Calendario lunare

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ariel.46
00lunedì 1 novembre 2010 11:36
CASTAGNA




Il castagno è una delle più importanti essenze forestali dell'Europa meridionale, in quanto ha riscosso, fin dall'antichità, l'interesse da parte dell'Uomo per i molteplici utilizzi. Oltre all'interesse intrinseco sotto l'aspetto ecologico, questa specie è stata largamente coltivata dall'Uomo, fino ad estenderne l'area per la produzione del legname e del frutto. Quest'ultimo, in passato, ha rappresentato un'importante risorsa alimentare per le popolazioni rurali degli ambienti forestali montani e di collina, in quanto le castagne erano utilizzate soprattutto per la produzione di farina. Attualmente l'importanza economica del castagno ha subito un drastico ridimensionamento. La coltura da frutto è oggi limitata alle varietà di particolare pregio e anche la produzione del legname da opera è fortemente ridimensionata. Del tutto marginale, infine, è l'utilizzo delle castagne per la produzione della farina, che
ha un impiego secondario nell'industria dolciaria. Si ritiene che buona parte delle superfici forestali a castagno siano derivate da una rinaturalizzazione di antiche coltivazioni abbandonatenel tempo, mentre la coltivazione si è ridotta alle stazioni più favorevoli, dove è possibile ottenere le migliori caratteristiche merceologiche del prodotto, in particolare il legname. Il frutto è utilizzato da tempi antichissimi, come si è detto, per la produzione di farine. Questo impiego ha oggi un'importanza marginale e circoscritta alla produzione di dolci tipici, come il castagnaccio. Ancora diffusa è invece la destinazione dei frutti di buon pregio al consumo diretto, concentrato nei mesi autunnali, e alla produzione industriale di marmellate e marron glacé. Interesse del tutto marginale ha il possibile impiego dei frutti come alimento per gli animali domestici.
L'uso del castagno a scopo medicamentoso è un aspetto marginale, tuttavia questa specie è considerata pianta officinale nella farmacopea popolare: per il contenuto in tannini, la corteccia ha proprietà astringenti, impiegabile in fitocosmesi per il trattamento della pelle. Alle foglie, oltre alle proprietà astringenti, sono attribuite proprietà blandamente antisettiche e sedative della tosse.
Sempre nella farmacopea popolare di alcune regioni, la polpa delle castagne, cotta e setacciata, trova impiego in fitocosmesi per la preparazione di maschere facciali detergenti ed emollienti.

Zuppa di Castagne

2 grosse patate
500 gr. Di funghi champignon
1 grossa manciata di castagne
1 spicchio d'aglio
1 spicchio di cipolla
1 carota
origano - prezzemolo – dragoncello

Fate soffriggere uno spicchio di cipolla, uno d'aglio e una carota, tritati fini, con un po' d'origano, di prezzemolo e di dragoncello. Aggiungete i funghi, direttamente dalla confezione se surgelati o tagliati a fettine e puliti se freschi. Mentre i funghi cuociono, mettete a lessare in un pentolino le castagne, bollendole per una ventina di minuti se sono fresche, o semplicemente reidratandole se sono seccheMentre le castagne lessano e i funghi soffriggono (attenzione a non farli asciugare!), sbucciate le patate e tagliatele a pezzetti molto piccoli, aggiungendole ai funghi. Durante la cottura, aggiungete gradualmente un po' d'acqua già calda (che avrete preparato su un fornello libero), in modo da tenere liquido il tutto, e un pochino di sale a piacere (poco, se avete intenzione di aggiungere del miso alla fine della cottura) o anche un pezzetto di dado. A questo punto, le castagne dovrebbero essere lessate.
Scolatele, sbucciatele (sì, anche la buccina sottile; meglio farlo quando sono ancora calde, è più facile) e
aggiungetele man mano che sono nude alla zuppa. Quando avrete aggiunto tutte le castagne, lasciate cuocere ancora, per una ventina di minuti o più, a seconda della pentola e del vostro gusto, aggiustate di sale, aggiungete un pizzico di pepe e servite dopo aver aggiunto un filo di olio.

