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Mondi dei Misteri

Il tuo Profumo.

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    ariel.46
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    00 06/10/2009 10:31




    Non vi è alcun dubbio che i profumi esercitino una grande influenza sulle persone: stimolano la fantasia, evocano e contribuiscono a creare immagini, suoni, ricordi e soprattutto emozioni; ogni fragranza suggerisce una personalità o uno stato d’animo.
    Al giorno d’oggi i profumi non sono più considerati un lusso occasionale, ma un piacere quotidiano che mantiene inalterato il proprio fascino.
    In un modo o nell’altro, tutti ne fanno uso e molti si sentono praticamente nudi senza di essi.

    Una mania universale.
    Il profumo è sempre stato considerato misterioso e speciale.
    Una fragranza gradevole non solo ha il potere di conferire fascino e carattere alla persona, ma esercita anche una certa influenza sulla mente: evoca antichi ricordi, stimola l’immaginazione, condiziona lo stato emotivo e spirituale.
    La passione universale per i profumi è indiscutibile.
    Il profumo non è più considerato un lusso occasionale e la sua aura magica si è affermata come innocente peccato quotidiano.
    In un modo o nell’altro pressoché tutti ne fanno uso e, addirittura, molti si sentono letteralmente nudi se ne sono privi.
    A prescindere dalla funzione di benessere, eccitazione o rilassamento che se ne può ricavare, un bouquet particolare comunica qualcosa della propria personalità.
    Benchè sia parte della vita di tutti i giorni, il profumo può assurgere a vera e propria arte; imparando a conoscere la loro natura e, in particolare, la vastissima gamma di sfumature che compongono la famiglia delle fragranze, scoprirete come scegliere, usare e creare quelle più adatte a voi.
    Il profumo non è un’invenzione dell’uomo, bensì un dono della natura.
    A volte viene indicato come l’anima del fiore, un paragone tratto dalla filosofia per affermare che l’anima dell’uomo trova una corrispondenza dal nervo olfattivo, poiché l’olfatto è considerato il più etereo fra i cinque sensi.
    Analizzeremo il senso dell’odorato e le diverse fonti delle fragranze presenti in natura, con una breve digressione sulla psicologia degli odori.
    Spesso i profumi gradevoli sono stati associati a concetti sacri e puri, e i cattivi odori al male.
    Si narra che i Campi Elisi, il paradiso dell’antica Grecia, fossero circondati da cancelli di cannella e da un fiume piuttosto profondo nuotando nel quale si sprigionava tutt’attorno una nebbiolina profumata.
    Nelle antiche religioni, il profumo era considerato un attributo divino e i segreti della profumeria erano custoditi dai sacerdoti.

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    Tina.



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    00 06/10/2009 10:48

    I sacerdoti egizi, ad esempio, praticavano l’arte dei profumi come un mistero religioso, utilizzando le fragranze nei riti di adorazione degli dei e in quelli funebri dei grandi sovrani.
    Nel corso dei secoli, grazie al diffondersi della conoscenza delle tecniche di preparazione, sempre più persone hanno fatto uso di profumi.
    Parleremo delle origini del profumo e alla sua affascinante storia, dall’antico impiego nelle cerimonie religiose all’attuale industria multimiliardaria con scienziati capaci di catturare la fragranza di un fiore e riprodurla sinteticamente.
    L’arte della profumeria è basata sulla natura, un modello che offre una gamma pressoché infinita di combinazioni.
    Da quanto si è in grado di sapere, il primo a ricavare un olio essenziale da un fiore tramite distillazione fu un alchimista.
    Nell’antichità si faceva ricorso all’alchimia per trasformare qualsiasi materia, e non solo i metalli poveri, in oro; alcuni alchimisti ricercavano un elisir universale che, nei loro sogni, avrebbe restituito la giovinezza e prolungato la vita.
    Forse la distillazione di oli dai fiori potrebbe essere stato un tentativo di catturare l’essenza romantica emanata dalla pianta allo scopo di affascinare coloro che l’avessero odorata.
    Oggi il profumiere deve avere un’ottima conoscenza della chimica, essere un po’ artista e un po’ poeta e capire la psicologia umana: un compito tutt’altro che semplice.
    La gamma delle fragranze è vastissima e si amplia ogni anno; la maggior parte dei profumi sono ancora in commercio, mentre altri sono scomparsi ormai da tempo.
    I profumi possono essere usati in molti modi, tra i quali, per preparare una serie di cosmetici, ad esempio shampoo, creme, sali da bagno e lozioni.


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    Tina.




