stessi giorni si usava portare in giro un giovane abete augurale.
Nelle fredde terre del Nord Europa il culto degli alberi, molto diffuso tra i Celti e gli altri popoli pagani, sopravvisse alla loro conversione al cristianesimo.
Presso i Celti ogni mese era posto sotto la protezione di un albero.
Il 24 dicembre, giorno speciale, era dedicato all'abete, considerato simbolo di nascita e prosperità.
La tradizione irlandese parla piuttosto di agrifoglio, albero sacro ai druidi, i sacerdoti, e legato alla metà oscura dell'anno e alle festività invernali.
Alcuni miti narrano che nei solstizi di ogni anno il Re dell'Agrifoglio e il Re della Quercia combattevano per riconquistare il predominio sul nuovo periodo di luce o di oscurità.
In Scandinavia a Capodanno era usanza decorare case e fienili con rami di sempreverdi per spaventare demoni e streghe, allestire alberi per gli uccelli e offrire in dono pane e birra ai boschi sacri.



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06/01/2023 23:29


Al solstizio d'inverno, il dio Odino veniva rappresentato da un abete verde ornato di spighe e in Germania si allestiva sull'uscio di casa il cosiddeto Albero di Yule, parole che sembre derivare dal norreno hjòl, ruota, riferito appunto alla ciclicità del calendario.
Quando i missionari iniziarono a convertire i popoli germanici, adottarono al cristianesimo molti simboli e tradizioni locali, come suggerito da Gregorio Magno.
Fu così che la festa di Yule divenne il Natale, mantenendo però alcune delle sue caratteristiche originarie, come l'uso dell'edera, del vischio e dell'agrifoglio.
Ma questo retaggio pagano getterà a lungo un'ombra cupa sull'albero-simbolo del Natale, mentre la chiesa Cattolica tenderà a preferire il presepe, che San Francesco d'Assisi rese popolare nella sua celebrazione a Greccio nel 1223.

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06/01/2023 23:50


La quercia di Thor
L'origine dell'albero di Natale nella sua forma attuale va rintracciata in Germania ed è legata all'opera missionaria di colui che passerà alla storia come San Bonifacio.
Il monaco benedettino Winfrid originario del Devonshire, fu invitato a evangelizzare Assia e Turingia.
Nel 723 arrivò al villaggio di Geismar, dove sorgeva una possente quercia dedicata al dio Thor, venerata dai Catti e considerata una dei più importanti simboli sacri dei popoli germanici.
Si narra che Winfrid/Bonifacio, intervenuto per fermare il sacrificio di un giovane, decise di abbattere l'albero per dimostrare la superiorità del cristianesimo sulle credenze pagane.
Mentre sferrava deciso i suoi colpi d'ascia, i presenti attesero invano che Thor reagisse, fulminando il monaco sul posto.
Lui, invece, non solo restò incolume ma terminata l'opera raccolse il legname e ci costruì una chiesa.
Intanto con sua grande meraviglia, fra le radici della quercia abbattuta era spuntato un giovane abete che con la sua forma triangolare sembrava alludere alla Santa Trinità.
I seguaci del Santo lo adornarono di lumi e candele, per favorire le predicazioni e le operazioni notturne.
A quel punto la gente del posto accettò il battesimo e la conversione, dando inizio alla cristianizzazione della Germania settentrionale.

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06/01/2023 23:59


Le lucine di Lutero
Seconda una diversa tradizione nordica, l'usanza di decorare con candele l'albero di Natale sarebbe da attribuire ad un altro religioso tedesco: nientemeno che a Martin Lutero, il severo riformatore protestante del XVI secolo.
Si narra che in una limpida notte d'inverno, mentre camminava assorfto componendo mentalmente un sermone, di colpo fu sorpreso e come folgorato dallo splendore delle stelle che brillavano tra gli abeti.
Per questo, appena a casa cercò di rirodurre la scena per i suoi famigliari usando rami e candele.