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Tina


ariel.46
00lunedì 1 novembre 2010 11:39

PORCINO




Dai boschi di querce della pianura, alle faggete e abetaie di alta montagna. Si tratta di un fungo simbionte, gregario, che può nascere anche in grandi famiglie di molti esemplari. Tozzo e massiccio, giustifica appieno il suo nome, che è l'esatta traduzione di quello attribuitogli dagli antichi Romani (Suillus). Se indisturbato raggiunge facilmente grandi dimensioni, che a volte possono divenire eccezionali. Non sono infrequenti ritrovamenti di esemplari di peso superiore a uno o due chilogrammi.

Porcini fritti
•600 g di funghi porcini
•1 uovo
•Farina

Tagliate i funghi a pezzi, infarinateli, passateli nell'uovo sbattuto. Friggetene pochi per volta in abbondante olio bollente. Ritirateli ben dorati con la paletta forata, asciugateli su carta assorbente, passate sul piatto da portata. Salate. Servite subito.


Fonte.

Tina

ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 11:33








ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 11:38

Luna di Dicembre.
o Luna fredda, luna della quercia, luna della neve, luna delle lunghe notti, Aerra Geola (mese prima di Yule), Wintermonat (mese d'inverno), Heilagmanoth (mese sacro), luna del grande inverno, luna degli alberi spogli.



Luna del fuoco della conoscenza, luna della neve.

La mitezza dell’autunno ha ceduto lentamente il passo alla stagione del grande freddo, che rapidamente si avvicina.
Il vento autunnale ha staccato dai rami anche le ultime foglie, che ora ricoprono la terra spoglia nel momento del suo riposo.
Come Madre Terra ha lasciato cadere tutti i suoi ornamenti, per concentrarsi sull'essenza delle cose, anche la nostra attenzione può rivolgersi verso il nucleo interiore della nostra spiritualità.
Durante la fase di trasformazione scorpionica abbiamo potuto lasciare andare tutto quanto è superfluo ed incontrare l'ombra dentro di noi, ma ora il tempo del buio sta per terminare e anche noi possiamo prepararci ad una rinascita spirituale; è infatti nel sonno invernale della natura che nascono i semi dei progetti futuri.
In natura come dentro di noi, siamo infatti nel tempo del Sagittario, terzo della triade del fuoco.
Questo non è il fuoco iniziatore dell’ariete, né il fuoco del cuore leonino. Questo è il segno che apre le porte allo spirituale, insegnandoci che la natura umana per essere completa ha anche bisogno di credere in qualcosa, ha bisogno di una fede.
E così il fuoco del Sagittario, domicilio del grande Giove, è una freccia che punta verso l’alto e vibra nella ricerca di verità, di conoscenza, di significato.
La fase buia dell'anno sta giungendo al suo apice, ma proprio allora un nuovo dio sole nascerà, dando inizio ad un nuovo ciclo, ad un rinnovamento.
E' questo il solstizio d'Inverno, Yule, o ritorno della luce, che ha luogo il 21 dicembre, e il cui significato etimologico è ruota, a indicare che un altro giro è stato dato, negli eterni cerchi della ruota della vita.
In questa magica notte un vecchio Sole si sacrifica spegnendosi, mentre dal grembo notturno di Madre Terra nasce un nuovo Sole Bambino, il “figlio della promessa”, che rinasce dall’utero della grande madre all’alba, e si prepara a fecondarla con nuovi raccolti, garantendo la continuità della vita.
Molti furono i miti con cui gli uomini celebrarono questo importante momento di passaggio in ogni tempo.
Le popolazioni nordiche mettevano in scena la battaglia tra il Re Agrifoglio (che rappresenta l’anno trascorso) e il Re Quercia (che rappresenta il nuovo anno), che vince sul precedente. Oppure le nozze fatali tra la notte più lunga ed il giorno più breve, rappresentati dal sole e la luna, il Dio e la Dea.
Le popolazioni agrestri si riunivano, accendevano fuochi propiziatori e seguivano tradizioni le cui tracce troviamo ancora nelle moderne feste di Natale e Capodanno.
Nell’antica Roma si celebrava il “Dies Natali Solis Invicti”, il giorno della nascita del Sole Invincibile, in seguito assorbita dal Natale cristiano.
Anche la stessa festa di Santa Lucia, che si celebra il 13 dicembre, è un evidente richiamo al ritorno della Luce.
Yule è da sempre un momento propizio per tutti, in cui contattare la propria luce interiore, ed esprimere nuovi propositi e nuovi desideri.
Accogliamo anche noi il ritorno della Luce con la sacralità che è dovuta a questo evento, e nella profondità del nostro essere contattiamo la scintilla del nuovo Sole nascente, e il messaggio di speranza e di rinnovata fiducia che sempre accompagnano ogni rinnovamento.
La celebrazione avrà luogo a Milano, il 19 Dicembre alle 20:45.