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    00 07/10/2009 12:26

    Il senso fondamentale.
    Secondo il dottor Ivan Block, psicologo, la vita è un viaggio attraverso un labirinto di odori, ciascuno dei quali ci influenza in modi molto differenti.
    Il linguaggio stesso è ricco di parole che definiscono ciò che possiamo vedere, sentire e toccare; quando cerchiamo di descrivere una fragranza, però, siamo costretti a ricorrere ad analogie, nonostante l’olfatto sia il più diretto fra i cinque sensi.
    E dei cinque sensi, l’olfatto (detto anche odorato) è quello più trascurato e meno apprezzato dalla cultura occidentale, nonostante i nostri antenati possedessero capacità olfattive molto più sviluppate di quelle che abbiamo noi oggi.
    Per la maggior parte degli animali percepire gli odori è sempre stato ed è tutt’ora di estrema importanza, indispensabile per cacciare, delimitare e riconoscere i confini del proprio territorio, trovare un compagno e riconoscere i propri cuccioli.
    Negli esseri umani, invece, l’olfatto influisce in misura rilevante sulla capacità di gustare ed apprezzare i cibi, stimola la memoria come nessun altro senso ed è fondamentale nell’istaurarsi del legame fra la madre e il suo bambino.

    Uno strumento sottovalutato.
    In media un individuo è in grado di percepire ben 10.000 fragranze differenti e di classificare i singoli odori in almeno 60 categorie.
    Per avere un’idea dell’immensa varietà degli odori basti pensare che i gusti riconoscibili sono solo quattro; ciò significa che gli altri sapori che pensiamo di percepire in realtà sono odori.
    Capita a tutti, di tanto in tanto, di perdere temporaneamente la percezione gustativa in seguito a un raffreddore, ma in realtà si tratta di una perdita dell’olfatto, che rende insipido tutto ciò che mangiamo.
    Per molte persone è solo un fenomeno transitorio, ma per i soggetti affetti da “anosmia” (mancanza completa del senso dell’olfatto) è una situazione quotidiana.
    L’anosmia, parola che deriva dal greco e significa “senza odorato”, può essere provocata da un’allergia, da un’infezione o da un incidente.
    In alcuni casi, invece, tale disfunzione è presente sin dalla nascita; se il nervo olfattivo subisce una lesione in seguito a una commozione cerebrale o a un altro incidente, il danno è permanente.
    Chi soffre di anosmia può mettere in serio pericolo la propria vita; ad esempio, l’incapacità di percepire l’odore del fumo o del cibo avariato può avere gravi conseguenze.

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    00 07/10/2009 12:32

    Come funziona l’olfatto.
    La membrana mucosa che riveste la cavità nasale contiene circa 10 milioni di cellule specializzate che reagiscono a diverse sostanze chimiche odoranti; l’odore percepito varia a seconda della combinazione di cellule stimolate dalle sostanze chimiche presenti nell’aria che respiriamo.
    L’organo recettore degli odori è il lobo olfattivo, situato sulla superficie inferiore del lobo frontale dell’encefalo; una zona del lobo olfattivo è costituita dal bulbo olfattivo, una massa ovale situata all’inizio del tratto olfattivo che si divide in due parti, le cui radici sono una prosecuzione diretta delle due estremità del lobo limbico; la superficie inferiore del bulbo olfattivo riceve i nervi olfattivi (o primi nervi cranici), presenti in una ventina di esemplari.
    Quando viene recepito un odore, il bulbo olfattivo invia un segnale alla corteccia cerebrale e un messaggio al sistema limbico, che costituisce il centro emotivo dell’encefalo.
    Il sistema limbico è collegato a sua volta con l’ipotalamo, il quale controlla il sistema ormonale ed è associato alla definizione dei processi della memoria, dell’umore, dell’apprendimento e degli stati emotivi.
    Rispetto agli altri sensi, l’olfatto ha una relazione esclusiva con il sistema limbico, per questo motivo si ritiene che gli effetti degli odori sull’umore e sulle emozioni possano non essere riconosciuti a livello conscio.
    Mentre sono sufficienti otto molecole di una sostanza per generare un impulso in una terminazione nervosa, è invece necessario stimolare ben 40 terminazioni nervose affinchè un odore venga consciamente percepito.
    L’odore è il risultato del rilascio nell’atmosfera, per evaporazione, di particelle volatili microscopiche; pertanto, in assenza di evaporazione, nessuna fragranza potrà essere percepita.

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    Tina.