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07/01/2023 00:14


Le rose di Riga
La prima testimonianza scritta di un albero di Natale decorato arriva da Riga, capitale della Lettonia, e risale al 1510.
La ricorda una targa in pietra in otto lingue collocata nella pavimentazione della piazza centrale della città.
La Confraternita delle Teste Nere era una gilda di mercanti e commercianti attiva dal XIV secolo.
Per festeggiare il Natale eressero un abete in piazza, più simile forse a un albero della cuccagna: lo addobbarono con rose di carta, simbolo della Vergine Maria, e fra canti, balli e grandi bevute gli diedero fuoco.
Una storia del tutto simile si racconta nella non lontana Tallin, in Estonia, dove attorno all'albero si danzava cercando moglie o marito.

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17/01/2023 23:13


Mele rosse e noci dorate
Anche l'uso di addobbare l'albero con sfere rosse in vetro soffiato ha origine in Germania, dove fin dal XVII secolo le decorazioni più diffuse erano naturalmente le mele vere e proprie, insieme a noci, dolcetti e festoni.
Una consuetudine antica, che risale ancora una volta al Giardino dell'Eden.
Infatti, fin dal Medioevo, i rami dell'abete con mele appese erano un oggetto di scena molto comune nei Mystrienspiel (in inglese Mystery Plays), le rappresentazioni a carattere religioso allestite nelle chiese il 24 dicembre, giorno dedicato ad Adamo ed Eva nel calendario paleocristiano.
Da qui, rami d'abete appesi al soffitto e decorati con frutta secca e dolci e poi alberelli via via, sempre più grandi si diffusero ovunque nei paesi di lingua tedesca e, attraverso l'Alsazia, in Francia.
Alcune fonti testimoniano che nel 1539 un albero di Natale fu eretto dentro la Cattedrale di Strasburgo.
La tradizione, poi, si diffuse talmente che nel 1554 la città di Friburgo vietò il taglio di alberi in occasione delle feste, per scongiurare la distruzione dei boschi.
Altre fonti attribuiscono il primo albero di Natale domestico, così come lo conosciamo oggi, alla Duchessa di Brieg che in Germania, nel 1611 lo impiegò per riempire un angolo che era rimasto desolatamente vuoto nei saloni del uo castello riccamente addobbato per le feste.

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17/01/2023 23:27


Lo sbarco in America
Furono i primi coloni tedeschi a introdurre l'albero di Natale negli Stati Uniti, dove però inizialmente non ebbe vita facile.
Dopo lo sbarco dal Mayflower del 1620, i rigidi Padri Pellegrini del New England avevano imposto ai coloni una celebrazione canonica del Natale, che non ammetteva la minima manifestazione di gioia nè concessioni a festeggiamenti considerati frivoli o lussuriosi.
William Bradford, uno dei fondatori e per trent'anni governatore della prima Colonia di Plymouth, si impegnò per sopprimere la "derisione pagana" dell'osservanza che si insinuava qua e là.
Nel 1659, il Tribunale del Massachussetts emanò una legge che bollava come reato ogni celebrazione del 25 dicembre che non fosse un'ascetica funzione religiosa.
Bisognerà attendere la prima metà dell'Ottocento perchè gli abeti decorati non siano più visti come simboli pagani e comincino a moltiplicarsi anche nelle case degli americani.

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24/01/2023 20:59


Natale messo al bando
Intanto, nella madre patria inglese anche il potente statista Oliver Cromwell, puritano fervente, tuonava contro le "tradizioni pagane" di canti, alberi decorati e qualsiasi altra espressione gioiosa che profanasse "il sacro evento", e il Natale conobbe allora il suo momento più buio.
Nel 1642 i puritani fecero bruciare tutti i rami di sempreverdi con cui i londinesi avevano decorato la città.
L'anno successivo fu approvata un'ordinanza che incoraggiava i sudditi a trattare quel particolare periodo invernale "con la più solenne umiliazione, affinchè si richiami il ricordo dei nostri peccati e dei peccati dei nostri padri", mentre ormai la festa, che "finge solanto di essere in memoria di Cristo (in realtà) in un estrema dimenticanza di Lui ha dato la libertà ai piaceri carnali e sensuali".
Addirittura nel 1644 un'ordinanza confermò l'abolizione delle feste di Natale, Pasqua e Pentecoste: da allora e fino alla Restaurazione nel 1660, il Natale fu ufficialmente considerato illegale.
Ma la scelta si rivelò molto impopolare, tanto che scoppiarono addirittura delle rivolte pro-natalizie.