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Tina

ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 11:44

Spiriti di Natura: fate della neve, fate delle tempeste, fate dei pini.

Piante: agrifoglio, edera, abete, vischio.

Colori: rosso, bianco e nero.

Fiori: agrifoglio, cactus.

Profumi: violetta, patchouli, geranio, incenso, mirra, lillà.

Pietre: serpentina, giacinto, crisolito.

Alberi: pino, abete, agrifoglio.

Animali: topo, cervo, cavallo, orso, cornacchia, pettirosso.

Divinità: Hathor, Ecate, Neith, Atena, Minerva, Ixchel, Osiride, Norns, le Parche.

Energia: resistenza, morte, rinascita; giro delle maree sulla Terra. Oscurità. Tenebre. Piccoli artifici personali. Sentieri spirituali. Incontro con amici e famiglia, i solitari e i poveri.

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Tina

ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 11:47

Il cielo di dicembre:

Eccoci all'ultimo mese dell'anno, Dicembre, mese del Sagittario che con il suo ottimismo ci accompagna fino alle porte dell'inverno e delle consuete feste, dove come ogni anno moderne tradizioni e antichi riti si mescolano e confondono dando luogo a stati d'animo di ogni tipo, non sempre felici.
Vediamo come si presenta il cielo di questo mese:
Mercurio, pianeta da cui dipende la nostra visione della realtà, entra in capricorno il primo di dicembre, e serio e determinato avanza fino a 6°, poi si fa cogliere da un ripensamento, diventa retrogrado (dall' 11) e torna in Sagittario, come se volesse allietare le nostre feste con lo spirito gioviale e un po' goliardico che caratterizza questo segno. Infatti il 30 torna diretto e con un balzo ci trasporta direttamente nel nuovo anno.
Riprende il suo percorso in Scorpione il pianeta dell'amore, Venere, dopo l'escursione novembrina in Bilancia, e avanza in dicembre fino a 23° del segno più intenso e magnetico dello zodiaco, elargendo fascino ed erotismo specie ai segni d'acqua.
Lascia il Sagittario Marte, che il giorno 7 entra in Capricorno e avanza fino a 18° nel corso del mese, manifestando in questo segno di terra, dove è esaltato, tutta la concentrata determinazione di cui è capace, quando si prefigge un obiettivo.
Avanza di due passi nel suo moto diretto Giove in Pesci, dove è esaltata la sua sete di spiritualità.
Lo stesso fa Saturno in Bilancia, avanzando da 15° a 17°, ma qui la sete è di vera giustizia.
Anche Nettuno avanza di un passo in acquario (27°) e Plutone in capricorno (5°).
Persino Urano, il bastian-contrario dello zodiaco, torna diretto dal 6 dicembre, e si prepara a compiere il suo ultimo tratto in Pesci, prima di entrare in Ariete nel nuovo anno, dove nulla potrà più impedirgli di irrompere con l'energia del rinnovamento più totale, e ben venga!
Per quanto riguarda i moti lunari, il 5 dicembre alle 18:36 italiane ha luogo il novilunio del sagittario.
Il 21 dicembre alle 9:13 abbiamo un plenilunio accompagnato da un'eclisse totale di luna.
Il 22 dicembre il sole entra in capricorno alle ore 00:38 italiane, e dà luogo al solstizio d'inverno.