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    00 07/10/2009 12:33
    I Ferormoni.
    Ai tempi in cui la produzione di profumi era molto limitata, venivano utilizzate alcuni essenze animali, fra le quali le più note erano il muschio, l’ambra grigia e lo zibetto.
    Alcune di esse, oggi sostituite da sostanze sintetiche, provenivano dalle sacche anali di certi animali, ed erano usate in soluzioni molto diluite; infatti, allo stato puro, tali odori di solito sono ripugnanti, mentre la diluizione li rende davvero gradevoli.

    Perché queste fragranze esercitano una forte attrazione sugli esseri umani?
    Sembra che esista una relazione fra le forme geometriche e le sensazioni olfattive che esse producono.
    Gli odori animali assumono la stessa forma chimica di uno steroide e, quando vengono annusati generano una reazione analoga a quella suscitata dai ferormoni umani.
    Il termine ferormone deriva dal greco “pherein” portare e “horman” eccitare.
    I ferormoni sono stati scoperti, in tempi relativamente recenti, da ricercatori che studiavano il comportamento delle formiche.
    Questi scienziati scoprirono che le formiche lasciavano tracce odorose affinchè gli altri componenti della colonia potessero seguirle, ad esempio per raggiungere una fonte di cibo; in seguito fu dimostrato che la maggior parte degli insetti rilascia sostanze chimiche al fine di attirare un compagno per l’accoppiamento.
    A differenza degli ormoni, sostanze regolanti prodotte dall’organismo e trasportate nei fluidi (ad esempio nel sangue) per stimolare l’azione delle cellule o dei tessuti., i ferormoni sono sostanze chimiche che gli animali secernono e rilasciano per ottenere una determinata reazione da parte di altri animali, di solito della stessa specie.
    Negli insetti, i ferormoni svolgono una duplice funzione.
    Innanzitutto possono indurre un cambiamento immediato e reversibile nel comportamento, con un effetto che definiremo “stimolante”; in tal caso, la sostanza chimica sembra causare una singola reazione, specifica e istintiva, che viene mediata dal sistema nervoso centrale del ricevente.
    Le reazioni indotte sono numerose e riguardano soprattutto l’attrazione sessuale.
    Quando invece la funzioni principale del ferormone consiste nel provocare una sequenza di eventi fisiologici nel ricevente, parleremo di effetto “innescante”: le alterazioni fisiologiche impongono all’organismo nuovi schemi comportamentali che verranno attivati da stimoli precisi.
    Negli animali sono molto comuni i ferormoni che producono effetti stimolanti.
    E’ stato dimostrato che gli esseri umani possono essere influenzati, perlomeno a livello fisico, dai ferormoni di altri animali; ad esempio, l’odore del muschio può causare un’alterazione ormonale nelle donne, abbreviando il ciclo mestruale.
    Negli ultimi anni i ferormoni umani sono stati oggetti di studi approfonditi ma, nonostante le numerose ricerche, resta molto da scoprire.
    L’odore delle altre persone è sempre oggetto di discussione e, tuttavia, è un argomento che pare non interessi gli studiosi, tant’è vero che lo studio dei ferormoni umani è ancora agli albori.


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    Tina.

    [Modificato da ariel.46 07/10/2009 12:33]

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    ariel.46
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    00 07/10/2009 12:35

    Odori e memoria.
    L’effetto degli odori è immediato, perché stimola determinate emozioni prima che il soggetto se ne renda conto: una fragranza familiare può essere collegata all’istante a un evento del passato, benché la circostanza in cui l’odore viene percepito sia del tutto differente; l’odore ha un legame diretto con la memoria, per cui una fragranza può risultare sgradevole non tanto in sé, quanto per i ricordi che evoca.
    Lo stesso si può dire per un profumo: chi ha un pessimo ricordo di un insegnante che usava sempre un certo profumo è probabile che, pure a molti anni di distanza, storcerà il naso a sentirlo.
    Questa reazione può innescarsi prima che la mente vada a ripescare il ricordo dell’insegnante!
    Il rapporto fra odore e memoria funziona anche in senso inverso.
    Ai bambini si è soliti dire che la reazione peggiore di fronte a un animale sconosciuto è mostrare paura; di fatto, ciò significa che un improvviso sbalzo emotivo provoca un’alterazione dell’odore corporeo che l’animale è in grado di avvertire subito.