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24/01/2023 21:22


Grazie, Regina Vittoria
Pare che il primo albero di Natale con decorazioni in vetro sia stato allestito a Vienna nel 1816 ad opera della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg, mentre fu Ludovica di Baviera, madre della principessa Sissi, a commissionare ai maestri soffiatori di Czestochowa le preziose decorazioni in vetro che resero famosi e ricercati in tutta Europa gli artigiani polacchi.
La consacrazione ufficiale dell'albero di Natale per il mondo anglo-sassone, però, arriva nel 1848, grazie a una pagina dell'Illustrated London News che ritrae la regina Vittoria, il principe consorte Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha e l'intera Royal Family riunita attorno a un albero addobbato, allestito nel castello di Windsor.
Un'usanza introdotta alla corte inglese già a fine Settecento dalla tedesca regina Carlotta, moglie di Giorgio III, e da allora diffusasi nell'alta società britannica.
La regina Vittoria era molto popolare tra i sudditi e ciò che si faceva a corte diventava immediatamente di moda, non solo in Inghilterra, negli Stati Uniti e in Canada ma anche in Italia, dove la prima personalità pubblica a far allestire un albero di Natale al Quirinale fu la regina Margherita.
Così, a metà Ottocento, fra dimore reali, castelli e salotti borghesi, il Natale era ufficialmente diventato un'occasione per rafforzare i legami famigliari, scambiarsi doni e fare festa, senza dimenticare però di esercitare virtù come carità, ospitalità e generosità verso il prossimo.

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24/01/2023 22:11


Il Natale si fa elettrico
Negli Stati Uniti, dopo l'iniziale diffidenza, l'entusiasmo per l'albero di Natale illuminato diventò presto eccessivo.
Nel 1885, un intero ospedale di Chicago andò a fuoco causa delle candeline e gli incendi nei giorni di festa si moltiplicarono al punto che nel 1908 le compagnie di assicurazione cercarono di ottenere una legge che le vietasse.
Finalmente, l'idea di sostituire le pericolose fiammelle con luci elettriche venne a Thomas Alva Edison, grande imprenditore della lampadina anche se non ne fu proprio l'unico inventore (il primato fu a lungo conteso del piemontese Alessandro Cruto).
Nel Natale del 1880 Edison appese fili di lampadine all'esterno del suo laboratorio di Menlo Park, nel New Jersey, dando ai passeggeri dei treni che transitavano lì vicino un fantastico assaggio del futuro.
Un paio di anni più tardi il suo socio Edward H. Johnson cablò a mano 80 lampadine rosse, bianche e blu e le avvolse attorno a un albero di Natale che girava su se stesso trasformandolo così nel primo abete elettrificato.
Ma ci vollero ancora molti anni perchè le lucine e l'elettricità in genere prendessero piede.
Al presidente Stephen Grover Cleveland si deve il merito di averle promosse, quando nel 1895 chiese che labete della Casa Bianca fosse illuminato da centinaia di lampadine multicolori.

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Nevin
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24/01/2023 22:25


Consumi alle... stelle!
Con la diffusione dell'energia elettrica la sicurezza è aumentata, ma anche gli eccessi e i costi della bolletta.
Secondo il Guinnes dei Primati,i record mondiale di luci accese tutte insieme su un albero di Natale naturale è di 194.672 ed è stato conseguito a Malmedy, in Belgio, il 10 dicembre 2010.
Pare non sia stato ancora battuto.
La casa produttrice cinematografica Universal Studios Japan, invece, detiene dal 2011 il primato mondiale per l'albero artificiale più luminoso.
Quello di Osaka ogni anno supera se stesso e nel 2019 ha raggiunto lo strabiliante numero di 591.840 lampadine accese.
Un primato che difficilmente potrà essere superato in un Occidente rabbuiato dalla crisi energetica e costretto al risparmio.
Torneremo alle candeline, in fondo molto più suggestive? Forse si, ma con le dovute cautele.

- Tratto da Freedom n. 33/2022 -

Tina



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