Testo di Manuela Caregnato per www.ilcerchiodellaluna.it

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Tina


ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 11:50

Le fasi lunari di dicembre 2010.




Luna Nuova: dom, 5 dicembre alle 17:36 U.T.

Primo Quarto: lun 13 dicembre.

Luna Piena: mar 21 dicembre alle 08:13 U.T. eclisse di luna totale.

Solstizio d'Inverno: mar 21 dicembre alle 23:38 U.T.

Ultimo Quarto: mar 28 dicembre.

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Tina


ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 11:53

La Luna di dicembre in giardino.
di Mimmo Tringale.

Siamo vicini al solstizio d'inverno. In prossimità dell'inverno astronomico, nell'emisfero nord la durata del dì decresce gradualmente fino al 21 dicembre, data del solstizio d'inverno, quando il sole raggiunge il punto più basso della sua orbita.
A partire dal 23 dicembre si assiste al fenomeno opposto: le giornate si allungano lentamente e il sole riprende a salire rispetto all'orizzonte.
Apparentemente, i vegetali appaiono totalmente immersi nel sonno dell'inverno, ma in realtà anche in questa parte dell'anno i loro tessuti registrano le impercettibili onde cosmiche che arrivano dalla luna.
Tradizionalmente si ritiene che tali influssi siano particolarmente benefici quando il chiaro di luna si accompagna a notti limpide e fredde. Quando questo avviene è molto probabile che la prossima annata sarà più rigogliosa, la vendemmia più ricca e i raccolti più precoci.

in giardino
I giorni di luna crescente del mese sono i più indicati per la messa a dimora di nuovi alberi e la piantagione dei bulbi primaverili.

nel frutteto (luna calante)
Se non è gelato, preparare il terreno per le piantumazioni primaverili. Effettuare le concimazioni di fondo. Se non l'avete ancora fatto trattate i tronchi e le branche principali dei fruttiferi con la pasta per tronchi. Proteggere le piante più sensibili dalle gelate. Quando la vegetazione è "ferma", raccogliere le marze destinate agli innesti e conservarle in un locale fresco o in frigorifero.

nell'orto
Semine
(luna calante)
A dimora, in serra: agretto, lattuga da taglio, radicchio da taglio, spinacio, valerianella.

Semine (luna crescente)
A dimora in serra (solo se non si prevedono periodi molto freddi): ravanello.

Lavori (luna calante)
Interrare le piante da sovescio (facelia e senape). Eseguire le concimazioni di fondo. Se non è gelato preparare il terreno per le colture primaverili. Lavorare i terreni argillosi per favorire l'azione strutturante del gelo-disgelo.

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Tina


ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 12:03

Le Erbe di Dicembre in cucina.
a cura di Betty Forner



Dicembre è il dodicesimo ed ultimo mese dell'anno secondo il calendario gregoriano, consta di 31 giorni e si colloca nella seconda metà di un anno civile.
Dal latino decem, "dieci", perché era il decimo mese del calendario romano, che iniziava con il mese di marzo.