    L’odore umano.
    Gli esseri umani sono provvisti di due tipi di ghiandole sudoripare: le ghiandole esocrine sono diffuse sulla superficie della pelle e svolgono un ruolo fondamentale ai fini del processo di termoregolazione; le ghiandole apocrine, invece, si trovano solo nelle zone coperte di peli, specie sotto le ascelle e sul pube; possono tuttavia essere presenti anche sul viso e sul petto; si sviluppano nei follicoli piliferi e compaiono dopo la pubertà.
    Sebbene la funzione delle ghiandole non sia del tutto chiara, le loro secrezioni sembrano dipendere dall’attività endocrina, sensibile a stati emotivi e stress.
    Alcuni ritengono che baciarsi sia piacevole perché permette di percepire l’odore del viso del compagno; in effetti in alcune culture – ad esempio in Siberia, in India e nel Borneo – la parola bacio significa “odore”.
    Odorare la faccia e le mani può essere considerato una forma di saluto universale e, forse, è una delle ragioni per cui la profumazione dei guanti divenne così popolare in Europa nei secoli scorsi.
    Le secrezioni delle ghiandole apocrine sono per natura inodori; il forte sentore associato al sudore è dovuto all’interagire dei batteri con le secrezioni; i peli presenti nelle zone interessate contribuiscono a disperdere l’odore, offrendo un ambiente nutritivo ai batteri che vivono nella pelle, oltre ad aumentare l’area di evaporazione del sudore e dei suoi composti volatili.
    L’odore può essere influenzato da diversi fattori, fra cui l’alimentazione e il metabolismo.
    A differenza di tutti gli altri membri del regno animale, che si servono di odori naturali in modo conscio per una serie di scopi, gli umani ricorrono a vari prodotti aromatizzati proprio per mascherare l’odore corporeo.
    Fu Teofrasto, il greco “padre della botanica”, ol primo ad affermare che tutto ciò che esiste (pianta, animale od oggetto inanimato) possiede un odore specifico, percepibile dalla maggior parte degli animali.
    Ed è questa proprietà a consentire al cane di “seguire le tracce” dopo aver annusato un indumento della persona di cui è alla ricerca: ogni giorno l’uomo perde circa 50 milioni di cellule cutanee, a causa del calore emanato dal corpo, queste si distaccano e cadono a terra formando così una traccia microscopica che il segugio è in grado di seguire.
    L’odorato era senza dubbio di vitale importanza per la sopravvivenza dei nostri antenati del periodo Paleolitico, l’età della pietra,.
    Il cacciatore aveva bisogno di un olfatto molto sensibile per seguire la preda e proteggere se stesso e la propria famiglia dai pericoli; allo stesso modo, un olfatto molto sviluppato aiutava le donne nella raccolta delle radici e delle piante che costituivano la dieta di base.
    Le popolazioni di quel periodo erano perlopiù formate da tribù nomadi che si spostavano a seconda della stagione per reperire quantità sufficienti di acqua, selvaggina e piante.
    Anche l’odore del corpo potrebbe aver esercitato un ruolo importantissimo nel Paleolitico, per la demarcazione del territorio, contribuendo a tenere lontani animali pericolosi e predatori.
    All’inizio del Neolitico alcuni popoli stabilirono i primi insediamenti fissi e presero a dedicarsi alla coltivazione delle piante e all’allevamento degli animali.
    A partire da quel momento la dipendenza del senso dell’odorato cominciò a declinare.


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    ariel.46
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    00 17/10/2009 21:36
    Le differenze culturali.
    Nonostante siano state condotte pochissime ricerche sull’odore del corpo umano nelle varie culture, esiste a tal proposito una ricca serie di dati tratti dall’esperienza e unanimemente riconosciuti.
    E’ ovvio che tutto ciò che viene ingerito produce un effetto e che popolazioni diverse hanno abitudini alimentari differenti: sono proprio tali abitudini a far si che ogni razza venga associata un particolare odore.
    La capacità di percepire un determinato odore può scomparire in seguito all’adattamento sensoriale: l’olfatto di un individuo perde in maniera progressiva la capacità di percepire una fragranza in misura proporzionale al tempo di esposizione a essa: pertanto gli “odori etnici” sono evidenti solo a chi appartiene a un’ etnia differente e li sente per la prima volta.
    L’ampia scelta di cibi disponibili nella società contemporanea tende ad alterare le tradizioni alimentari, cosicchè, ad esempio, abbiamo persone vegetariane che emanano un fragranza corporea diversa da chi mangia carne quasi a ogni pasto.
    E’ interessante ricordare che vi fu un periodo della storia del Giappone in cui gli uomini con un forte odore corporale venivano esonerati dal servizio militare, poiché era raro per un giapponese avere un sentore percettibile.
    Probabilmente l’alimentazione svolgeva un ruolo decisivo, se si pensa che fino al 1856, quando fu macellato il primo bovino, la carne non era compresa nella dieta giapponese.


    Odore corporeo e legame.
    Durante le prime ore di vita del bambino, fra il piccolo e la madre so crea una sorta di “legame odoroso” che consente alla donna di riconoscere il proprio figlio.
    Negli animali questo legame istintivo è così forte che una pecora che abbia perso il proprio agnellino accetta come suo un altro cucciolo rivestito con la pelle del piccolo morto.
    Se la madre non vede il proprio bambino per diverse ore, e in alcuni casi di parto difficile ciò accade, è possibile che il legame non si sviluppi in modo adeguato.
    Il bambino, inoltre, può creare associazione con gli odori artificiali, oltre che naturali, ad esempio con il profumo che la madre usa in modo regolare.
    A questo proposito, è da notare che il continuo cambiamento di fragranze potrebbe confondere il neonato e incidere sulla sensibilità del suo odorato.
    Il bambino impiega circa 10 giorni per identificare la fragranza del seno della madre, e il contatto fra madre e figlio può indurre l’assimilazione dei loro odori.
    E’ stato condotto un esperimento in cui persone del tutto estranee riuscivano ad abbinare la maglietta intima di un bambino con quella della madre.
    Questi “odori di famiglia” sono molto comuni negli animali, quelli che si muovono in branco mescolano i propri odori, generando un riconoscibile marchio di gruppo che consente loro di individuare con facilità eventuali intrusi.

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    [Modificato da ariel.46 17/10/2009 21:37]

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    00 17/10/2009 21:41

    Le reazioni sessuali all’odore.
    Gli odori delle secrezioni vaginali producono un notevole effetto su molti animali.
    Un cane capisce subito quando la femmina è in calore in base all’odore emanato dalla vagina e dall’urina: per i mammiferi, infatti il profumo della vagina è un potente afrodisiaco e, allo stesso modo, l’odore del maschio può stimolare i cicli sessuali della compagna.
    Per ragioni sconosciute, i grizzly sono fortemente attratti dalle emanazioni vaginali delle donne mestruate (ricordatevene quando piantate la tenda in un bosco!).
    Tuttavia, poiché la maggior parte degli esseri umani usa fragranze artificiali e l’odore naturale del corpo viene considerato sgradevole e primitivo, è difficile stabilire quali istinti naturali dell’uomo possono essere influenzati dall’odore corporeo.
    Per molti è sorprendente sapere che l’odore naturale del corpo umano cominciò a essere giudicato sconveniente, dal punto di vista sociale, solo alla fine del XIX secolo; una svolta radicale rispetto ai secoli precedenti.
    Al tempo della regina Elisabetta I era consuetudine che la donna regalasse al proprio amato una “mela dell’amore” da annusare, ovvero una mela sbucciata che l’innamorata aveva tenuto sotto l’ascella per impregnarla del proprio sudore.
    Oggi, invece, è raro trovare qualcuno che non ricorra a prodotti di vario genere per mascherare le tracce di una corporeità tutta al naturale.
    Sembra che il cervello umano non registri i ferormoni come odori, anche se il nostro naso risulta sensibile ai sentori dal significato sessuale, i quali producono effetti fisiologici considerevoli senza che l’individuo ne abbia una percezione conscia.
    E’ stato osservato che la stretta convivenza fra donne per un certo periodo di tempo induce la sincronizzazione dei loro cicli mestruali e recenti ricerche ne hanno individuato la causa in un ferormone presente nel sudore; ma, a prescindere dalla causa, il processo avviene in modo inconscio.
    Ciò significa che esiste una comunicazione a livello profondo della quale l’uomo non è consapevole; potrebbe essere una definizione più attendibile di ciò che, con superficialità, chiamiamo “libero arbitrio”.

    Altri odori umani.
    Alcuni seri disturbi di metabolismo possono provocare un rilevante aumento del livello di corpi chetonici nel sangue.
    I chetoni sono un prodotto del metabolismo dei grassi e possono rendere dolciastro e nauseante l’odore del respiro e delle urine, tale condizione è tipica di una forma specifica di diabete, oppure può subentrare in seguito a digiuno.
    Anche la schizofrenia è spesso accompagnata da un sentore caratteristico.
    In altre parole, il corpo produce odori che possono essere il sintomo di qualche problema e forse questo aspetto è meritevole di approfondimenti che riveleranno la loro utilità a scopo diagnostico.
    Dal canto loro, i ferormoni possono essere considerati afrodisiaci naturali che l’uomo non riconosce a livello conscio.
    Gli afrodisiaci (dal nome di Afrodite, dea greca dell’amore e della bellezza) sono sostanze che stimolano ed elevano il desiderio sessuale.
    Mentre alcuni cibi vengono ingeriti nella vaga speranza che manifestino un effetto positivo sulla libido, non vi è alcun dubbio che l’uso di essenze profumate evochi e induca sensazioni, contribuendo a creare un’aura di forte sessualità.
    E’ interessante notare che un’alta percentuale delle persone che soffrono di disturbi dell’olfatto mostra un limitato ardore sessuale.
    Per le donne, in particolare, l’odore dell’amante è uno stimolante sessuale.