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Tina

ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 12:07


Vischio




Pianta parassita che affonda le radici nei tronchi di vari alberi e si alimenta della loro linfa; le foglie sono perenni (sempreverdi) e i frutti sono bacche gelatinose, somiglianti a perle.
Il vischio è dunque una pianta molto particolare, le cui radici affondano nei rami e nei tronchi degli alberi invece di attecchire nel terreno. I suoi semi, per germinare, hanno bisogno della luce del sole, diversamente dalla maggioranza degli altri semi, che hanno bisogno dell'oscurità. Allo stadio adulto, il vischio riesce a produrre clorofilla anche al buio.
Le caratteristiche medicinali del vischio, conosciute già dei tempi di Ipocrate e Plinio, sono assai interessanti e di recente si sono scoperte anche le sue proprietà antitumorali, proprietà sulle quali proseguono tuttora le ricerche.
Il vischio agisce con gli effetti qui elencati è un notevole regolatore del sistema circolatorio ed è una delle piante più efficaci che si conoscano contro l'ipertensione arteriosa, poiché migliora l'irrorazione sanguigna del cervello e del cuore, indeboliti a causa dell'indurimento (arteriosclerosi) delle arterie cerebrali o coronariche. Se ne consiglia l'uso in caso di arteriosclerosi cerebrale (nausea, vertigini, ronzio nelle orecchie) o coronarica (angina pectoris). Si può anche somministrare in via preventiva a che abbia avuto attacchi di trombosi o embolie cerebrali. Calma la sensazione di oppressione nel petto, le palpitazioni, il nervosismo e le cefalee; anticamente si usava come sedativo anche negli attacchi epilettici e nelle crisi isteriche. Aumenta la produzione di urina e l'eliminazione dei residui tossici del metabolismo, come l'urea e l'acido urico; è indicato in caso di nefrite, gotta, artrite e ogni qual volta si voglia depurare il sangue. In applicazioni locali allevia i dolori reumatici, inoltre è molto efficace negli attacchi acuti di lombaggine o di sciatica. Viene utilizzato in caso di irregolarità del ciclo o in caso di mestruazioni eccessivamente abbondanti e di emorragie uterine grazie al suo effetto emostatico.
Del vischio sono state isolate alcune proteine conosciute come lactine, efficaci
distruttrici delle cellule tumorali (effetto citolitico). Queste proteine stimolano allo stesso tempo il timo e le difese cellulari dell'organismo: in esperimenti di laboratorio il vischio è riuscito a curare tumori superficiali, dando risultati soddisfacenti; si spera perciò, nei prossimi anni, di raggiungere nuove scoperte che possano essere impiegate clinicamente.

Vino di vischio

50 gr. Di foglie di vischio
1 litro di vino rosso

Si fanno macerare le foglie nel vino rosso per 10 giorni.
Si beve a bicchierini prima del pasto principale.

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Tina

ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 12:10

Radicchio




Il radicchio di Treviso è un tipo di radicchio rosso, caratterizzato da foglie dette "screziate" a causa della loro particolarità che le fa apparire simili, per forma, alle rose, con foglie di color panna spruzzate e punteggiate di rosso. Il sapore è decisamente amarognolo, ma delicato allo tempo stesso.
Il crespo di questo tipo di radicchio, ha una forma che ricorda appunto un fiore, con foglie larghe e leggermente arricciate.
La coltivazione del radicchio rosso, secondo la tradizione, iniziò nella seconda metà del secolo XVI presso il paese di Dosson in provincia di Treviso. Il metodo di coltivazione prevedeva fino agli anni sessanta la coltivazione in pieno campo, la raccolta, la preforzatura e il successivo imbianchimento in ambienti caldi e ricchi di sostanze organiche (molto spesso si trattava di letamai). Poi, in seguito alla diffusione dei pozzi artesiani e una fortunata intuizione di alcuni produttori si passò al metodo di imbianchimento in acqua. Questa tecnica prevede che il radicchio, dopo essere stato colto, venga messo ad imbiancare in vasche d'acqua per un periodo variabile tra una quindicina e una ventina di
giorni; si ottiene così un radicchio croccante e dal gusto più delicato.
Dal radicchio rosso di Treviso si ricavano numerose specialità alimentari tra le quali vale la pena di ricordare l'amaro omonimo che è stato riconosciuto dalla regione Veneto come uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
Il radicchio é depurativo ed è consigliato in caso di stitichezza e cattiva digestione; inoltre è ottimo come terapia alimentare complementare in caso di diabete ed obesità. La ricchezza in oligoelementi e sali minerali ne consiglia l’uso in tutte le forme di artrosi e come alimento importante per chi soffre di reumatismi.