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    L’ODORE DI MADRE NATURA.


    La natura è ricca di odori gradevoli e sgradevoli, ma anche questi ultimi, in piccolissime dosi, possono essere impiegati nella moderna profumeria.
    Il regno vegetale offre un numero infinito di fragranze piacevoli, come si può constatare passeggiando in un giardino o lungo una siepe in campagna: potremmo elencare migliaia di “note floreali”, tuttavia i fiori, non sono gli unici responsabili della vasta gamma di fragranze.
    Se schiacciate una foglia di eucalipto o di cipresso, sentirete un profumo inconfondibile, l’eucalipto è noto per l’effetto benefico sulle vie respiratorie, mentre il cipresso ha un intenso “aroma verde” che evoca l’atmosfera di un bosco.
    Una passeggiata nei boschi può essere rilassante proprio grazie all’effetto distensivo delle fragranze naturali; l’odore fresco del fieno appena tagliato è anch’esso tra i più gradevoli.
    Certo, il profumo dei fiori non è stato creato solo per il piacere dell’uomo.
    Sebbene la fragranza della lavanda sia deliziosa, il suo scopo principale è difendere se stessa e, in modo casuale o pianificato, le piante circostanti: pare che i cervi non amino l’odore della lavanda, che può quindi essere usata per circondare e proteggere le specie botaniche a loro gradite, più comunemente, le piante emanano una fragranza per attirare insetti e uccelli e favorire l’impollinazione.
    Il bouquet che inebria il nostro odorato, pertanto, può essere tanto un richiamo quanto un repellente per gli insetti e altri animali.
    Esistono piante che hanno sviluppato meccanismi di difesa davvero ingegnosi: la stricnina, una sostanza amara e velenosissima, cresce sotto la corteccia di alcuni alberi, scoraggiando così la voracità degli animali; altre producono fiori che prima attirano gli insetti con il proprio odore e poi li cospargono con polline repellente, stimolando l’impollinazione; vi sono anche piante carnivore che catturano e ingeriscono insetti o altre sostanze animali.
    Fiori, foglie, radici, steli, frutti, semi, felci, mischi vegetali e alberi non emanano solo una miriade di fragranze.
    Molte piante hanno la capacità di immagazzinare le sostanze aromatiche prodotte dai loro processi metabolici per poi depositarle, a seconda della specie, nei fiori, nei frutti, nella corteccia o nelle radici.
    La maggiorana, il rosmarino e la salvia, ad esempio, sono provviste di protuberanze a celle singole o multiple, localizzate sulla superficie dell’epidermide, nelle quali sono contenuti gli oli aromatici; altre varietà hanno, all’interno dei loro tessuti, spazi cellulari preposti a produrre e conservare le sostanze aromatiche: in caso di molestie, la pianta rilascia tale deposito attraverso appositi canali.

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    Nevin
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    00 26/10/2009 21:54

    Una gamma infinita.
    Se si pensa alla centinaia di migliaia di specie vegetali esistenti alle migliaia di varietà di ciascuna specie (ad esempio la rosa), si possono immaginare le infinite possibilità che la flora offre alla fantasia del profumiere.
    E ci sono sempre nuovi fiori e nuove piante da scoprire.
    Un tempo, ad esempio, si pensava che le orchidee fossero semplicemente dei fiori stupendi, ma ora si stanno studiando diverse specie che emanano una fragranza insolita e particolare.
    Numerose piante vengono classificate come erbe, altre come spezie.
    Le prime non sono legnose e muoiono dopo la fioritura, afflosciandosi sul terreno; trovano impiego sia per produrre medicinali sia per insaporire i cibi.
    Le spezie invece, sono piante aromatiche utilizzate perlopiù per usi culinari.
    Vi sono inoltre diversi tipi di resine che trasudano dallo stelo, dalla corteccia e dalle foglie di arbusti e alberi; tali sostanze, che hanno spesso una nota aromatica dolce, occupano un posto di rilievo nella storia della profumeria: nell’antico Egitto, ad esempio, esse figurano tra gli ingredienti di profumi e miscele per l’imbalsamazione; in altri casi – si pensi soprattutto all’incenso e alla mirra, entrambi molto citati nella Bibbia – venivano adoperate per le fumigazioni, la disinfezione degli ambienti e per produrre rimedi terapeutici.

    Continua...

    Tina.




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    ariel.46
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    Nevin
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    00 26/10/2009 21:57

    GLI EFFETTI SOCIALI DELLE FRAGRANZE.


    Negli ultimi dieci anni sono state svolte approfondite ricerche sul ruolo sociale dei profumi.
    Due studiosi, Michael Kirk Smith e David Booth, hanno dato il proprio contributo con uno scritto intitolato “Chemoreception in Human Behaviour: Experimental Analysis of the Social Effects of Fragrances” nel quale sostengono che le reazioni umane agli odori sono acquisite e che, pertanto, le condizioni necessarie per modificare tali reazioni dipendono da una serie complessa di esperienze sociali pregresse.
    Tutto ciò implica che gli studi sugli effetti degli odori sul comportamento umano devono tener conto della vasta gamma di fattori sociali complessi che circondano l’individuo.
    O bambini non hanno preferenze innate per le fragranze, ma possono acquisirle in seguito ad associazioni connesse al manifestarsi e allo sviluppo di caratteristiche indotte dall’ambiente in cui vivono, in base agli odori cui sono esposti e alle opinioni espresse dai genitori: un settore fortemente sgradito a un genitore potrà generare l’identico effetto sul figlio, il quale si trascinerà la stessa repulsione fino all’età adulta.
    Inoltre, a seconda delle circostanze, si possono verificare determinate reazioni emotive in presenza di un odore specifico, che si tratti di feci o di un costosissimo profumo alla rosa.
    Le esperienze della vita giovanile rappresentano un altro fattore che influisce sulla definizione delle preferenze.
    Quando fra due persone s’instaura un rapporto negativo, nell’ambito familiare o al di fuori di esso, le conseguenze possono restare impresse per tutta la vita; ad esempio, se un nuovo collega di lavoro porta lo stesso profumo di una persona che voi avete tanto odiato, il vostro atteggiamento nei suoi confronti sarà condizionato, pur senza averne la consapevolezza, del cattivo rapporto con quella persona.
    Naturalmente il principio reciproco è altrettanto valido, nel senso che a chiunque può capitare di esercitare un certo effetto su persone con le quali non esiste alcuna relazione.
    Tutti questi sentimenti, positivi o negativi che siano, sono indotti dai ricordi risvegliati a livello inconscio.
    Un’altra caratteristica di carattere acquisito è l’aspettativa che dimostriamo rispetto al profumo di qualcosa o di qualcuno.
    La natura è varia, ma l’uomo tende a vivere in prevalenza al chiuso, in pochi ambienti (casa, ufficio, automobile) tenuti sotto controllo non solo riguardo alla temperatura ma, in una certa misura, anche alle fragranze: siamo così abituati al nostro “habitat” che non vi percepiamo alcun odore, a meno che non subentrino cambiamenti particolari.
    Tale aspettativa in parte contribuisce al successo dei profumi moderni, che non cambiano mai fragranza poiché il loro processo produttivo può essere ben controllato, boccetta dopo boccetta; quando il profumo cambia fragranza, il primo pensiero è che “sia andato a male”.
    In pratica, se non è come ci si aspetta, dev’esserci qualcosa che non funziona.

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    Tina.


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    00 26/10/2009 21:59

    IL PROFUMO NELLA STORIA.


    Incensi, cattivi odori e candele, illuminano il cuore dell’uomo.
    Confucio.



    Molto tempo prima che profumarsi diventasse un’abitudine, il profumo aveva un ruolo importante nei riti religiosi delle antiche civiltà.
    La parola “profumo” deriva dal latino “per fumum”, che significa “per mezzo del fumo”.
    Nell’antichità il profumo, o incenso, trovava impiego per le offerte agli dei e per allontanare gli spiriti maligni; presso gli egizi l’incenso era definito “fragranza degli dei” e, in molte civiltà, la fragranza dei fumi d’incenso era considerata la manifestazione della divinità in onore della quale esso era bruciato.
    Sulle origini e sull’uso dell’incenso sono state tramandate numerose credenze e superstizioni; si dice che venisse impiegato per neutralizzare, o almeno coprire, i cattivi odori sprigionati dai cadaveri degli animali sacrificati nei riti o dal corpo dei defunti nel corso delle cerimonie di cremazione.
    L’incenso era visto anche come “veicolo” della preghiera: salendo verso il cielo, il fumo avrebbe portato il messaggio alla divinità adorata.
    In ogni caso, a prescindere dalle origini, è ampiamente provato che l’incenso era diffuso in tutte le civiltà.