Fusilli con radicchio, noci e ricotta.

400 gr di fusilli
1 scalogno
3 cespi di radicchio rosso di Treviso
100 gr di ricotta fresca
10 noci sgusciate
1 noce di burro
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco secco
prezzemolo tritato
sale

Far appassire nell’olio lo scalogno. Aggiungere il radicchio mondato, lavato e tagliato. Versare il vino bianco e lasciare evaporare. Mettere la ricotta sbriciolata e le noci tagliate finemente, salare.
Portare ad ebollizione l’acqua salata e cuocere i fusilli. Spadellare i fusilli con la salsa, aggiungendo il prezzemolo.

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Tina

ariel.46
00venerdì 3 dicembre 2010 12:18

Verza




Accanto al cavolo rosso e a quello bianco, la verza con le foglie increspate, detta comunemente verza, è la terza varietà di cavolo. Proviene dalle regioni mediterranee settentrionali. Questa varietà di cavolo viene menzionata per la prima volta nel 16° secolo, in Lombardia ed è per questo che è conosciuta anche con il nome di cavolo di Milano. Verza deriva dal latino viridis, verde, per via del suo colore. Oggi si distingue tra verza precoce e verza estiva, con teste allentate e leggere, la verza gialla, con testa compatta e la verza invernale, con testa più allentata e verdeggiante.
Le foglie di verza schiacciate, applicate come impacco, sono usate anche nel caso di dermatiti, ferite e reumatismi, perché favoriscono l’eliminazione delle tossine.
La verza è contiene molti sali minerali (potassio, calcio e fosforo), oligoelementi e vitamine, soprattutto vitamina C, E e acido folico.

Fagottini di verza

10 gr di burro
sale, pepe dal macinapepe
50 gr di riso ad es. Carolina
1 grossa verza ca. 600 g
un pezzettino di porro
2 grosse cipolle
1 spicchio d'aglio
20 gr di erbe miste ad es. timo, rosmarino, prezzemolo
burro per la forma
250 gr di carne macinata di maiale
1 uovo
2 dl di brodo

Salsa:
1 piccola cipolla
400 gr pelati tritati
3-4 cucchiai di crème fraîche
10 gr di burro
sale, pepe dal macinapepe

Bollite il riso, passatelo sotto l'acqua fredda e lasciatelo sgocciolare. Nel frattempo sbollentate brevemente le foglie di verza, passatele sotto l'acqua fredda e stendetele su un panno pulito. Tagliate il porro per il lungo a striscioline, sbollentatele brevemente e passatele subito in acqua gelida. Tritate le cipolle e l'aglio e soffriggetele nel burro per 8-10 minuti, finché risultano cotte e dorate. Tritate le erbe. Scaldate il forno a 180°C. Imburrate una pirofila. Eliminate la costola centrale delle 8-12 foglie di verza più grosse. Seccate le foglie tamponandole. Tagliate le altre finemente e mescolatele con la carne macinata, le cipolle soffritte, metà delle erbe, un uovo, il riso e con le spezie. Distribuite il ripieno sulle foglie di verza e formate dei fagottini che sigillerete con una strisciolina di porro. Accomodate i fagottini nella pirofila, scaldate il brodo e versatelo sui fagottini. Coprite e cuocete nel centro del forno per ca. 20-30 minuti.
Per la salsa tritate le cipolle e soffriggetele nel burro. Unite il pomodoro e lasciate sobbollire per 5 minuti. Incorporate la crème fraîche, portate a bollore per poco tempo e passate la salsa al mixer. Distribuitela quindi in piatti caldi, cospargetela di trito d'erbe e servite sulla salsa un fagottino di verza.

Fonte


Tina




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