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    Tina.


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    ariel.46
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    00 26/10/2009 22:01

    CINA.

    Se esaminiamo i manufatti della cultura cinese, appare evidente che l’impiego e forse persino la distillazione delle sostanze aromatiche erano pratiche molto diffuse in Cina prima che in qualsiasi altro paese.
    L’incenso, spesso in forma di bastoncini, veniva bruciato nei templi alla mattina e alla sera e posto, talvolta, in speciali turiboli oppure ai piedi della divinità; nella Sala delle Cerimonie di Pechino, dodici grandi urne erano dedicate a questo rito, in memoria degli imperatori deceduti.
    A causa del loro costo elevato, nell’antichità i profumi costituivano un lusso; non solo le materie prime in molti casi dovevano essere importate, ma la creazione delle fragranze era considerata una vera e propria arte presso molte culture.
    Spesso le formule erano segrete e custodite dai sacerdoti, i quali le tramandavano con grande riservatezza da una generazione all’altra.
    Per ingraziarsi gli dei prima di partire a bordo delle loro barche, i pescatori cinesi ardevano l’incenso ricavato da legna aromatica; inoltre era abitudine tenere turiboli nelle case, nei reliquiari degli antenati.
    Il muschio era uno dei prodotti preferiti, non solo per il profumo ma anche per le sue proprietà medicinali, cui era consuetudine ricorrere per curare diverse malattie.

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    Tina.


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    Merlino
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    00 26/10/2009 23:43
    inizio a sniffare in giro [SM=x1720331]

    carino questo articolo
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    00 29/06/2010 11:55

    INDIA.

    In India, paese ricco di un'immensa varietà di fiori, l'impiego dei profumo per usi sacri e personali è menzionato dalle più antiche testimonianze.
    I Veda raccontano che in corrispondenza di ciascun punto cardinale, quale offerta sacrificale, veniva acceso un fuoco di legna arimatica ed erbe (probabilmente zenzero).
    I sacrifici erano praticati sia come riti di adorazione in generale, sia per ottenere la benevolenza di una particolare divinità.
    Ognuno dei cinque paradisi della mitologia indù è associato a un fiore o a un profumo determinato: il rarissimo "blue campac", ad esempio era il fiore del Monte Meru (nome che in realtà indica il Monte Kailash nell'Himalaya); secondo la tradizione indù "calamata", un fiore simile alla rosa, aveva il potere di esaudire i desideri.
    Infine, l'offerta di acqua profumata per lavare il corpo della divinità era un momento fondamentale dei riti religiosi indù.
    Il legno di sandalo è una delle fragranze più comuni, diffusa in India da tempo immemorabile soprattutto nelle funzioni religiose, ed era già menzionato nel Nirukta, un antico testo vedico scritto non più tardi del V secolo.
    Nel IX secolo il legno di sandalo veniva utilizzato nello Sri Lanka per imbalsamare i corpi dei principi, oltre a essere trasformato in incenso o bastoncini da ardere nei templi; insieme ad altre sostanze, inoltre, veniva bruciato durante i matrimoni e nelle cremazioni indù.
    Il nardo indiano era un algtro vegetale prezioso.
    Fra i profumi di origine indiana possiamo annoverare il patchouli, la cassia e la cannella.
    L'urgujja era un unguento molto noto, composto da essenze di rosa e gelsomino, legno di sandalo e di aloe.
    Ghazepore, città situata sulla riva settentrionale del fiume sacro Gange, era il centro della produzione di essenze indiane.
    Il processo consisteva nel versare i petali in alambicchi d'argilla riempiti con una quantità di acqua pari la doppio del loro peso, che venivano poi esposti all'aria fresca della notte; una volta raffreddati, dallaa superficie veniva asportato l'attar (olio essenziale).
    In alcuni casi i profumieri aggiungevano ai petali trucioli di legno di sandalo per favorire l'estrazione dell'olio, anche se si riteneva che questo sistema alterasse l'aroma naturale dell'infiorescenza.
    Un altro metodo di estrazione dell'olio prevedeva la sovrapposizione di strati alternati di semi di sesamo e fiori freschi in un contenitore coperto; dopo aver rinnovato diverse volte gli strati di fiori, i semi venivano spremuti; l'olio di sesamo catturava la fragranza floreale meglio di qualsiasi altro olio.


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    Tina.

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